La sete del mondo – La Soif du Monde – in programma per la 19° edizione del Festival Internazionale di CinemAmbiente, è un viaggio sull’acqua, la sua mancanza, i suoi utilizzi, sulle pratiche sbagliate e quelle corrette. Yann Arthus-Bertrand, con la sua fotografia eccezionale e mozzafiato, porta lo spettatore in luoghi inesplorati della Terra e dello spirito umano scatenando emozioni che nascono dallo stomaco e dal cuore.
L’acqua è la cosa più preziosa che abbiamo, è quella risorsa che ci permette di vivere sul pianeta Terra la cui superficie è ricoperta d’acqua per il 71%. Noi stessi siamo fatti d’acqua per oltre il 60%. L’acqua è vita. Ce lo insegnano da bambini e poi ce ne dimentichiamo. Yann Arthus Bertrand ce lo ricorda con le immagini, con le sue interviste in giro per il mondo e con le sue parole: “L’acqua che abbiamo sul pianeta ora e che beviamo oggi è la stessa che ha spazzato via i dinosauri 4 miliardi di anni fa”. E noi la sprechiamo. L’impronta idrica di una famiglia di 4 persone è di 140.000 litri a settimana. Usiamo l’acqua per produrre ogni genere di bene che consumiamo: ne servono 3 lt per produrre 1 bottiglia di acqua minerale, 1.000 lt per produrne 1 di latte, 3920 lt per produrre 1 kg di carne di pollo, 6.630 litri per produrre un paio di jeans, 15.155 litri per produrre 1 kg di carne di manzo (120 litri per l’abbeveramento, 35 litri per il lavaggio e 15.000 lt per produrre il cibo che l’animale consuma). Oppure la inquiniamo, l’85% dell’acqua utilizzata viene reimmessa nei fiumi o in mare senza alcun tipo di pretrattamento, e così facendo ci avveleniamo con le nostre stesse mani.
Ci sono persone nel mondo che non sanno che sapore ha l’acqua potabile, che non hanno mai usato una toilette e che si ammalano per questo motivo con scarse probabilità di sopravvivenza. Caterine du Albuquerque delle Nazioni Unite ci racconta che nel 2010 l’ONU ha riconosciuto il diritto all’acqua come un diritto umano, perché l’accesso all’acqua potabile è sinonimo di dignità e costituisce, per una buona fetta della popolazione mondiale, la possibilità di uscire dalla povertà e di dedicarsi agli studi e al lavoro.
“La Soif du Monde”, questo incredibile documentario, tocca oltre 20 paesi nel mondo, guarda anche ai casi in cui con l’informazione e la volontà politica le cose sono cambiate e migliorate molto. Dal 1990 al 2012 la percentuale di popolazione mondiale con accesso all’acqua potabile è aumentata dal 77% all’87% ma non dobbiamo dimenticarci che, ancora oggi, muoiono 4.000 bambini al giorno per l’insalubrità dell’acqua e noi tutti, cittadini, politici, consumatori, ne siamo in parte responsabili.
Al termine della proiezione, venerdì 3 giugno, ore 17.30, sala 3 del cinema Massimo di Torino, siete tutti invitati al dibattito con Roberto Corgnati, che ci parlerà di “Una Buona Occasione”, un importante progetto della Regione Piemonte per la prevenzione contro gli sprechi alimentari e idrici, e con Lucilla Minelli del World Water Assessment Programme dell’UNESCO.
“Il nostro obiettivo è quello di ridurre gli sprechi a partire dai consumi domestici – commenta il dirigente Corgnati – La app UBO fornisce consigli e strumenti per fare la spesa, per la corretta conservazione dei cibi e per la limitazione degli atteggiamenti degenerativi. Siamo partiti dallo spreco di cibo in senso stretto ma poi abbiamo esteso lo studio sull’impronta idrica degli alimenti. Così il consumatore si rende immediatamente conto dell’enormità di acqua che serve per la produzione del cibo e, al tempo stesso, ha una dimensione più ampia dello spreco quando lo butta via. Il tema della scarsità idrica riguarda da un lato la diminuzione della disponibilità di acqua, a causa dell’inquinamento e per effetto dei cambiamenti climatici, dall’altro l’aumento della richiesta determinata dall’aumento della popolazione e dall’aumento di consumi alimentari idrovori, in particolare il consumo di proteine. Il “diet change”, assieme allo stop degli sprechi alimentari, è il grande tema che va trattato dal punto di vista della sostenibilità ambientale. L’Italia è il 2° paese al mondo importatore di acqua (virtuale) legata all’importazione del cibo e sta attuando una forma di colonialismo idrico verso paesi con grande scarsità come la Turchia e la Tunisia.”
Lucilla Minelli dichiara: “L’acqua è una risorsa “finita” nel senso che nel nostro pianeta ne esiste una determinata quantità immutabile. Quello che cambia è la sua qualità e distribuzione. Per poter gestire questa risorsa fragile e vitale è indispensabile conoscere e monitorare il suo stato e l’utilizzo che ne viene fatto. Il Programma dell’UNESCO per la Valutazione delle Risorse Idriche Mondiali fornisce ai decisori politici gli strumenti adeguati per formulare delle politiche idriche volte alla sostenibilità. La chiave per raggiungere uno sviluppo veramente equo e sostenibile passa attraverso una maggiore coscienza ambientale per ridurre la nostra impronta idrica e promuovere stili di consumo che non superino i limiti delle risorse planetarie. Il film “La Soif du Monde” spiega in maniera eccellente queste dinamiche contribuendo a sensibilizzare il grande pubblico in merito alla gestione responsabile delle risorse idriche. Dopo il film proietteremo il cortometraggio “Where is Water?” prodotto da WWAP UNESCO e relializzato da Steve Cutts, che spiega la distribuzione geografica ed economica della risorsa acqua. Il video è parte del progetto The Water Rooms.”
Avvertenza: durante la visione di questo film vi verrà sete. E’ consigliato portare con sé una bottiglietta d’acqua o meglio ancora una borraccia riutilizzabile.
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