La scuola è appena ricominciata, ma non stupitevi se dallo zaino degli alunni vedrete spuntare, oltre a libri e portapenne, anche una zappetta o un piccolo rastrello. Ormai da qualche anno infatti si sta diffondendo in tutta Italia, dal Piemonte alla Sicilia, una nuova attività scolastica che sembra riscuotere grande successo tra bambini e insegnanti: l’orto didattico.
Cavoli, spinaci, ravanelli, pomodori e fragole stanno spuntando nei cortili delle scuole dell’infanzia, elementari e medie di molte città. Ed ecco che al suonare della campanella, tra una lezione di matematica e l’interrogazione di storia, i bambini si riversano in giardino con stivaletti sporchi di fango per piantare, seminare e scovare nella terra lombrichi e larve di coleottero.
L’orto didattico è un laboratorio che impegna i bambini tutto l’anno, con continuità, per affrontare i temi della biodiversità, dell’alimentazione consapevole e del rispetto per la terra. Declinato per ogni età, dai 3 ai 15 anni, il lavoro nell’orto, oltre a svolgere una funzione didattica, educa i bambini alla lentezza, al rispetto dell’ambiente e degli altri esseri viventi e permette loro di sperimentare e di partecipare attivamente alla realizzazione e alla cura di uno spazio condiviso.
Sono sempre di più gli insegnanti e i dirigenti scolastici che scelgono di realizzare l’orto nella propria scuola con il supporto di associazioni specializzate, convinte che questo sia uno strumento utile al raggiungimento di diverse competenze e capace di veicolare molte discipline tra cui geografia (provenienza delle piante), storia (tradizione ed evoluzione della vita contadina), scienze (la vita vegetale e animale), matematica (organizzazione e riflessione sugli spazi e dei tempi di semina), educazione fisica.
Si scopre così che molti bambini sono abituati a giocare con la terra e con le piante, mentre altri provano quasi ripugnanza a sporcarsi le manine. Le famiglie dovrebbero abituare i bambini fin da piccoli a familiarizzare con la natura, perché, come scrive la ricercatrice Sabine Eck nel saggio “La scuola nel bosco“: –Le radici delle nostre emozioni vitali si sviluppano nei primi 7 anni di vita e se l’albero, la farfalla, il bruco, il lombrico, la lumaca, l’ape e la coccinella non ci emozionano da piccoli, da grandi non saranno altro che disturbi da schiacciare, cose senza valore e senza anima-.
Inoltre, il toccare con mano e la sperimentazione attiva, permettono di fare scoperte incredibili, di accrescere le proprie abilità e affinare i cinque sensi ormai così poco utilizzati nella società moderna.
Se siete genitori o insegnanti e vi piacerebbe coinvolgere i vostri bambini in un’attività educativa, divertente e salutare come quella dell’orto didattico, provate a informarvi se la vostra regione o il vostro comune offre servizi di educazione ambientale rivolti alle scuole col supporto di associazioni competenti. Sarà una grande soddisfazione per i piccoli scolari tornare a casa, oltre che con i compiti, anche con qualche ortaggio raccolto a scuola. Una buona occasione anche per introdurre le verdure nella loro alimentazione!