Sculture dai rifiuti sono state realizzate nell’ambito del progetto SUNCASA in Sudafrica per rivitalizzare il bacino idrografico dell’Alto Juskei
Rifiuti solidi che minacciano la vita dei fiumi trasformati in sorprendenti installazioni artistiche per il ripristino ecologico. Siamo lungo le rive un tempo degradate del fiume Juskei per raccontare questa soluzione innovativa basata sulla natura – inserita nell’ambito del progetto SUNCASA (Scaling Urban Nature-based Solutions for Climate Adaptation in Sub-Saharan Africa), Litter Traps and Art – che vede protagonista la comunità tessile di Alexandra Township a Johannesburg (Sudafrica).

Questa interessante iniziativa, frutto della collaborazione tra SUNCASA ed i suoi partner locali a Johannesburg, concilia la creatività artistica con l’impegno ambientale, dimostrando il valore delle opere d’arte pubbliche che contribuiscono alla pulizia dei fiumi, alla difesa dall’erosione e dalle inondazioni, alla tutela della biodiversità ed in generale alla resilienza climatica.
“Abbiamo trasformato i detriti della vita urbana in guardiani del fiume. Ogni trappola parla di ciò che è stato scartato – fisicamente e socialmente – e lo trasforma in un simbolo di cura. L’arte non è un’aggiunta qui; è centrale per il ripristino ecologico”, il commento dell’artista e scienziata ambientale Hannelie Coetzee, a capo del progetto.

Il Jukskei River Community Litter Trap and Art Launch
Questa singolare iniziativa si è svolta lo scorso 16 aprile ad Alexandra Township. Il programma prevedeva per prima cosa la visita alla Kula Marolen Foundation per approfondire la conoscenza della comunità tessile di Alexandra. Successivamente l’artista e scienziata Coetzee ha condotto le visite guidate lungo il fiume Jukskei, in collaborazione con The Art Collective e Alexandra Water Warriors. L’evento si è concluso con un momento di riflessione tenuto da alcuni partner chiave del progetto, tra cui la Città di Johannesburg e Global Affairs Canada, prima del pranzo di networking che ha evidenziato la proficuità del lavoro in collaborazione.

Come sia stato possibile tutto questo l’ha spiegato David van Niekerk, CEO della Johannesburg Inner City Partnership (JICP). “Mi è venuta l’idea di trasformare le antiestetiche trappole per i rifiuti in vivaci spazi comunitari, attivandole attraverso installazioni d’arte pubblica. Potrebbero quindi essere utilizzate non solo per la pulizia del fiume, ma anche per coinvolgere la comunità locale nel processo di attivazione, oltre a essere luoghi in cui residenti e turisti potrebbero imparare a conoscere il fiume e gli approcci basati sulla natura”, le sue parole.
All’iniziativa era presente pure Janina Schinck, responsabile del progetto SUNCASA. Questo il suo commento: “È stato stimolante vedere il coinvolgimento della comunità di Alex nelle attività del nostro progetto. Con le River Creature Series, hanno creato qualcosa di davvero speciale per dimostrare l’importanza della gestione comunitaria dei bacini idrografici negli anni a venire”.
Le opere
Queste interessanti ed utili installazioni artistiche dislocate lungo il fiume Juskei compongono la serie Alexandra River Creature.

La Kula Marolen Foundation di Alexandra è stata fondamentale per la formazione sulla tecnica del macramè, ideale per la realizzazione di trappole per rifiuti adattabili e installabili in diversi punti a seconda delle condizioni del fiume. Ecco dunque dei mezzi originali ed efficaci per tenere a bada le inondazioni e combattere l’inquinamento.
La trappola per la raccolta dei tronchi, ad esempio, è costituita da un cavo in fibra ottica riciclato, capace di condurre i tronchi invasivi più pesanti verso la riva, proteggendo così le aree a valle e minimizzando i danni causati dalle inondazioni. Ancora più artistico è invece lzizwe the Bird, ovvero il messaggero del fiume, realizzato dall’artista Collen Maswanganyi posto alla guida di un team di intagliatori di legno. Questa scultura, scolpita da tronchi invasivi, invita alla pace ed alla connessione spirituale e simboleggia la salute dei fiumi, ricordandoci di rispettare la natura in tutte le sue forme.
Gli artisti Samiksha Singh, Hannelie Coetzee e Solomon Ndlov hanno realizzato The River Fish, il pesce di fiume che non è altro che una scultura intrecciata dalla Kula Marolen Foundation con una vasca da bagno recuperata dalle acque del Juskei. Lo scarto della civiltà (o meglio inciviltà) umana contribuisce così a intrappolare i detriti di plastica, ispirandosi al sistema di nutrizione dei pesci tramite filtraggio. La natura è ricca di insegnamenti che l’uomo dovrebbe limitarsi semplicemente a recepire.
Barriere galleggianti cattura-plastica: a pesca di rifiuti nei fiumi contro l’inquinamento marino
Un altro omaggio alla fauna è Musa la capra: il pascolatore resiliente, la scultura opera di Sifiso Gumede in collaborazione con Hannelie Coetzee, realizzata con piastrelle e pietre di recupero per dare il giusto risalto al ruolo della capra nella preservazione degli ecosistemi fluviali di Alexandra. Un animale simbolo di biodiversità e resilienza, che non poteva mancare lungo le sponde verdi del Juskei.
Dopo la capra ecco Nhlakanipho il granchio: il pulitore della natura, la scultura di Sipho Gwala e Hannelie Coetzee che è stata realizzata con i rifiuti edili abbandonati e quindi non correttamente smaltiti. I granchi in piastrelle e mattoni in equilibrio precario sui blocchi di marmo ci vogliono far capire che qualcosa di fondamentale si sta perdendo, poiché quegli scarti minacciano la salute del fiume e quei preziosi crostacei che ripuliscono i letti di fiumi, garantendo la qualità dell’acqua, sono messi sempre più a rischio dall’inquinamento crescente.

L’artista Albert Rasetlapa ha dato vita a Mkhuseli la mangusta: la disinfestatrice. I rifiuti in questo caso sono pneumatici usati, innalzati a forma d’arte per raffigurare questo utilissimo mammifero predatore dei ratti, sempre più numerosi a causa dell’aumento dell’inquinamento. In sintesi una simpatica e riuscita scultura, che intende celebrare il ruolo della fauna selvatica urbana.
Pneumatici d’autore. Quando il materiale diviene metafora: i corvi di Gerald Beaulieu
Infine eccoci arrivati a Sbusiso Malinga: un’eredità di azione, un bellissimo mosaico realizzato da Hannelie Coetzee in collaborazione con Mosa Mosikidi, che ha guidato il team di artisti che hanno dato il loro contributo all’opera. Questo importante monumento che tiene insieme le piastrelle raccolte in riva al fiume vuole rendere omaggio a Sbusiso Malinga, ovvero il fondatore degli Alexandra Water Warriors, che ha tramandato il valore del mantenimento della pulizia nel Juskei, ispirando le trappole per i rifiuti che oggi campeggiano lungo le sue rive.
Il progetto SUNCASA
Questa iniziativa triennale, che mira a rivitalizzare il bacino idrografico dell’Alto Juskei tramite il ricorso a soluzioni basate sulla nature, rientra nell’ambito del Progetto SUNCASA, teso a migliorare la resilienza, la parità di genere, l’inclusione sociale e la protezione della biodiversità nelle comunità urbane di Etiopia, Ruanda e Sudafrica.
Finanziato da Global Affairs Canada attraverso il programma Partnering for Climate e realizzato dall’Istituto Internazionale per lo Sviluppo Sostenibile (IISD) e dal World Resources Institute, SUNCASA può vantare collaborazioni con numerose e varie organizzazioni locali e si rivolge direttamente a 2,2 milioni di persone che vivono in aree ad alto rischio di inondazione a Dire Dawa (Etiopia), Kigali (Ruanda) e Johannesburg (Sudafrica).
Le soluzioni basate sulla natura su scala urbana per favorire l’adattamento climatico nell’Africa sub-sahariana, che rappresentano il vero cuore del progetto, includono il ripristino e la conservazione delle aree dei bacini idrografici a monte mediante agroforestazione, rimboschimento e riforestazione, creazione di zone cuscinetto e piantumazione di alberi urbani. A Johannesburg, ad esempio, SUNCASA tende a ripristinare il bacino idrografico del fiume Juskei tramite la rimozione di specie aliene invasive e la piantumazione di alberi, riducendo le inondazioni e migliorando così la sicurezza idrica per oltre un milione di persone.
Nature Positive Network, la rete di imprese a favore della natura
Nella città sudafricana SUNCASA si allinea al piano di sviluppo integrato comunale e contribuisce ad affrontare le principali sfide ambientali in aree vulnerabili come Alexandra, dove gli insediamenti informali sono soggetti alle ondate di calore, all’inquinamento ed alle inondazioni. Gli interventi chiave riguardano quindi: la rimozione delle specie aliene invasive ed il reimpianto della vegetazione autoctona; la rimozione ed il riciclaggio dei rifiuti solidi; l’inverdimento urbano e la piantumazione di alberi per ridurre il calore urbano; l’educazione comunitaria ed il rafforzamento delle capacità locali e, non da ultimo e come trattato in questo articolo, il ricorso all’arte pubblica per il riutilizzo creativo dei rifiuti.
Le opere di Ranya Art, le sculture punk realizzate dal riciclo
“La componente educativa del progetto traduce la scienza e la creatività in risorse accessibili per gli studenti. I piani didattici incentrati sulla comunità trattano argomenti come la biodiversità, incluso il ruolo della mangusta nella gestione delle popolazioni di ratti, e le capre come scelta di allevamento più sostenibile, offrendo una comprensione integrata della salute dell’ecosistema. Centinaia di membri della comunità hanno già partecipato attivamente ai dispositivi dinamici di raccolta dei rifiuti e al processo di trasformazione degli stessi. La fase successiva prevede un piano di co-progettazione per la zona ripariale del Parco Fluviale Jukskei, che coinvolgerà migliaia di persone che vivono lungo le rive del fiume”, chiarisce l’IISD.
Fondamentale si rivela il lavoro di partnership con le organizzazioni locali, quali Water for the Future, Alexandra Water Warriors e Gender CC, che permette di implementare le soluzioni basate sulla natura e di mantenerle nel lungo periodo all’interno della comunità, sempre più consapevole della loro importanza.
[Credits foto: iisd.org]
