Freddo e scosse telluriche continuano a mettere a dura prova le regioni del Centro Italia. Gli effetti di questi due fenomeni insieme si sono dimostrati devastanti. In zone già colpite in autunno da terremoti importanti, è arrivata la neve, molta, moltissima neve: l’Azienda Agricola Scolastici, da cui arrivano anche le foto qui pubblicate, scrive in un post su Facebook del 18 gennaio che la “neve è intorno al metro e ottanta ma ci sono cumuli alti anche quattro metri“. Ecco il quadro della drammatica situazione che stanno vivendo gli abitanti di quelle zone.

Il territorio è quello compreso tra Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio. Gli abitanti, persone e animali, popolano un luogo con una forte valenza agricola in cui l’allevamento è molto diffuso. Coldiretti parla di circa 3 mila aziende agricole che allevano oltre 100 mila animali tra mucche, pecore e maiali. Un territorio già ferito recentemente e dove ancora non si erano ricostruite le strutture danneggiate. Adesso altre scosse e un’ondata di maltempo come non capitava più da quasi 40 anni delineano un’emergenze che ha dell’apocalittico.

Molti sono gli animali morti: i tetti di alcune stalle, resi più fragili dal peso della neve, sono crollati a causa delle scosse del terremoto. Purtroppo poi, sfuggire al crollo non garantisce nulla: non ci sono altre stalle per spostare il bestiame rimasto senza tetto. Secondo la Coldiretti gli animali in questa situazione non sono pochi. Solo nelle Marche ci sono 600 mucche e 5000 pecore senza riparo. E se ciò non bastasse le strade chiuse per il ghiaccio non permettono né la consegna dei mangimi per nutrirli né la raccolta del latte che in qualche modo è stato pur munto. Sempre Coldiretti informa che sono iniziate le operazioni di evacuazione delle stalle crollate o lesionate grazie alla solidarietà tra allevatori e all’arrivo dell’Esercito e Protezione Civile.

La drammatica situazione non riguarda solo gli animali d’allevamento. La stessa sorte sta toccando ai nostri amici gatti e cani, dispersi nei campi, a volte purtroppo anche legati. Andare a prestare soccorso non è semplice. Muoversi è complicato anche a piedi. Già in autunno si erano mobilitate varie associazioni per raccogliere solidarietà e fornire aiuto. La stessa solidarietà a cui siamo chiamati a rispondere anche adesso.

Per farlo possiamo trovare utili indirizzi proprio sui social, cercando direttamente le strutture citate nelle notizie di aggiornamento della situazione. Proprio come per l’Azienda Agricola Scolastici di cui abbiamo parlato. Facciamo solo attenzione alle richieste che arrivano tramite catene in quanto a volte si dimostrano vere e proprie bufale. Contattiamo invece direttamente i soggetti che si propongono e che operano da anni nelsettore, chiedendo loro di cosa possono avere bisogno e in che modo, oppure controlliamo i profili social delle associazioni animaliste quali la Lega Nazionale per la Difesa del Cane oppure l’Enpa.
Aiutiamoli subito!
