Il 9 settembre, il territorio dell’Alta Murgia e delle Premurge è stato proclamato all’unanimità Geoparco Mondiale UNESCO. Un traguardo storico non solo per la Puglia ma per l’Italia intera
L’Alta Murgia ha ottenuto il prestigioso riconoscimento di Geoparco Mondiale UNESCO, il 12° nel nostro Paese. Un successo che conferma il valore geologico, naturale e culturale di questa terra.
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La decisione è stata presa all’unanimità dal Consiglio Mondiale dei Geoparchi UNESCO, riunito dall’8 al 9 settembre a Non Nuoc Cao Bang, in Vietnam.
Un sogno che diventa realtà
Ad annunciare la notizia è stato il Presidente dell’Ente Parco, Francesco Tarantini, che ha comunicato l’ingresso dell’area murgiana nell’elenco dei 213 geoparchi diffusi in 48 Paesi del mondo.
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“Una giornata storica che vede un sogno diventare realtà”, ha commentato Tarantini, sottolineando che il riconoscimento arriva dopo tre anni di “duro lavoro” oltre al fatto che, grazie al titolo ottenuto, il Parco dell’Alta Murgia entra “a far parte di una rete globale di territori riconosciuti per il patrimonio geologico di rilevanza internazionale”.
Il Parco dell’Alta Murgia
Il Parco Nazionale dell’Alta Murgia è un gioiello naturale che si estende nel cuore della Puglia. Istituito nel 2004, è un esempio concreto di come l’uomo possa convivere in armonia con la natura, rispettando e valorizzando un territorio selvaggio.
Il Parco dell’Alta Murgia abbraccia un’area di oltre 68.000 ettari, estendendosi tra le province di Bari e Barletta-Andria-Trani. È un territorio simbolo di biodiversità, caratterizzato da campi di grano, pascoli rocciosi, pinete, cavità carsiche e boschi di querce.
I paesaggi sono punteggiati da antiche masserie, emblema dell’antica civiltà pastorale che ha plasmato nei secoli l’identità della regione.
La ricchezza faunistica
Il territorio dell’Alta Murgia ospita un insieme faunistico tra i più ricchi della Puglia e d’Italia, con specie anche rare. Tra gli uccelli, si possono ammirare popolazioni tipiche delle aree steppiche del Mediterraneo, come la calandrella, la calandra, , l’allodola, la cappellaccia e l’occhione.
Significativa è la presenza di rapaci diurni, tra cui spicca il grillaio, che nidifica nei centri storici della zona, creando un legame suggestivo tra natura e architettura. Altri rapaci di rilievo sono il nibbio reale, il biancone, il lanario e la poiana. Tra i rapaci notturni, il Parco ospita il barbagianni, il gufo comune e la civetta.
L’Alta Murgia accoglie anche anfibi come il tritone italiano e l’ululone dal ventre giallo, e rettili come il ramarro, la vipera e la testuggine di Hermann.
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Tra i mammiferi, si possono annoverare la volpe, la donnola, il tasso e, occasionalmente, anche la presenza del lupo.
L’archeologia
Il Parco dell’Alta Murgia è ricco di reperti archeologici di rilevanza mondiale, come testimoniato dalla scoperta dell’Uomo di Altamura, uno scheletro di ominide vissuto 150.000 anni fa, rinvenuto nella Grotta di Lamalunga.
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Lo scheletro, perfettamente conservato, appartiene a una forma arcaica di Homo, vissuta tra l’Homo erectus e l’Homo di Neanderthal. La grotta, pur non accessibile al pubblico, è visitabile virtualmente nella vicina masseria settecentesca di Lamalunga. Oltre a questi resti umani, al suo interno sono stati rinvenuti reperti faunistici ancora più antichi, risalenti a circa 400.000-500.000 anni fa.
A circa 13 chilometri da Corato, è stata inoltre scoperta una necropoli a tumulo risalente al VII-IV secolo a.C., con tombe contenenti oggetti in bronzo, ferro e vasellame frammentario.
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