Era il 1998 quando la LAV, Lega Anti Vivisezione, decise di istituire l’Osservatorio Nazionale Zoomafia e da allora ha collaborato con tutti gli Organi di Polizia giudiziaria e le magistrature per analizzare, denunciare e contrastare tutti i crimini perpetrati ai danni degli animali da parte di singoli e della mafia organizzata.
Ogni anno, da diciotto anni, l’Osservatorio pubblica il Rapporto Zoomafia, un ritratto della situazione italiana per quel che riguarda i crimini più diffusi e i numeri di procedimenti penali.
Quello che emerge dal Rapporto del 2017, relativo ai dati del 2016, non è certo confortante, soprattutto perché si è registrato un aumento dei procedimenti (+1,68%) e degli indagati (+13,31%) rispetto ai dati del 2015.
“Proiettando i dati del campione del 74% delle procure ordinarie su scala nazionale – spiega Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio che ha redatto il Rapporto– si evince che nel nostro Paese si aprono circa 25 fascicoli al giorno per reati a danno di animali con una persona indagata ogni 80 minuti circa”. E questi dati sono ancora più sconfortanti se si considera che la maggior parte delle denunce è a carico di ignoti e i processi che arrivano a una sentenza sono meno del 30% e di queste solo la metà si conclude con sentenza di condanna.
Nell’infelice classifica dei reati più commessi vi è il maltrattamento di animali (33,95% del totale dei procedimenti), che comprende qualunque crudeltà non strettamente necessaria che porta una lesione a un animale o sevizie o comportamenti o lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche.
Subito dietro vi è l’uccisione di animali (31,25%), seguita da reati venatori (17,45%) e l’abbandono e detenzione di animali in condizioni contrarie alla loro natura (14,67%).
In quest’ultimo caso, il business legato alla gestione dei canili illegali, di norma sovraffollati ed estremamente carenti a livello sanitario e igienico, porta agli sfruttatori introiti sicuri grazie alle convenzioni per la gestione dei canili con le Amministrazioni locali.
Un altro reato che ha sempre registrato un alto numero di denunce riguarda le corse clandestine di cavalli, spesso dopati, e le scommesse. Le inchieste hanno confermato l’interesse da parte di clan mafiosi in quanto fonte cospicua di reddito.
Seppure con numeri minori, sono molti altri i crimini che coinvolgono reti criminali organizzate; nello specifico il combattimento tra animali è un fenomeno che non accenna a diminuire. Al contrario, nel 2016 il numero di cani sequestrati ha visto un aumento del 189% rispetto al 2015. Per contrastare questo fenomeno è tornato attivo il numero della LAV 06 4461206 per raccogliere segnalazioni e tracciare così una mappa del fenomeno al fine di contrastarlo.
Non mancano i reati perpetrati con la “collaborazione” di Pesi esteri. In particolare, il traffico di cuccioli importati illegalmente, che tra il 2015 e il 2016 ha prodotto un valore complessivo di oltre 700mila euro di profitto, coinvolge prevalentemente i Paesi dell’Est. Nel 2016 sono state denunciate persone provenienti da Russia, Ungheria, Bulgaria, Ucraina e, ovviamente, Italia. Anche in questo caso, quello che emerge dal Rapporto è che il traffico di cuccioli è portato avanti da gruppi organizzati con reti di appoggio e modalità operative ben strutturate.
Internazionale è anche il traffico di fauna e il bracconaggio: boa constrictor, coralli, macachi, canguri, tigri, cavallucci marini e chili di avorio, corni di rinoceronti sono solo una minima parte di ciò che è stato sequestrato nel 2016 perché contrabbandato illegalmente a fini economici, per la cosmesi o per medicine tradizionali cinesi.
Non si salvano neanche i mari. La pesca illegale è in mano a pirati che devastano i fondali e pescano specie a rischio monopolizzando l’offerta del pescato e modificando negativamente le economie locali.
Da non sottovalutare il reato di uso di animali a scopo intimidatorio. Chi non ricorda la scena de Il Padrino con la testa di cavallo mozzata nel letto? Purtroppo queste non sono scene da film, ma gesti comuni perpetrati a fini intimidatori, magari contro chi si rifiuta di pagare il pizzo, e coinvolgono anche capre, cani, agnelli e maiali.
E per finire, il Rapporto indaga tutti quei reati che rientrano nella “Cupola del bestiame” che comprende l’abigeato, con numeri che arrivano anche a 150mila animali che spariscono, associazione per delinquere, doping, maltrattamento di animali, macellazione clandestina, ricettazione, truffa aggravata, concorso in associazione mafiosa, truffa, estorsione, porto illegale di armi da fuoco, riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, commercio di alimenti nocivi e altro ancora.
Il Rapporto paragona anche il numero di denunce pervenute alle Procure nazionali restituendo una mappa italiana dei crimini. La Procura che ha registrato meno procedimenti è quella di Savona con due procedimenti e due indagati, seguita da Varese con quattro procedimenti e quattro indagati, e Vasto con dieci procedimenti e sette indagati.
Cartellino nero invece per Brescia. La Procura nel 2016 ha aperto 449 procedimenti e 357 indagati.
Quello che forse non è automatico pensare è che la violenza nei confronti degli animali è strettamente collegata a comportamenti antisociali in generale e, molto spesso, le persone capaci di compiere violenza verso un animale possono essere un pericolo anche per gli altri individui.
“Da decenni – spiega Troiano – in criminologia e in psicologia la ricerca presta attenzione agli effetti e alle conseguenze del coinvolgimento dei bambini o degli adolescenti in tali forme di violenza. Le conseguenze più significative possono essere lo sviluppo di comportamenti aggressivi e antisociali e la difficoltà nei rapporti con i coetanei e nei rapporti sociali in genere”.
“L’analisi di questo nuovo Rapporto conferma l’esistenza di sistemi criminali consolidati – conclude Troiano -, di veri apparati con connivenze tra delinquenti, colletti bianchi e funzionari pubblici. Sistemi criminali a danno degli animali e, in generale, della società. Un’azione di contrasto efficace deve adottare una visione strategica unitaria dei vari aspetti dell’illegalità zoomafiosa che incidono sul più vasto contesto della tutela della sicurezza pubblica e su quello della lotta alla criminalità organizzata: solo adottando iniziative investigative tipiche del contrasto ai sodalizi criminali si attuerà una strategia vincente”. E si potrà vivere in un Paese in cui ogni forma di vita viene rispettata.