Don’t forget Nepal, una mostra fotografica racconta il magnifico Nepal e l’Osservatorio Piramide che studia i cambiamenti climatici a 5mila metri
Montagne, gole, yak e templi variopinti. Ma anche una moderna piramide a 5000 metri di quota che concilia ricerca scientifica, sostenibilità e tecnologie all’avanguardia. Nella mostra fotografica Don’t forget Nepal-the essence, il fotoreporter Enrico de Santis ci racconta con preziosi scatti d’autore un Nepal fatto di spazi sterminati e tradizioni autentiche, sulle cui vette sorge il Laboratorio-Osservatorio Piramide EvK2-CNR, nato nel 1987 ai piedi del versante nepalese dell’Everest, con l’obiettivo di studiare i cambiamenti climatici e ambientali. Il centro di ricerca internazionale da oltre 25 anni è usato per studi sulla fisiologia umana, sull’ambiente e sul clima. In particolare per monitorare lo scioglimento dei ghiacciai, per controllare i fenomeni legati all’inquinamento atmosferico e ai mutamenti climatici.
Nel 2013 Cobat, il Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo, ha organizzato la spedizione ecologica Top Recycling Mission per sostituire le 15 tonnellate di accumulatori al piombo e pannelli fotovoltaici che alimentano il laboratorio scientifico più alto del mondo. Una carovana di Yak, Sherpa e Italiani tra piogge e nebbie, si è snodata tra ripidi pendii e sperduti monasteri buddisti, tra valli gelate e bandierine votive per dare nuova energia al Laboratorio Piramide EvK2-CNR.
Enrico de Santis ha documentato con originalità e poesia il viaggio da cui è nata la mostra organizzata da Cobat presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci a Milano. Tre le prospettive e tre le sezioni della mostra attraverso cui scopriamo questo paese, al confine tra cielo e terra, e i particolari della straordinaria impresa: Katmandu Kaos and Gods, Himalaya Recycling Mission e The Pyramid in the rock.
La prima ci svela Katmandu, la capitale del Nepal, i suoi templi e le tradizioni religiose Induiste e Buddhiste.
La seconda segue le tappe della missione che ha coinvolto, oltre che gli operatori del team di Cobat e dell’EvK2-Cnr, anche la gente del luogo, esperta e abile nello scalare la montagna più alta del mondo.
La terza focalizza l’attenzione sulla piramide incastonata tra le rocce, centro di studio e monitoraggio delle criticità ambientali sperduto nel nulla, spazzato dai gelidi venti himalayani. Il complesso è completamente auto-sufficiente grazie a un sistema di rifornimento energetico ibrido, comprendente una micro centrale idroelettrica e un sistema di pannelli solari.
La mostra vuole offrire il proprio contributo alla promozione della raccolta fondi lanciata dall’associazione EvK2-Cnr, insieme al CESVI, per la ricostruzione di Thame, un piccolo villaggio a 3800 metri di quota, completamente devastato dal terremoto dello scorso 25 aprile in Nepal. Un modo per non dimenticare e per spronare sempre più a lavorare per l’ambiente, a favore di un’esistenza rispettosa della natura e delle sue leggi, perché i nostri comportamenti e le nostre abitudini quotidiane non contribuiscano a scatenare nuove tragedie, preludio di preoccupanti crisi ambientali.
Durante la spedizione Top Recycling Mission, è stato realizzato un documentario.
La mostra è stata inaugurata lo scorso 22 Settembre e resterà aperta fino al 25 Ottobre 2015 presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci a Milano. Orari e biglietti sul sito del museo.