Rilevato l’inquinamento da TFA nei fiumi del Regno Unito, trovato nel 98% dei campioni analizzati, il composto chimico solleva timori per la salute e l’ambiente.
Un nuovo studio condotto dall’Università di York e finanziato dalla ONG ambientalista Fidra ha rivelato l’inquinamento da TFA in quasi tutti i fiumi del Regno Unito. Si tratta di un composto chimico che desta crescente allarme nella comunità scientifica per i suoi potenziali effetti sulla salute riproduttiva umana.
Aumentano le preoccupazioni nel Regno Unito per l’inquinamento da TFA nei fiumi legate agli effetti sulla salute, come racconta la BBC nella sua recente indagine.
I ricercatori hanno raccolto campioni da 32 fiumi distribuiti nelle quattro nazioni del Regno Unito (Inghilterra, Galles, Scozia e Irlanda del Nord) e hanno trovato tracce della sostanza nel 98% dei siti analizzati. Solo il fiume Ness, in Scozia, è risultato privo del contaminante.
Un “forever chemical” difficile da eliminare
Il TFA appartiene alla categoria dei cosiddetti “forever chemicals”, o PFAS, sostanze chimiche artificiali note per la loro estrema resistenza alla degradazione ambientale. Una volta rilasciati nell’ambiente, questi composti possono accumularsi nel tempo, contaminando suoli, acque e catene alimentari.
Il TFA si forma spesso come sottoprodotto della degradazione incompleta di altri PFAS, utilizzati in pesticidi, refrigeranti e prodotti industriali. Secondo Alistair Boxall, docente di Scienze Ambientali all’Università di York, “questa molecola è ovunque. Beviamo acqua contenente TFA ogni giorno, e saremo esposti per tutta la vita. È questa esposizione cronica a basse dosi che preoccupa maggiormente”.
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Impatti potenziali sulla salute riproduttiva
Anche se i rischi diretti per la salute umana sono ancora oggetto di studio, alcune ricerche condotte in Germania hanno dimostrato effetti dannosi del TFA sulla riproduzione animale, in particolare su feti di coniglio e ratto. Sulla base di questi dati, l’Agenzia federale tedesca per l’ambiente (UBA) ha richiesto all’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) di classificare il TFA come tossico per la riproduzione e dannoso per l’ambiente.
Una classificazione ufficiale a livello europeo potrebbe spingere verso nuove normative che limitino la presenza del TFA nei prodotti di largo consumo o ne vietino l’uso in determinati settori.
Livelli in aumento anche negli alimenti e nel sangue umano
Recenti studi europei hanno evidenziato la presenza di TFA anche in alimenti (come il vino), nel sangue umano e nel latte materno, sollevando nuove preoccupazioni sulla sua diffusione e sugli effetti cumulativi nel corpo umano. In Germania, ad esempio, i livelli di TFA nell’acqua potabile sono quadruplicati negli ultimi 20 anni.
Nonostante ciò, nel Regno Unito attualmente non esistono normative specifiche per monitorare o limitare le concentrazioni di TFA nell’ambiente o nelle risorse idriche.
Prime reazioni istituzionali
In risposta all’allarme lanciato dallo studio, l’Ispettorato per l’acqua potabile del Regno Unito (Drinking Water Inspectorate) ha annunciato un’indagine per valutare i livelli di TFA nell’acqua destinata al consumo umano e i potenziali rischi associati. “È fondamentale comprendere il destino dei pesticidi e di altri composti chimici nell’ambiente per proteggere le fonti idriche” ha dichiarato Ann Bunting, ispettrice dell’ente.
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Anche Water UK, che rappresenta le compagnie idriche britanniche, ha espresso una posizione netta: “Vogliamo che i PFAS, incluso il TFA, siano vietati. Serve un piano nazionale per rimuoverli dall’ambiente, finanziato direttamente dai produttori”.
[Foto di Lawrence Hookham su Unsplash]
