Il Belpaese può vantare un record decisamente positivo. Sono infatti arrivati a ben 55 i siti italiani riconosciuti Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. L’ultimo in ordine cronologico è costituito dalle Colline del Prosecco di Conegliano Veneto e Valdobbiadene.
In realtà non c’è da stupirsi se si considera la vastità di ricchezze culturali, naturali, storiche e artistiche che la Penisola possiede.
Il lungo elenco dei siti UNESCO include infatti monumenti, ville, dimore, centri storici, isole, città e montagne.
Che cosa significa essere Patrimonio dell’UNESCO
Il termine “Sito Patrimonio Mondiale” è la denominazione ufficiale delle aree registrate nella lista del Patrimonio Mondiale o World Heritage List. L’elenco viene redatto sulla base di un trattato internazionale, noto come Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Mondiale Culturale e Naturale, adottato nel 1972, attraverso cui l’UNESCO riconosce che determinati luoghi sulla Terra sono di “eccezionale valore universale” e che di conseguenza devono appartenere al patrimonio comune dell’umanità.
I siti Patrimonio UNESCO italiani
Di seguito l’elenco dei 55 siti riconosciuti in Italia:
- 1979 – Arte Rupestre della Val Camonica
- 1980 – La Chiesa e il convento Domenicano di Santa Maria delle Grazie e il ‘Cenacolo’ di Leonardo da Vinci
- 1982 – Centro storico di Firenze
- 1980 e 1990 – Centro storico Roma
- 1987 – Piazza del Duomo a Pisa
- 1987 – Venezia e la sua Laguna
- 1990 – Centro Storico di San Gimignano
- 1993 – I Sassi e il Parco delle Chiese Rupestri di Matera
- 1994 – La città di Vicenza e le ville del Palladio in Veneto
- 1995 – Ferrara, città del Rinascimento, e il Delta del Po
- 1995 – Centro storico di Siena
- 1995 – Centro storico di Napoli
- 1995 – Crespi d’Adda
- 1996 – Trulli di Alberobello
- 1996 – Castel del Monte
- 1996 – Centro storico di Pienza
- 1996 – Monumenti paleocristiani di Ravenna
- 1997 – Aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata
- 1997 – Costiera Amalfitana
- 1997 – Area Archeologica di Agrigento
- 1997 – Reggia di Caserta
- 1997 – Portovenere, Cinque Terre e Isole (Palmaria, Tino e Tinetto)
- 1997 – Modena: Cattedrale, Torre Civica e Piazza Grande
- 1997 – Villaggio Nuragico di Barumini
- 1997 – Orto botanico di Padova
- 1997 – Residenze Sabaude
- 1997 – La Villa Romana del Casale di Piazza Armerina
- 1998 – Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano
- 1998 – Zona Archeologica e Basilica Patriarcale di Aquilei
- 1998 – Centro Storico di Urbino
- 1998 – Zona Archeologica e Basilica Patriarcale di Aquileia
- 1999 – Villa Adriana (Tivoli)
- 2000 – Assisi, La Basilica di San Francesco e altri siti Francescani
- 2000 – Isole Eolie
- 2000 – Città di Verona
- 2001 – Villa d’Este (Tivoli)
- 2002 – Val di Noto
- 2003 – Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia
- 2004 – Necropoli Etrusche di Cerveteri e Tarquinia
- 2004 – Val d’Orcia
- 2005 – Siracusa e le necropoli rupestri di Pantalica
- 2006 – Genova, le Strade Nuove e il Sistema dei Palazzi dei Rolli
- 2008- Ferrovia retica nel paesaggio dell’Albula e del Berninado
- 2008 – Mantova e Sabbioneta
- 2009 – Dolomiti
- 2011 – Siti palafitticoli preistorici delle Alpi
- 2011 – Longobardi in Italia. Luoghi di potere
- 2013 – Monte Etna
- 2013 – Ville medicee
- 2014 – Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato
- 2014 – Palermo arabo-normanna e cattedrali di Cefalù e Monreale
- 2017 – Opere di difesa veneziane tra XVI e XVII secolo: Stato da Terra-Stato da Mar occidentale
- 2018 – Foreste primordiali dei faggi dei Carpazi e di altre regioni d’Europa
- 2018 – Ivrea città industriale del XX secolo
- 2019 – Colline del prosecco di Conegliano Veneto e Valdobbiadene
Prosecco Patrimonio UNESCO: la protesta degli ambientalisti
La decisione di candidare le Colline del Prosecco di Conegliano Veneto e Valdobbiadene a patrimonio comune dell’umanità non è stata ben accolta da circa quaranta associazioni ambientaliste, tra cui il WWF e Pesticides Action Network (PAN Italia), che hanno consegnato all’UNESCO una dettagliata documentazione per spiegare i motivi della contrarietà. Alla base di tale opposizione un motivo più che comprensibile. Come evidenziato dagli ambientalisti, le Colline di Conegliano Valdobbiadene applicano da tempo una monocultura vinicola industrializzata, con un largo uso di pesticidi che mettono a rischio la biodiversità nonché la qualità delle acque, del suolo e delle comunità locali.
L’appello a quanto pare non ha sortito i risultati sperati. In risposta alle associazioni, Innocente Nardi, presidente del Consorzio del Prosecco Superiore, ha commentato: “Abbiamo già vietato l’uso di un erbicida contestato come il glifosato, la più grande area d’Europa ad averlo deciso, ora il riconoscimento dell’UNESCO convincerà tutti a fare di più per il paesaggio”.
Dal canto nostro ci auguriamo che la ricchezza naturalistica del territorio sia effettivamente tutelata e che il rispetto dell’ambiente rappresenti una delle prerogative essenziali nella selezione dei siti Patrimonio dell’Umanità.