Attraenti perché comodi e rapidi da “archiviare”, i pannolini usa e getta sono scelti dalla stragrande maggioranza delle famiglie. Eppure, questi beni di consumo di massa hanno molti lati oscuri, poco confortanti se si pensa che per anni sono a costante contatto con le zone più intime e delicate dei bebé.
Il mensile francese “60 Millions de consommateurs” ha analizzato 12 tipi di pannolini usa e getta di marche più o meno note, riscontrando in molti di essi tracce di sostanze dannose per la salute.
I dati, resi noti a fine gennaio e approfonditi dettagliatamente nell’uscita di febbraio, avvertono che le remore da riservare ai pannolini usa e getta non sono soltanto di tipo ecologico. Oltre a costituire infatti, dopo un ciclo di utilizzo brevissimo, una montagna di rifiuti molto critici da smaltire, essi rischiano di diventare un pericolo per il benessere dei bambini.
Le analisi rivelano la presenza di sostanze indesiderate nella maggioranza dei modelli, dalle marche più conosciute ai marchi di distribuzione, dai pannolini usa e getta tradizionali a quelli denominati “ecologici”.
Diossina, glifosato e composti organici volatili: ecco le sostanze incriminate e destinate a convivere a strettissimo contatto con i nostri pargoli.
Le diossine sono inquinanti ambientali. Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), fanno parte delle “dieci sostanze chimiche che presentano un grave problema di salute pubblica”. L’esposizione a questi elementi è tossica per diversi organi e può interagire con il sistema ormonale. Gli studiosi francesi ne hanno trovato tracce nei Pampers Baby dry.
Il glifosato è un pesticida finito sotto i riflettori perché è il principio attivo dell’erbicida Roundup ed è stato classificato dalla Iarc (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) come “probabile cancerogeno”. Può creare allergie e irritazioni alla pelle e alle membrane mucose, ed è stato rintracciato nei pannolini Carrefour Eco Planet.
Sono pesticidi anche il quintozene e l’esaclorobenzene, entrambi definiti potenzialmente cancerogeni ed entrambi presenti – seppure in basse concentrazioni – nei Pampers Baby dry.
Toluene, naftalene e stirene sono composti organici volatili, anch’essi indicati come potenzialmente cancerogeni: in basse concentrazioni, li troviamo in molte delle referenze analizzate.
La ricerca si aggiunge ad altre più o meno recenti sull’argomento.
Ad esempio, è dello scorso autunno uno studio effettuato nell’ambito di un controllo di qualità da Love & Green, azienda produttrice di pannolini ecologici e partner dell’Association Santé Environnement France.
Concentrandosi in particolare sui pannolini Pampers, leader del settore, esso ha riscontrato nei prodotti la presenza di derivati del petrolio. Si tratta degli IPA (idrocarburi policlicici aromatici), nello specifico benzoanthracene e crisene (segnalato sulle confezioni come petrolato), che l’Unione europea ha classificato tra le sostanze cancerogene.
A causa di un organismo ancora immaturo e in via di sviluppo, i bambini sono molto sensibili alle molecole tossiche. E se è vero che -come specificato- le concentrazioni di queste sostanze si trovano al di sotto dei limiti di legge, è pur vero che i parametri sono stati definiti per inalazione e che le loro reazioni a contatto con la pelle non sono del tutto note.
In un caso di tale delicatezza- si interroga “60 Millions de consommateurs”- non dovrebbe valere il principio di precauzione, per cui è meglio evitare piuttosto che rischiare? Tenendo presente che le alternative esistono (dai pannolini lavabili per ogni esigenza ai pannolini biodegradabili e privi di trattamenti sbiancanti), ognuno scelga per sé e secondo coscienza. Certo è che la posta in gioco è fra le più alte e che, per poter prendere una decisione consapevole in merito, i genitori devono essere informati.