Ormai diffusa in molti contesti clinici, la pet therapy contribuisce a migliorare lo stato di salute degli umani assistiti. Ma come stanno i cani terapisti? Ce lo dicono i risultati di uno studio.
I cani terapisti sono esemplari molto speciali impegnati nella pet therapy per assistere adulti e bambini in situazioni di disagio.
Insieme a loro, altri animali da compagnia svolgono un ruolo chiave nei trattamenti terapeutico-riabilitativi rivolti alle categorie più deboli.
Cos’è la pet therapy o I.A.A.?
Gli interventi assistiti da animali (I.A.A.), utili per migliorare la salute dei pazienti umani, hanno visto una crescente diffusione nei contesti clinici. A ciò ha contribuito la conferma della loro efficacia terapeutica.

Più comunemente indicati come pet therapy, questi interventi vedono il coinvolgimento degli animali da compagnia come mediatori dei trattamenti.
In primo piano sicuramente spiccano i fidati cani, sempre più spesso in corsia accanto a persone in situazioni di disagio fisico, cognitivo o emotivo.
Ma forse in pochi si chiedono come possano sentirsi nel ricoprire un ruolo così impegnativo.
I cani, in particolare, amano davvero il loro “lavoro”?
Cani terapisti: lo studio sul loro livello di benessere
Un gruppo di ricercatori ha cercato di dare una risposta alla questione. Lo studio, pubblicato su Applied Animal Behaviour Science ha esaminato i livelli di stress dei cani terapisti.
Sono stati valutati gli speciali assistenti pelosi impiegati in contesti di pediatria oncologica di 5 diversi ospedali statunitensi nell’arco di 4 mesi.
In particolare, sono stati analizzati i livelli di cortisolo nella saliva in cani. Quest’ormone, infatti, indica anche nell’uomo l’attivazione dell’organismo rispetto a situazione stressanti.

Il gruppo di ricerca ha adottato anche degli indicatori comportamenti per valutare eventuali condizioni di disagio degli assistenti a quattro zampe.
I risultati hanno evidenziato l’assenza di significative risposte di stress durante la partecipazione alle sessioni di pet therapy. È stato riscontrato, inoltre, che i comportamenti canini indicativi di stress tendono ad essere associati a più alti livelli di cortisolo.
Pur essendo necessarie ulteriori indagini di conferma, questi primi risultati depongono a favore del benessere animale all’interno dei contesti di cura.
Con le dovute cautele sembra, quindi, si possa affermare che questo delicato lavoro non produce stress o malessere nei nostri amici a quattro zampe.
