Giornata Mondiale della Tigre 2019: una specie da salvare

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Giornata Mondiale della Tigre 2019: una specie da salvare ultima modifica: 2019-07-29T08:00:27+02:00 da Davide Mazzocco
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L’International Tiger Day invita a riflettere sulla tutela delle specie di questo felino a rischio d’estinzione

Dal 1900 al 2000 il numero di tigri del mondo è sceso da 100.000 a 3.200 esemplari, un vero e proprio specicidio di cui è molto semplice indicare la perdita percentuale: -96,8% di esemplari nel breve volgere di un secolo. Per contribuire a un’inversione di rotta, nel 2010, durante il Summit sulla Tigre di San Pietroburgo, i 13 Paesi che ospitano i restanti esemplari di tigre (Bangladesh, Bhutan, Cambogia, Cina, India, Indonesia, Laos, Malesia, Myanmar, Nepal, Russia, Thailandia e Vietnam) hanno fissato l’ambizioso obiettivo di raddoppiarle entro il 2022. In quella stessa occasione è stata istituita la Giornata Mondiale della Tigre che ricorre, come oggi, il 29 luglio di ogni anno.

Il primo censimento fatto nel 2016 ha fornito un risultato confortante con 3890 tigri distribuite nei vari Paesi asiatici. Si tratta di un primo passo e rimane davvero tantissimo da fare per evitare che molte sottospecie scivolino nella categoria EW (Estinta in ambiente selvatico).

Le linee guida per salvaguardare le tigri asiatiche sono cinque. In primis vanno aumentati i controlli e la tutela dell’habitat della tigre e il monitoraggio degli esemplari. Secondariamente occorre creare corridoi di passaggio che consentano alle tigri di muoversi nei loro habitat senza correre il rischio di venire uccise in maniera accidentale. La terza mission è culturale: informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla possibile scomparsa di un animale che riveste un ruolo centrale nella cultura e negli ecosistemi di molti Paesi asiatici.

Tigre del Bengala
Tigre del Bengala

Il quarto punto è quello che riguarda la riduzione della domanda di prodotti fatti con parti di tigre e la chiusura delle imprese illegali che le utilizzano in campo medico o pseudomedico. Il quinto e ultimo punto di questa strategia di medio-lungo termine è quello inerente il coordinamento delle azioni locali e internazionali volte a rafforzare le leggi dei singoli governi a tutela delle specie selvatiche.

Nel 2020 verrà fatto un secondo censimento e nel 2022 si vedrà se l’obiettivo del raddoppio (quindi un aumento a 6000 esemplari su scala globale) sarà stato raggiunto.

Tigre della Malesia
Tigre della Malesia

Secondo le ultime stime la specie più numerosa è la tigre del Bengala: 2226 gli esemplari conteggiati nell’ultimo censimento indiano, ai quali vanno aggiunti quelli di Bangladesh, Nepal e Bhutan.

In Russia e Cina rimangono 450 esemplari di tigre dell’Amur, mentre in Indonesia sopravvivono 400 unità della tigre di Sumatra. Le due sottospecie maggiormente a rischio sono la tigre della Malesia e la tigre indocinese, entrambe stimate al di sotto dei 300 esemplari.

Tigre dell'Amur
Tigre dell’Amur

Il principale nemico della tigre è il bracconaggio e il dato che meglio descrive l’entità del rischio d’estinzione è quello che ci dice che vi sono più esemplari in cattività negli Stati Uniti che in libertà in tutto il Pianeta.

Al di là del valore storico e simbolico di questo felino, la scomparsa della tigre provocherebbe un grave squilibrio ecosistemico e un’alterazione degli habitat dagli esiti nefasti.

Ecco perché è importante ricordarne l’importanza e impegnarsi per la sua sopravvivenza e non soltanto quest’oggi.

[Foto Pixabay]

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Giornata Mondiale della Tigre 2019: una specie da salvare ultima modifica: 2019-07-29T08:00:27+02:00 da Davide Mazzocco

Giornalista e saggista, ha scritto di ecologia, ambiente e mobilità sostenibile per numerose testate fra cui Gazzetta, La Stampa Tuttogreen, Ecoblog, La Nuova Ecologia, Terra, Narcomafie, Slow News, Slow Food, Ciclismo, Alp ed ExtraTorino. Ha pubblicato numerosi saggi fra cui “Giornalismo online”, “Propaganda Pop”, "Cronofagia" e "Geomanzia".

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