Una nuova sfida social dai risvolti decisamente etici e in linea con il necessario coinvolgimento collettivo sui temi ambientali. Ecco come partecipare alla Trashtag Challenge.
Trashtag Challenge è la nuova sfida social lanciata da Byron Román, 53enne di Phoenix, in Arizona, interessato ai problemi ambientali.
Dopo competizioni virtuali decisamente discutibili, quella che sta diventando virale in queste ore è una challenge in linea con il necessario coinvolgimento collettivo nella tutela dell’ambiente.
Partito dalla pubblicazione di un post su Facebook, Román ha invitato gli ‘adolescenti annoiati’ a raccogliere il guanto di questa nobile sfida.

Il post iniziale ha preso spunto dalla foto di Drici Tani Younes, un ragazzo algerino che dimostrava il prima e il dopo della pulizia dai rifiuti in una zona boscosa.
Trashtag Challenge: #trashtag
In cosa consiste la sfida? Molto semplice: si tratta di postare sui social una foto prima e dopo la pulizia di un’area invasa dai rifiuti.
Facebook, Instagram e Twitter sono le piattaforme su cui condivere i propri scatti con l’hasthag #trashtag.
Almeno 400mila persone da tutto il mondo hanno già iniziato a postare foto dopo aver ripulito una parte di territorio più o meno grande.
Accessibile a tutti, la sfida permette di rendersi protagonisti nella difesa dell’ambiente.

Sulla scia della grande mobilitazione del 15 marzo, si punta a tenere ancora molto alto l’interesse sui problemi ecologici dovuti anche all’invasione della plastica.
Trashtag Challenge: da sfida virtuale a cambiamento reale
Gli appelli di Greta Thunberg rivolti al mondo politico e il grande interesse destato negli ultimi mesi tra i giovani non devono farci dimenticare l’importanza delle nostre azioni quotidiane.
Cambiare stile di vita e iniziare nel nostro piccolo quel grande cambiamento che chiediamo è fondalmentale per scongiurare i rischi sempre più vicini del climate change e dell’invasione dei rifiuti, soprattutto di plastica.
Partiamo dalle sfide social allora per portare nella nostra realtà di tutti i giorni la svolta ambientalista che crediamo davvero possibile.
