Si avvicina San Valentino, sicuramente la ricorrenza per la quale i fiori sono il regalo più diffuso e gradito. Scegliere in modo consapevole cosa regalare è l’unico modo per tutelare l’ambiente, i lavoratori e la salute. A differenza però di quanto avviene in altri settori, in questo caso il prodotto finito generalmente non arriva al consumatore con una targhetta che ne indichi la provenienza e le modalità di coltivazione. Per questo è importante saperne di più.

Bisogna sapere che la maggior parte dei fiori recisi venduti in Europa sono importati dall’Africa, dal Sud America e dall’Asia, in particolare da Kenya, Etiopia, Colombia, Ecuador e India. I fiori vengono coltivati da multinazionali o grandi aziende controllate da società straniere principalmente per essere esportati sui mercati europei, nord americani, sud coreani e giapponesi. Anche nella floricoltura dunque sono molto rilevanti la delocalizzazione e la globalizzazione della produzione: in un mercato in cui la concorrenza è principalmente nell’offrire il prezzo più basso, le condizioni di lavoro della manodopera sono le prime vittime di questa industria.

Come mostrano i rapporti internazionali, come quello di Labour Rights, ai lavoratori è spesso richiesto lavoro straordinario senza retribuzione oltre ad essere esposti quotidianamente a prodotti chimici tossici senza la dotazione di sicurezza necessaria. Le giovani donne, che costituiscono la maggior parte dei lavoratori dei fiori (si calcola siano circa l’80%), a seguito dei lunghi turni in serra, accusano spesso problemi al ciclo mestruale, aborti spontanei, parti prematuri o altri problemi causati dalla postura, dal contatto con sostanze chimiche dannose e dall’affaticamento. Inoltre, la consuetudine portata avanti da molte aziende di smaltire i propri rifiuti tossici in prossimità di fiumi e laghi mette a repentaglio la sicurezza e la salute non solo dei lavoratori ma anche degli abitanti delle zone di produzione dei fiori, oltre degradare l’ambiente circostante.
Cosa possiamo fare noi consumatori, allora? Innanzi tutto dobbiamo cercare di acquistare fiori di cui sia nota la provenienza. Ad esempio, è possibile acquistare fiori sostenibili scegliendo quelli certificati Fairtrade, che attraverso i propri standard internazionali tutela i coltivatori, favorisce l’inserimento lavorativo delle donne e prevede controlli stringenti sull’uso di sostanze chimiche e nella gestione di acqua e rifiuti.

Nella scelta di piante o fiori recisi, poi, possiamo privilegiare la produzione locale e soprattutto di stagione: un modo per spendere di meno e per avere fioriture più durature.
Diciamolo coi fiori dunque, ma che siano prodotti in modo sostenibile per i lavoratori e per l’ambiente!
