Attraverso interviste ad esperti di vari aspetti della natura umana, questo documentario ci permette di ripercorrere la storia evolutiva dell’uomo e il suo complesso rapporto con la natura.
Living in the Future’s Past è un documentario diretto da Susan Kucera. Esso propone un’analisi a 360 gradi sul futuro degli uomini e del Pianeta con uno sguardo alla storia evolutiva della specie umana.
Insieme alla voce narrante dell’attore americano Jeff Bridges, vengono proposti i punti di vista di importanti esponenti del mondo scientifico e di esperti provenienti da tutto il mondo.
Con il supporto di straordinari scenari fotografici, lo spettatore è condotto verso una riflessione a tutto tondo sulla natura umana e sul posto che l’uomo occupa nel mondo.
Un originale excursus su chi siamo e su come siamo chiamati ad affrontare le conseguenze delle nostre attività sul consumo di risorse naturali.
Living in the Future’s Past: siamo tutti parte di un sistema
L’approccio adottato è quello che guarda all’essere umano come parte di un tutto. “Noi siamo tutti parte di un sistema, siamo natura” , come sostiene il nativo americano Oren Lyons.
Il nostro percorso filogenetico ci ha portato a compiere notevoli passi avanti nella capacità di adattamento all’ambiente.
In termini evolutivi ogni specie si adatta alle condizioni dell’ambiente in cui vive, ma come uomini abbiamo sviluppato una facoltà superiore.
Siamo, infatti, in grado di controllare e modificare le condizioni ambientali attraverso l’utilizzo di conoscenze culturali e tecnologie sempre più sofisticate. È questo che rende la nostra specie unica e differente rispetto alle altre.
“Sembra non ci sia nulla che non possiamo fare, perfino la conquista dei cieli”.
Piers Sellers, astronauta della NASA e scienziato riporta la sua esperienza di sopresa nel constatare dall’alto lo strato molto sottile di atmosfera che ci rimane.
Nonostante il punto di vista oggettivo, risulta scioccante perfino per uno scienziato vedere quanto sia ridotta a causa dell’attività umane.
Living in the Future’s Past: l’uomo, primate con un grande cervello
Pur essendo la specie più flessibile, adattabile nei contesti abitativi più disparati, dalle persone nell’Artico a quelle vivono nelle foreste amazzoniche, quella umana è anche l’unica con una massiccia capacità distruttiva.
Non bisogna, infatti, dimenticare come, nonostante il progresso tecnologico conseguito, siamo essenzialmente degli animali dotati di emozioni e impulsi.
Siamo la più nuova specie evoluta ma tutto sommato rimaniamo dei primati dotati di un grande cervello. O meglio, a crescere sono state le connessioni neurali e le conoscenze accumulate nel corso della nostra storia evolutiva.
Anche il parere di eminenti esponenti del mondo della psicologia come Daniel Goleman, autore de “L’intelligenza emotiva”, ci permette di avere una visione complessiva della questione.
Siamo animali sociali, spinti ad adottare meccanismi imitativi che ci fanno sentire parte della società. Inoltre, siamo circondati da stimoli che ci spingono a procurarci da soli immediate ricompense.
D’altra parte i neurotrasmettitori che ci permettono di provare piacere sono gli stessi dei nostri antenati. Gli stessi che nella preistoria si attivavano in occasione di una ricompensa inattesa, come trovare una bacca o riuscire nella caccia.
Il nostro cervello attuale è uguale a quello di uomi vissuti 50 mila anni fa. Le informazioni immagazzinate, tuttavia, sono decisamente diverse. Cambiano anche da una generazione all’altra permettendo l’evoluzione dell’uomo.
A partire dal Neolitico e dalla rivoluzione agricola, l’essere umano ha imparato gradualmente ad accumulare. Si è dato così avvio alla costruzione della civiltà. Nella società moderna questa tendenza, un tempo necessaria per la sopravvivenza, ha assunto dimensioni spropositate.
Oggi viviamo in un mondo caratterizzato dall’abbondanza e dal massiccio consumo di energie e risorse naturali. Siamo indotti a pensare che questa sia normale per la condizione umana.
In realtà, “il modo in cui stiamo vivendo è anormale”.
Living in the Future’s Past: la questione dei cambiamenti climatici
La grande sfida dei nostri tempi consiste proprio nel fronteggiare l’impatto umano sull’ambiente e quello che significa per la futura civilizzazione.
Uno dei punti cruciali affrontati dal documentario riguarda la scoperta dei combustibili fossili che hanno decretato un profondo cambiamento. Diventati dipendenti da fonti di energia non rinnovabili, abbiamo perso di vista il costo effettivo delle nostre attività.
Questo tema si collega strettamente a quello così attuale e urgente del cambiamento climatico.
Abbiamo davvero poca conoscenza di come il sistema risponderà a questi drammatici cambiamenti in atto. Scioglimento dei ghiacci e innalzamento dei livelli dell’acqua di mari e oceani sono solo alcuni modificazioni graduali ma inesorabili. Cosa succederà tra 100 anni e come tutti gli organismi si stanno adattando a ciò?
L’accesso all’acqua pulita e al cibo rischiano di essere problematiche sempre più diffuse se non interveniamo subito.
Il viraggio verso fonti di energia pulite, come quella solare, è chiaramente impossibile a partire dal nostro attuale sistema. Pertanto è necessario essere disposti a fare delle modifiche strutturali e sostanziali, a costo di eventuali sacrifici.
Formiche e api sono organismi individuali con differenti ruoli, insieme compongono dei super organismi collettivi. Allo stesso modo gli umani, pur non essendo degli ‘insetti sociali’, hanno sviluppato città che sembrano dei super organismi interdipendenti.
Nella moderna società è quasi impossibile per gli individui vivere indipendentemente dagli altri. Dovremmo sentirci interessati dai profondi cambiamenti che avvengono intorno a noi e ci riguardano così da vicino.
Passato, presente e futuro sono tutti interconnessi. Riflettere sul nostro percorso ci permetterà di cogliere le conseguenze delle nostre azioni e i pericoli che stiamo correndo.
Forse proprio in questo risiede la risposta al cambiamento. Adattarci ancora una volta, sfruttando le conoscenze accumulate, per garantire la sopravvivenza della nostra specie e del Pianeta.
Living in the Future’s Past sarà proiettato a Torino sabato 2 giugno 2018, alle ore 18:00 presso il Cinema Massimo, nell’ambito del Festival CinemAmbiente, a cui partecipa nella sezione Concorso Documentari Internazionali.