Planetary è un lavoro corale, un racconto a più voci, un appello, un viaggio. Immagini spettacolari, video e testimonianze sulla storia più affascinante e coinvolgente che ci sia: quella del nostro Pianeta.
Attraverso Planetary, film a concorso a CinemAmbiente 2015, il regista Guy Ried ci invita a guardare indietro e ripercorrere attraverso le tappe più importanti e le esperienze più emozionanti che l’uomo ha collezionato fino a oggi, il passato della Terra. O almeno, ciò che conosciamo di essa.
![Planetary Tokyo](https://www.ehabitat.it/wp-content/uploads/Planetary4_CoupleSittingApartTokyo_bassa.jpg)
Orgoglio, meraviglia, stupore, ma anche senso di piccolezza, di impotenza: siamo colti da moltissime sensazioni e oscilliamo tra diversi punti di vista. Ma tutto ci guida verso un senso di comune appartenenza al nostro pianeta; alla scoperta che tutto è connesso, in primo luogo noi stessi, la nostra specie, come tutte quello che popolano la Terra, e del nostro futuro. Facciamo tutti parte di questo piccolo, grande, straordinario Pianeta.
![Planetary Bamboo Forest Kyoto](https://www.ehabitat.it/wp-content/uploads/Planetary1_BambooForestKyoto_bassa.jpg)
Dalle straordinarie immagini della via Lattea delle missioni Apollo della NASA, ai monasteri Buddisti dell’Himalaya; dai suoni che fanno da sottofondo alle megalopoli della Terra, come Tokyo e New York alle voci narranti pacate e intimiste degli astronauti, testimoni di un punto di vista unico sul nostro Pianeta. Interventi di persone molto differenti tra loro ma tutte legate alla riscoperta dell’essere umano e del suo intimo contatto con la terra. Come Mae Jemison, la prima donna afro-americana ad andare nello spazio, l’antropologo Wade Davis, un monaco buddista tibetano della scuola Kagyu.
Planetary mette in luce la crisi globale di prospettiva in cui ci troviamo oggi. E cioè che tutto è collegato e che ogni nostra azione determina conseguenze che si ripercuotono su tutto e su tutti.
![Planetary Bay Bridge SanFrancisco](https://www.ehabitat.it/wp-content/uploads/Planetary2_BayBridgeSanFrancisco_bassa.jpg)
Campanello d’allarme, monito, racconto: questo documentario obbliga a riflettere, a ripensare a noi stessi in maniera diversa. Non come ospiti di un luogo ma come parte integrante di esso. Guy Ried è un regista pluripremiato, speaker e fotografo, specializzato in filosofia orientale, ecologia e sviluppo sostenibile. Nel 2010 ha fondato con Steve Watts Kennedy e Christoph Ferstad “Collective”, un’organizzazione creativa dedicata alla visione del mondo. Attraverso cinema, installazioni, fotografia e tecnologia cerca di raccontare la storia “dell’interdipendenza”. “Collective” crede fermamente nella potenza delle opere creative per cambiare le prospettive, la vita e, in ultima analisi, il pianeta.
![Planetary Poster](https://www.ehabitat.it/wp-content/uploads/Planetary_Poster_bassa.jpg)
Con questo spirito, Planetary verrà proiettato nella sala 1 del Cinema Massimo di Torino sabato 10 ottobre 2015 alle ore 22.
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Ottimo articolo, agile e preciso, su un’opera che credo valga senz’altro la pena di essere vista. E, casomai l’argomento non stimolasse a sufficienza la curiosità del pubblico, ci hai pensato tu ad accendere un bel riflettore 🙂
Grazie Sara, per la segnalazione!
(Mi sa che ci vedremo in sala)
Ho visto il film in TV da poco su FOCUS, dopo ho letto l’articolo e devo dire che nonostante il film sia stato descritto in modo encomiabile, il documentario è di una
bellezza così profonda ed oserei dire così mistica che va assolutamente visto per provare delle emozioni che le parole non possono esprimere.