Friend of the Sea, l’organizzazione che certifica prodotti e servizi che proteggono i mari

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Friend of the Sea, l’organizzazione che certifica prodotti e servizi che proteggono i mari ultima modifica: 2023-05-13T07:24:00+02:00 da Davide Mazzocco
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Fra i progetti che hanno ottenuto la certificazione Friend of the Sea c’è anche River Cleaning Plastic & Oil, l’innovativo sistema che permette di pulire i corsi d’acqua da plastiche e olii

Friend of the Sea è un progetto della World Sustainability Organization, una ONG internazionale che porta avanti una missione umanitaria di tutela ambientale. Friend of the Sea è diventato lo standard di certificazione leader per prodotti e servizi che rispettano e proteggono l’ambiente marino.

La certificazione premia le pratiche sostenibili nei settori della pesca, dell’acquacoltura e della produzione di olio di pesce e omega 3.

Friend of the Sea promuove anche progetti pilota relativi a ristoranti, trasporto marittimo sostenibile, whale e dolphin-watching, acquari, pesci ornamentali e creme UV. Si tratta dell’unico programma di certificazione per la pesca sostenibile riconosciuto e supervisionato a livello internazionale da un ente nazionale di accreditamento. Diversi parametri di riferimento hanno confermato la forza e l’affidabilità di questa certificazione e dei criteri di tracciabilità.

Fra i progetti che hanno ricevuto la certificazione di Friend of the Sea c’è l’innovativo sistema River Cleaning Plastic & Oil, ideato dall’azienda veneta Mold S.r.l.: per capire il funzionamento di questo sistema di disinquinamento fluviale abbiamo intervistato il suo ideatore Vanni Covolo, amministratore delegato di Mold S.r.l.

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Può spiegarci il funzionamento di River Cleaning Plastic & Oil?

Per curare malattie diverse si usano famaci differenti. Prima si fa una diagnosi di come sta il paziente, poi si interviene. Se consideriamo lo stato di salute della nostra terra e dei nostri fiumi, non possiamo che constatare un forte malessere, è come se dovessimo portare entrambi in rianimazione. Il problema è che non ci sono abbastanza posti letto e, quindi, inizialmente bisognerà accomodare quelli che stanno peggio… La nostra soluzione è una serie di boe galleggianti che grazie alla loro rotazione intercettano il rifiuto e, come fossero una catena di ingranaggi, accompagnano il rifiuto da una all’altra fino a un collettore posto sulla riva del fiume. Non solo: queste boe grazie a una turbina hanno la possibilità di alzare in superficie il rifiuto che si trova a mezz’acqua permettendo di captarlo. I rifiuti arrivano al punto di raccolta meccanicamente, sfruttando la forza della corrente fluviale, quindi maggiore sarà la velocità dell’acqua, più efficace sarà l’azione delle boe nella captazione. Questo è importante perché è proprio quando c’è una piena e l’acqua è più veloce che avviene il maggiore trasporto dei rifiuti che si trovano a riva. Durante le piene le barriere statiche vengono sopraffatte perché i rifiuti si raccolgono sopra o sotto, questo non accade con la nostra soluzione che è modulare, adattabile sia a un corso d’acqua largo un metro che a uno largo 200 metri”.

Dal punto di vista energetico che cosa è richiesto per far funzionare i vostri moduli fluttuanti?

Come ho anticipato River Cleaning Plastic & Oil funziona grazie alla forza dell’acqua, inoltre abbiamo installato sulle boe delle dinamo che autoalimentano l’impianto fornendo  l’energia necessaria per il funzionamento della telecamera di controllo e del nastro trasportatore che porta i rifiuti al centro di raccolta. Per durare nel tempo è fondamentale che la barriera possa assecondare l’innalzamento del livello dell’acqua e che sia autopulente, limitando al minimo la manutenzione ordinaria per renderlo efficiente“.

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E per quanto riguarda la fauna dei fiumi?

I sistemi che si utilizzano normalmente nella gestione idrica dei consorzi di bonifica o nelle città si basano su sgrigliatori che impediscono il passaggio dei detriti e vengono puliti manualmente. Si tratta di sistemi efficaci ma che si sporcano spesso e non lasciano passare i pesci, al contrario la nostra tecnologia, continuando a ruotare, si autopulisce e consente il passaggio della fauna ittica“.

Friend of the Sea
Friend of the Sea rilascia le certificazioni ai progetti che tutelano l’ambiente marino

Quali sono gli enti con cui lavorate?

I nostri interlocutori sono i consorzi di bonifica e le aziende municipalizzate. Stiamo per installare un impianto a Quarto d’Altino (Ve), nel Canale Vela, e potenzieremo il nostro impianto pilota di Rosà (Vi), nella Roggia Dolfina. Nel 2024 porteremo River Cleaning Plastic & Oil nel fiume Lana che attraversa Tirana, in Albania, e installeremo un impianto parziale alla foce del fiume Po“.

Friend of the Sea
Il funzionamento del sistema River Cleaning Plastic & Oil

Avete ideato anche un sistema per intercettare gli oli esausti.

Mentre stavamo effettuando dei test sul fiume Brenta mi sono chiesto: ma non sarebbe bello poter intercettare anche gli scarti oleosi? E così abbiamo ideato e depositato il brevetto di una tecnologia che è in grado di rispondere a questa domanda. Inoltre, abbiamo messo a punto un impianto che si occupa di intercettare la vegetazione che arriva nella bocca di presa delle centrali idroelettriche e, invece di farla finire negli sgrigliatori e smaltirla come rifiuto speciale, la mantiene nell’alveo del fiume in modo che possa continuare a nutrire la fauna e la flora del corso d’acqua. Lo abbiamo testato e ora inizieremo a proporlo in Italia, dove ci sono circa 500 dighe per la generazione di energia idroelettrica“.

Che cosa significa avere ottenuto la certificazione Friend of the Sea?

Si tratta di un riconoscimento della reale efficacia del nostro sistema nell’affrontare la minaccia che l’inquinamento plastico e oleoso rappresenta per i nostri mari. Una prova che, al di là di qualsiasi dichiarazione sulla sostenibilità, mettersi in gioco sul territorio è l’unico modo per combattere un problema così concreto e che riguarda tutti“.

[Foto River Cleaning Plastic & Oil]

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Giornalista e saggista, ha scritto di ecologia, ambiente e mobilità sostenibile per numerose testate fra cui Gazzetta, La Stampa Tuttogreen, Ecoblog, La Nuova Ecologia, Terra, Narcomafie, Slow News, Slow Food, Ciclismo, Alp ed ExtraTorino. Ha pubblicato numerosi saggi fra cui “Giornalismo online”, “Propaganda Pop”, "Cronofagia" e "Geomanzia".

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