Nel 2024 l’Europa ha raggiunto un record con la rimozione di 542 dighe e barriere fluviali obsolete, favorendo il ritorno naturale dei corsi d’acqua e la tutela della biodiversità.
Nel 2024 l’Europa ha raggiunto un traguardo storico nella tutela ambientale con la rimozione di 542 dighe, briglie, cunette e chiuse che ostruivano i fiumi, segnando un incremento dell’11% rispetto al 2023. A rivelarlo è il nuovo rapporto annualedi Dam Removal Europe, la coalizione di ONG impegnate nel ripristino del naturale flusso dei fiumi. Si tratta di un numero mai raggiunto prima, che testimonia una crescente consapevolezza e un impegno di comunità locali e governi verso la rinaturalizzazione delle vie d’acqua europee.
Rimozione dighe in Europa, strutture obsolete e un impatto positivo
Le strutture rimosse erano in gran parte obsolete e inutilizzate, quindi non influiscono sulla produzione di energia idroelettrica né su altri usi strategici. La loro eliminazione permette ai corsi d’acqua di tornare a scorrere liberi dopo decenni di interruzione, favorendo la rigenerazione degli habitat fluviali.
Il rapporto sottolinea che il 90% delle barriere eliminate erano piccole strutture, spesso sotto i 2 metri di altezza. Ostacoli relativamente semplici ed economici da rimuovere, ma con un impatto significativo sulla fauna e sulla qualità delle acque. Soprattutto per i pesci migratori, che necessitano di corridoi fluviali liberi per completare i loro cicli vitali. La loro popolazione, non a caso, è diminuita del 75% dal 1970 a causa della frammentazione dei fiumi.
I Paesi protagonisti
Nel 2024, 23 Paesi europei hanno rimosso almeno una barriera. Quattro nazioni – Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Repubblica Ceca e Turchia – si sono impegnate per la prima volta in questa attività.
La Finlandia si è confermata in testa con 138 rimozioni, seguita da Francia (128), Spagna (96), Svezia (45) e Regno Unito (28). In Italia, il fiume Giovenco ha beneficiato della rimozione di cinque barriere, restituendo 11 chilometri di corso d’acqua completamente liberi dopo decenni.
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La sostituzione, in Belgio, di 11 cunette con ponti nei bacini idrografici Rulles e Anlier contribuisce alla protezione dell’ostrica perlifera, un mollusco a rischio nell’Unione Europea. In Svezia e Finlandia, quasi 400 barriere sono state rimosse nel bacino del Torne, che copre un’area grande quanto la Svizzera.
La Nature Restoration Law e gli obiettivi per il 2030
Nature Restoration Law, la guida per la sua corretta attuazione
I risultati ottenuti sono frutto anche della legge quadro europea sulla Restaurazione della Natura. Approvata nel 2023, la norma fissa l’obiettivo ambizioso di riportare 25.000 chilometri di fiumi in Europa a uno stato libero e naturale entro il 2030.
Gli Stati membri dell’UE dovranno presentare entro metà 2026 un piano d’azione dettagliato che spieghi come intendono raggiungere questo obiettivo. Nel frattempo, tuttavia, la rimozione delle dighe obsolete sta già accelerando. E contribuendo concretamente a ridurre la frammentazione delle vie fluviali, più volte segnalata come una delle principali cause del declino della biodiversità e della qualità delle acque interne.
