‘Respire’, il mondo che sarà nella musica dei Mickey 3D

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‘Respire’, il mondo che sarà nella musica dei Mickey 3D ultima modifica: 2016-09-24T08:30:34+02:00 da Alberto Pinto
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Tra qualche anno ce ne renderemo conto. I tuoi nipotini avranno soltanto un occhio al centro della fronte. Ti domanderanno come mai tu ne hai due, e passerai per uno stronzo. Ti chiederanno come hai potuto lasciare che tutto ciò accadesse”.

Con parole forti ed eloquenti, questi versi ci raccontano uno scenario non così improbabile, una realtà con cui potremmo avere a che fare tra non molto a causa del disinteresse dell’uomo nei confronti del nostro pianeta.

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Sono i versi di “Respire”, una delle canzoni più celebri del gruppo folk rock francese Mickey 3D. Il pezzo, contenuto nell’album del 2003 “Tu vas pas mourire de rire”, tratta esplicitamente tematiche ecologiche, dipingendo un mondo un tempo incontaminato che finisce per soccombere all’azione dell’umanità.

Il titolo dell’album, “Non morirai di risate”, sottolinea la pericolosità imminente del male che il genere umano ha fatto alla Terra. Nella prima strofa gli uomini assumono le sembianze di un esercito invasore pronto ad occupare e ad assoggettare un territorio non loro, costruendo “strade a senso unico” che non conoscono altra meta oltre a quella degli interessi personali ed economici ad ogni costo.

Tale atteggiamento, però, non può che portare all’autodistruzione, a un domani in cui saremo chiamati ad assumerci le nostre responsabilità nei confronti delle generazioni future, con le quali non avremo scuse. L’immagine scelta dagli artisti è quella estrema delle mutazioni genetiche dovute all’inquinamento prodotto in quantità insostenibile. Un’eredità malata, insita nel nostro DNA.

Un frame tratto dal videoclip di "Respire".
Un frame tratto dal videoclip di “Respire” mostra un futuro in cui la natura sarà qualcosa di virtuale e artificiale.

Quando ormai sarà troppo tardi, non potremo far altro che raccontare ai nostri figli di quel mondo così puro e incontaminato che abbiamo distrutto per far spazio ad una realtà che ci soffoca e che assomiglia sempre di più ad un pozzo nero, che l’uomo stesso ha alimentato fino all’inverosimile.

Così come il suo testo, il video di “Respire” è drammatico e incisivo. Una ragazzina corre attraverso una natura fatta di prati, fiumi, boschi e campi di fiori, godendo delle meraviglie dell’ambiente. Questo paradiso, però, è soltanto un’illusione virtuale, la ricostruzione artificiale di qualcosa che, nel futuro antropico e infelice che ci aspetta, non ci sarà più.

Respire” è il brano che più di tutti rappresenta l’impegno ecologista della band francese, che attraverso la sua musica ha spesso denunciato la deriva della società moderna, tema che torna prepotentemente anche nella più recente “Sebolavy”.

Un'immagine tratta dal videoclip di "Sebolavy"
Un’immagine tratta dal videoclip di “Sebolavy”

Il video del pezzo, che dà il nome all’album del 2016, fa ricorso alle immagini strazianti che testimoniano i maltrattamenti ai danni degli animali nel campo della grande produzione industriale. Migliaia di pulcini, spaventati ed impotenti, vengono sottoposti ai ritmi violenti ed impietosi delle fabbriche e degli allevamenti intensivi, metafora angosciante di un’umanità intrappolata nelle dinamiche della modernità, fatta di dozzinalità, consumismo e assenza di empatia.

Un mondo che sembra ormai spacciato sul quale dovremmo riflettere e intervenire, per poter dare ossigeno e speranza a coloro che verranno dopo di noi.

Di seguito il testo e la traduzione di “Respire”.

"Respire", immagine tratta dal videoclip
“Respire”, immagine tratta dal videoclip

Respire / Respiro

Approche-toi petit, écoute-moi gamin, / Avvicinati piccolo, ascoltami ragazzo
Je vais te raconter l’histoire de l’être humain / Sto per raccontarti la storia dell’essere umano
Au début y avait rien au début c’était bien / All’inizio non c’era niente, ed era un bene
La nature avançait y avait pas de chemin / La natura avanzava e non c’erano sentieri
Puis l’homme a débarqué avec ses gros souliers / Poi l’uomo è sbarcato con i suoi grossi scarponi
Des coups d’pieds dans la gueule pour se faire respecter / Colpi di piedi in gola per farsi rispettare
Des routes à sens unique il s’est mis à tracer / Ha cominciato a tracciare strade a senso unico
Les flèches dans la plaine se sont multipliées / Le frecce in pianura si sono moltiplicate
Et tous les éléments se sont vus maîtrisés / E tutti gli elementi si sono visti dominati
En 2 temps 3 mouvements l’histoire était pliée / In due tempi, tre movimenti, la storia è stata piegata
C’est pas demain la veille qu’on fera marche arrière / Non è domani che si farà marcia indietro
On a même commencé à polluer le désert / Abbiamo anche cominciato ad inquinare il deserto

Il faut que tu respires, et ça c’est rien de le dire / Bisogna respirare, e non c’è altro da dire
Tu vas pas mourir de rire, et ça c’est rien de le dire / Non morirai di risate, e non c’è altro da dire

D’ici quelques années on aura bouffé la feuille / Tra qualche anno ce ne accorgeremo
Et tes petits-enfants ils n’auront plus qu’un oeil / E i tuoi nipotini non avranno più di un occhio solo
En plein milieu du front ils te demanderont / Esattamente al centro della fronte, e ti domanderanno
Pourquoi toi t’en as 2 tu passeras pour un con / come mai tu ne hai due, e passerai per uno stronzo
Ils te diront comment t’as pu laisser faire ça / Ti chiederanno come hai potuto lasciare che ciò accadesse
T’auras beau te défendre leur expliquer tout bas /Dovrai difenderti e spiegare con pazienza che
C’est pas ma faute à moi, c’est la faute aux anciens / Non è colpa mia, è colpa dei predecessori
Mais y aura plus personne pour te laver les mains / Ma non ci saranno più scuse
Tu leur raconteras l’époque où tu pouvais / Racconterai loro del tempo in cui tu potevi
Manger des fruits dans l’herbe allongé dans les prés / mangiare frutta sdraiato nell’erba dei prati
Y avait des animaux partout dans la forêt, / In cui c’erano animali dappertutto nella foresta
Au début du printemps, les oiseaux revenaient / In cui all’inizio della primavera tornavano gli uccelli

Il faut que tu respires, et ça c’est rien de le dire / Bisogna respirare, e non c’è altro da dire
Tu vas pas mourir de rire, et c’est pas rien de le dire / Non morirai di risate, e non c’è altro da dire
Il faut que tu respires, c’est demain que tout empire / Bisogna respirare, è domani che tutto peggiorerà
Tu vas pas mourir de rire, et c’est pas rien de le dire / Non morirai di risate, e non c’è altro da dire

Le pire dans cette histoire c’est qu’on est des esclaves / Il peggio in questa storia è che si è schiavi
Quelque part assassin, ici bien incapable / assassini, incapaci
De regarder les arbres sans se sentir coupable / di guardare gli alberi senza sentirsi in colpa
A moitié défroqués, 100 pour cent misérables / spretati, miserabili al cento per cento
Alors voilà petit, l’histoire de l’être humain / Allora ecco piccolo, la storia dell’essere umano
C’est pas joli joli, et j’connais pas la fin / Non è così bella, e non ne conosco la fine
T’es pas né dans un chou mais plutôt dans un trou / Tu non sei nato sotto un cavolo, ma piuttosto in un buco
Qu’on remplit tous les jours comme une fosse à purin / Che si riempie ogni giorno come se fosse un pozzo nero

Il faut que tu respires, et ça c’est rien de le dire / Bisogna respirare, e non c’è altro da dire
Tu vas pas mourir de rire, et c’est pas rien de le dire / Non morirai di risate, e non c’è altro da dire
Il faut que tu respires, c’est demain que tout empire / Bisogna respirare, è domani che tutto peggiorerà
Tu vas pas mourir de rire, et c’est pas rien de le dire / Non morirai di risate, e non c’è altro da dire

Il faut que tu respires, et ça c’est rien de le dire / Bisogna respirare, e non c’è altro da dire
Tu vas pas mourir de rire, et c’est pas rien de le dire / Non morirai di risate, e non c’è altro da dire

Il faut que tu respires / Bisogna respirare
Il faut que tu respires / Bisogna respirare
Il faut que tu respires / Bisogna respirare
Il faut que tu respires / Bisogna respirare

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Beneventano, laureato in comunicazione audiovisiva. Appassionato di cinema, serie televisive, viaggi e di tutto ciò che è arte e comunicazione. Creativo, curioso e sognatore, ama immergersi nelle storie e scoprirne dettagli e sfaccettature. Per eHabitat scrive di musica e di cinema

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