Oggi è la Giornata Mondiale del Sorriso, scopriamo perché sorridere fa bene
“Un giorno senza sorriso è un giorno perso” diceva Sir Charlie Chaplin. Ed è verissimo. Sorridere è il motore della nostra vita, un semplice gesto che ci fa andare avanti tutti i giorni. Trasmette una sensazione di rilassamento e euforia non solo a chi lo fa, ma anche a chi ci sta intorno. È il nostro antidolorifico naturale e dobbiamo festeggiarlo sempre, non solo oggi durante la Giornata Mondiale del Sorriso, indetta dalla World Smiley Corportation (WSC), società fondata nel 1999 da Harvey Ball il primo creatore dello Smiley.
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Sempre più psicologi e ricercatori hanno messo in evidenza i benefici del sorriso, evidenziando che non c’è differenza tra un sorriso autentico e uno finto. Dunque, anche se è preferibile avere davvero il cuore contento, a volte per godere dei benefici del sorriso possiamo ingannare il nostro cervello indossando un sorriso finto. Sorridendo, anche in maniera forzata, inviamo al nostro cervello il messaggio che tutto va bene e agevoliamo il rilascio di ormoni del benessere.
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Quando iniziamo a sorridere
Quanti di voi hanno visto un neonato sorridere? Il sorriso dei bambini è irresistibile e i neogenitori si sciolgono sempre davanti alle manifestazioni di gioia del loro piccolo. I bebè sorridono spesso anche durante il sonno, seppur in assenza di stimoli sociali reali.
Già nel 1872 Charles Darwin sosteneva che le espressioni emotive fossero innate e universali, documentando i primi veri sorrisi di suo figlio a soli 45 giorni dalla nascita. Altre ricerche mettono in discussione queste osservazioni: un’indagine condotta su 957 genitori, registra i primi “sorrisi sociali” all’età di quattro settimane.
Uno studio risalente al 1959 ha definito i sorrisi sociali come la ricerca del contatto visivo prima del sorriso: nessuno dei 400 bambini esaminati ha sorriso durante la prima settimana, l’11% lo ha fatto entro le prime due settimane di vita, il 60% entro le prime tre settimane e, quasi tutti, entro il primo mese dal parto.
Addirittura, è stato osservato, attraverso il metodo ultrasonografico 4D, come anche i feti osservati nel grembo materno sorridono almeno dalla 23esima settimana di gestazione. Sul significato dei sorrisi è però difficile pronunciarsi a livello scientifico, ma molti studiosi suggeriscono che questi siano comunque il frutto di emozioni positive.
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Sorridere fa bene, non solo nella Giornata Mondiale del Sorriso
Davanti a una situazione piacevole gli impulsi neuronali viaggiano dalla corteccia al tronco cerebrale, la parte più primitiva del nostro cervello. I muscoli del cranio inviano poi queste informazioni ai muscoli del volto che fanno nascere il sorriso, esso innesca una girandola di risposte chimiche che tornano al cervello restituendo una sensazione di piacere e di felicità.
Sorridere fa bene a tutto il nostro corpo, ecco cosa fa:
1. Migliora il buonumore e allevia lo stress. Sorridere attiva il rilascio di dopamina e endorfine, ormoni del benessere capaci di farci sentire più gioiosi e positivi. Quindi possiamo considerarlo un antidepressivo totalmente naturale e a costo zero.
2. Potenzia il le difese immunitarie rilasciando neurotrasmettitori che ci rilassano migliorando anche la risposta del sistema immunitario;
3. Ci fa sembrare più giovani. Per sorridere attiviamo 12 muscoli del nostro viso che distendono anche la pelle, insomma facciamo ogni volta un lifting naturale;
4. Migliora le relazioni sociali. Il sorriso è una forma di comunicazione non verbale trasversale che non conosce barriere linguistiche, di etnia o di classe sociale;
5. Il sorriso è contagioso. Quando si sorride è probabile che il sorriso venga contraccambiato. Ciò avviene grazie ai neuroni specchio che ci spingono a imitare l’atteggiamento degli altri. Così facendo, diffondiamo benessere e rendiamo la persona che ci ricambia più allegra e motivata;
