Disastro ambientale in Israele: decine di tonnellate di petrolio si sono riversate sulla costa del Mediterraneo. Secondo gli esperti è la peggiore catastrofe ambientale degli ultimi dieci anni
Si tratta del peggior disastro ambientale in Israele secondo gli esperti. Uno sversamento di origine non chiara ha invaso di catrame i 170 km di costa mediterranea, mettendo a rischio ecosistemi e fauna.
Le autorità temono che possano volerci mesi per recuperare completamente la costa dai residui e anni per riportare le condizioni ambientali a quelle originarie. Migliaia di volontari di diverse ONG si sono mobilitati per ripulire le spiagge e proteggere gli animali marini a rischio: effettivamente, sono già stati trovati uccelli e tartarughe ricoperti di petrolio.
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Le cause di questo disastro ambientale in Israele non sono ancora chiare, però sembra che siano riconducibili alla fuoriuscita di greggio da qualche petroliera in navigazione nel Mediterraneo, a una cinquantina di km dalla costa. Circa una settimana fa, l’Agenzia Europea per la Sicurezza Marittima aveva già individuato una grande macchia scura nelle acque e adesso si stanno controllando le navi che hanno transitato in quella zona.
Anche la settimana scorsa, un cucciolo di balena di 17 metri è stato trovato morto nella spiaggia di Nitzanim, nel sud d’Israele. Dopo i fatti accaduti, le autorità e il Centro per la ricerca dei cetacei hanno deciso di effettuare l’autopsia per capire se la causa del suo decesso fosse riconducibile al disastro ambientale.
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Il governo israeliano ha annunciato da domenica il divieto di balneazione, di praticare sport marittimi e di campeggiare sui 170 km di litorale interessato dal disastro ambientale. Una cattiva notizia che arrivava proprio nello stesso giorno in cui riaprivano hotel e stabilimenti turistici dopo mesi di chiusura per le restrizioni del Covid.
Nel frattempo, la marea nera è arrivata anche nelle coste libanesi e continua a propagarsi in tutta la fascia costiera incentivata dalle mareggiate e il vento forte.
