Avanza il Progetto MER per il ripristino dei mari finanziato dal Pnrr, al via la mappatura degli habitat dell’intera costa italiana con tecnologia all’avanguardia
Entra nel vivo il progetto Marine Ecosystem Restoration (MER) per il ripristino e la tutela degli habitat e fondali marini, una mappatura senza precedenti dell’intera costa italiana, che sarà condotta con tecnologie all’avanguardia.
“Un approccio rivoluzionario che è destinato a trasformare la conservazione e gli sforzi per il ripristino degli ecosistemi marini”, ha dichiarato l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), che è il soggetto attuatore del progetto MER. Il ministero per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica (MASE) è invece l’amministrazione titolare del finanziamento di 400 milioni di euro per il periodo 2022-2026, previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Il progetto
Per affrontare le sfide dei cambiamenti climatici si rivelano fondamentali due aspetti quali la conoscenza e la tutela dei nostri mari. Il progetto MER prevede 37 linee di attività organizzate in tre ambiti principali: la realizzazione di sistemi di osservazione degli ecosistemi marini e costieri; la mappatura degli habitat e delle acque profonde ed infine le attività di ripristino ecologico.
Al di là della mappatura, tra le principali attività in programma rientrano: la ricostruzione di banchi di ostrica piatta europea (Ostrea edulis) in ben cinque regioni dell’Adriatico; l’installazione di 13 nuove antenne per monitorare il moto ondoso, le correnti marine ed i parametri meteo; il ripristino della rete ondametrica con i suoi 15 punti di monitoraggio; la mappatura di circa 90 monti sottomarini per una superficie stimata di circa 14.000 km²; il ripristino delle praterie a Posidonia oceanica, coralligeno e foreste a Cystoseira, nonché quello di almeno 15 aree segnate dalla presenza di attrezzatura da pesca abbandonata.
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La mappatura degli habitat costieri
Per rafforzare il sistema nazionale di osservazione degli ecosistemi marini e costieri, il progetto MER ha avviato una campagna straordinaria di monitoraggio in tre sotto-regioni costiere (mar Mediterraneo occidentale, mar Ionio e mare Mediterraneo centrale, mare Adriatico). I dati ad altissima risoluzione che ne deriveranno saranno fondamentali per aiutare i decisori politici a legiferare nel modo migliore per proteggere gli habitat e le specie marine di interesse conservazionistico.
Le attività di rilievo prevedono la mappatura delle praterie di Posidonia oceanica e Cymodocea nodosa, grazie a tecnologie all’avanguardia quali i sensori ottici aviotrasportati, quelli satellitari, la gravimetria area che ricorre ai sensori per misurare la gravità utile ad arrivare ad un maggior dettaglio, ed il LiDAR (Light Detection And Ranging), una tecnica di telerilevamento per l’esecuzione di rilievi topografici ad alta risoluzione. Il tutto per coprire una superficie di 10.200 km².
Il progetto prevede anche una mappatura completa della fascia costiera fino a 800 metri a partire dalla linea di costa verso l’interno con sensori ottici e gravimetro, mentre una tecnologia multibeam e l’impiego di un veicolo sottomarino autonomo permetteranno l’osservazione diretta di 4.000 chilometri di costa.
Grazie all’avvio delle procedure per i rilievi LiDAR ed alle indagini geofisiche di completamento, l’Ispra potrà creare l’Atlante digitale dei mari per custodire la biodiversità. “Un vero e proprio laboratorio di restauro degli habitat e osservatorio dei fondali che traccerà la rotta per interventi futuri”, comunica l’Ispra in una nota
I commenti
“Con il piano MER, l’Ispra ha avviato un ambizioso pacchetto di interventi per la tutela e la valorizzazione dell’ecosistema del Mediterraneo. Tra questi rientrano le attività con il sensore LiDAR, uno dei pilastri su cui si fonda il nostro programma straordinario di restauro dei mari. Grazie ai rilievi condotti su tutta la costa per un totale di 7.500 km, senza precedenti in Italia in termini di estensione ma anche di dettaglio, avremo informazioni estremamente preziose sia nell’ambito della scoperta di nuove specie e habitat che nell’ambito della conformazione dei fondali per la geotermia”, ha affermato Stefano Laporta, presidente dell’Ispra.
“La mappatura degli habitat marini profondi si occuperà di censire anche più di 70 monti sottomarini, da 500 fino a 2.000 metri di profondità, indagando aree che non sono mai state monitorate e sono quasi completamente sconosciute. Grazie a questo progetto potremo identificare gli habitat marini costieri con una elevata risoluzione e fornire informazioni dettagliate sulla batimetria e la morfologia della costa, consentendo di effettuare previsioni affidabili sui fenomeni di erosione costiera e la vulnerabilità delle coste in caso di eventi estremi quali le mareggiate e le inondazioni costiere”, ha aggiunto Maria Siclari, direttrice generale dell’Ispra.
Attività già realizzate ed in programma del progetto MER
Nell’ambito del progetto MER, l’Ispra ha già approvato 18 progetti che coinvolgono aree marine protette, parchi nazionali e oltre 29 zone speciali di conservazione secondo l’Ue, dove entro il 2026 saranno installati ben 91 campi ormeggio per un totale di 1.769 ormeggi.
Gli accordi per la realizzazione di queste strutture sono fondamentali per tutelare gli habitat di pregio marino costiero e per mitigare od eliminare il disturbo dell’ancoraggio ai fondali marini.
“La realizzazione di aree di sosta precostituite quali i campi ormeggio, dove è vietato l’ancoraggio sul fondo marino, con gavitelli assicurati al fondale da sistemi a basso impatto ambientale e visivo sarà progettata a tutela delle zone con fondali sensibili (fanerogame marine, coralligeno), delle aree con presenza di specie bentoniche protette e di interesse comunitario”, chiarisce l’Ispra.
Stando ai dati forniti dallo stesso Istituto, l’86,5% dei rifiuti marini è correlato alla pesca, tanto che la maggior parte di questi (94%) è costituito dalle reti abbandonate, spesso lunghe chilometri. Grazie al progetto MER è stata aperta la procedura per affidare il servizio di rimozione e conferimento delle reti fantasma (Ghost Nets) e delle altre attrezzature di pesca abbandonate in mare.
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In più, l’Ispra ha avviato le attività di monitoraggio per riuscire ad individuare con precisione i siti critici, “una procedura che coinvolgerà una squadra di subacquei altamente specializzati e che prevederà anche l’impiego di strumentazioni avanzate come ROV, Multibeam e Side Scan Sonar. Le operazioni subacquee saranno condotte tra i 20 e i 70 metri di profondità, nel rispetto di un rigoroso piano di sicurezza”, comunica l’Ispra. Questo piano per la rimozione, raccolta, trasporto, smaltimento e riciclo degli attrezzi da pesca e acquacoltura abbandonati durerà 28 mesi: la scadenza è prevista entro il 30 giugno 2026.
Un altro grave problema che riguarda i nostri mari è la perdita dei banchi naturali di ostriche. Si tratta di uno degli habitat più minacciati a livello globale, lo dicono pure le stime che considerano ormai perduto l’85% di questo patrimonio. Le ostriche sono state infatti definite “ingegneri ecosistemici” per la loro capacità di costruire reef calcarei, ossia l’equivalente delle barriere coralline tropicali alle nostre latitudini.
Il progetto MER ha permesso di avviare l’allevamento di un milione di larve di ostriche in vista della ricostruzione dei banchi di ostrica piatta europea in cinque regioni italiane: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Marche e Abruzzo.
Ad ulteriore completamento del progetto, arriverà presto a monitorare le acque profonde la nuova nave da ricerca oceanografica. A breve sarà infatti pubblicato il bando di gara, grazie ad un prezioso lavoro svolto in collaborazione con la Marina militare, in particolare Maristat e NAVARM.
Questa unità sarà dotata di tecnologie all’avanguardia e di strumenti acustici ad altissima risoluzione, che consentiranno di monitorare le acque marine fino a 4.000 metri di profondità. “Il tutto utilizzando tecnologie sostenibili quali la propulsione diesel-elettrica, certificazione di classe green-plus e, non da ultimo, una certificazione di classe silenziosa per garantire un monitoraggio affidabile del rumore sottomarino”.
In conclusione, è in costruzione la piattaforma informativa per consentire la completa fruibilità di dati e informazioni del progetto, al fine di “valutare la sostenibilità delle attività marine e di pianificare le misure di mitigazione necessarie per affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici nel Mar Mediterraneo”, comunica l’Ispra.
[Credits foto: Eleonora Anello]