Quest’estate sono riuscita a imparare qualche rudimento dell’arte dell’intreccio. Il materiale usato non è stato il salice o la ginestra bensì la molto più comune e facilmente reperibile carta di giornale. In questo caso mi è stata maestra Rosetta Melani, una gentile signora anche lei ospite di Ala di Stura, bravissima in questo lavoro appreso fin da bambina, quando intrecciava la ginestra. Adesso con la carta produce oggetti molto belli, ben curati e decorati.
Per mia fortuna, ma non solo, ha messo a disposizione un po’ del suo tempo per mostrare a chi fosse interessato come poter realizzare un piccolo cestino di carta di giornale. L’esito del mio sforzo è ancora abbondantemente migliorabile, ma pazienza! l’apprendimento richiede impegno e costanza e io non demordo. Da tempo attendevo qualche suggerimento per iniziare a intrecciare e ne ho subito approfittato.
Durante uno di questi incontri una signora che come me cercava di realizzare il suo cestino ha esclamato: “È come tessere!”, lavorare al telaio, ordire una trama. Interessante prospettiva dunque. Costruire legando insieme per ottenere un risultato nuovo e utile. Che poi si parta dal filo di cotone, dal ramo di salice oppure dalle cannucce di carta, poco importa. Intrecciare lega insieme tanto che anche in un racconto si parla di trama e intreccio della storia.
Per tornare alla carta, il passo iniziale consiste nella preparazione di cannucce ottenute avvolgendo il foglio su una bacchetta come il ferro per il lavoro a maglia, fermandolo con pochissima colla. Queste cannucce vanno intrecciate come fossero rami, lasciati sia al naturale sia colorati, possibilmente con colori naturali. Un suggerimento: per un buon risultato, bisogna partire da una buona materia prima. In altri termini conviene realizzare con cura le nostre cannucce in modo da averle il più possibile regolari con un lato leggermente più stretto dell’altro. Inserendone una dentro l’altra, potremo proseguire il nostro lavoro.
Naturalmente in rete è possibile trovare tutorial e suggerimenti per quasi ogni momento del lavoro. Esistono anche varianti di intreccio senza cannucce, il risultato è sempre molto bello. Un esempio di riuso che ci permette di riscoprire un’arte antica da riscoprire e rivalutare.
Buon intreccio!