Insegnare il rispetto per la natura con l’empatia

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Insegnare il rispetto per la natura con l’empatia ultima modifica: 2015-03-23T08:00:19+01:00 da Silvia Musso
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Mamma, guarda un uccellino. Ora gli sparo, pum!

Quanti genitori hanno sentito dire questa frase dai propri figli? Mio figlio ha tre anni ed è in una fase che io chiamo “del combattimento”. Tutto nella sua fantasia e nei suoi giochi si trasforma in battaglie, scontri. In un momento è pirata, poi diventa cavaliere, poi indiano. Ed ogni personaggio ha una diversa arma: pugnale, spada o arco.

A volte i bersagli sempre finti sono degli immaginari nemici o degli animali.

Anche se non è mai arrivato ad azioni violente contro gli animali non vorrei un giorno vederlo alle prese con qualche piccolo essere da torturare.

rispetto per la natura

Chi di voi ha vistoPrimavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera di Kim Ki-Duk? Proprio agli inizi mostra un bambino alle prese con il piacere della violenza sugli animali, ma un maestro attento gli insegnerà l’empatia: la capacità di comprendere gli stati d’animo degli altri, una parola che viene dal mondo della psicologia e che proprio un’amica psicologa, Marzia Cikada, mi ha suggerito. È lei che ho contattato per cercare di capire come comportami con mio figlio e  come insegnare il rispetto per la natura e tutti gli esseri che la abitano.

Come fanno i genitori a incanalare moti violenti dei figli?

I bambini sono anche aggressivi. È la natura. Accettiamolo. Questo non significa che saranno adulti antisociali o che debbano poter picchiare, mordere, distruggere. Ma se non accettiamo che i bimbi, specie dai tre anni in poi, possano manifestare aspetti aggressivi, allora inizieremo a dare un valore a questi comportamenti diversi dal reale, avremo paura che i bimbi vengano giudicati male e temeremo di giudicarli male noi stessi. Questo è il vero problema. Eppure i bambini è bene che non vengano repressi, ma accolti, insegnandogli a dare un giusto significato alle emozioni. È ruolo dell’adulto, insegnare ad usare rabbia e aggressività per migliorare il loro modo di stare al mondo, di sentirsi adeguati, efficaci e capaci di comunicare.

Le parole magiche dell’educazione sono sempre Ascolto e Accoglienza per poi passare all’Esempio. Anche se parliamo di aggressività. Abbiamo tutti, grandi e piccini, una carica aggressiva dentro di noi. Facciamo stare i bambini nel conflitto quando serve, ma accompagniamoli a sopportare l’aggressività e a manifestarla nel modo più adeguato, facendo attenzione alla differenza tra voler testare la propria indipendenza e manifestare un disagio.

Quindi cosa consigli di assecondare o limitare?

Certamente vanno messi dei limiti, i bimbi che mordono, lanciano, feriscono non devono pensare che sia un bene, devono capire che loro vanno bene ma il loro modo di essere aggressivi no. Assecondare non è la giusta strategia, perché profuma di indifferenza e non va bene. Entriamo se possibile nei giochi violenti dei bambini, cercando da dentro di trasformare il loro modo di vivere l’aggressività. Insegneremo quindi ai bambini l’Empatia, non solo per i compagni e per i familiari ma anche per animali e natura.

A questo proprosito cosa si può insegnare loro quando si fanno passeggiate nella natura?

Qui arriva l’Esempio degli adulti e lo sperimentarsi. Andare insieme ai bambini nella natura li porta a assaporare un contesto nuovo e a scoprire che alberi, fiori, animali e insetti, non sono cose e quindi possono provare dolore, far paura, farci le coccole.

rispetto per la natura

Come spiegare che i lupi non vanno ammazzati, come nelle più classiche fiabe per bambini, ma anzi difesi? E lo stesso vale per tutti gli esseri viventi, piante o animali che siano?

Il lupo viene di solito dipinto come il cattivone della fiaba e anche nella realtà può far paura ma ci sono libri, film che ci insegnano il contrario, leggende e modi di dire, che possono illustrare al bambino aspetti nuovi che lo aiutino a conoscere il lupo e quindi ad avvicinarsi all’idea del lupo diversamente. I bambini possono imparare a mettersi in relazione con le lucertole come con i gatti, con gli alberi e l’erba, nel rispetto delle differenze dei mondi. Ma sempre nella consapevolezza che non tutto è buono o cattivo, che ci sono aspetti spiacevoli e piacevoli in tutte le creature. In questo, la natura è una co-educatrice fantastica: vedere i piccoli animali, stare nel verde, spinge il bambino ad affinare i sensi e a connettersi con il mondo intorno a lui. Se molto avviene spontaneamente, su alcuni aspetti è bene che ci sia poi l’intervento adulto per spiegare, rispondere alle curiosità, aiutare dove il bimbo possa trovarsi in difficoltà. Dalla passeggiata al parco sotto casa, da quello che si coltiva in balcone agli animali di una fattoria, tutto è un libro aperto da dove imparare la vita.

passeggiata nella natura

Insegnare il rispetto per la natura con l’empatia ultima modifica: 2015-03-23T08:00:19+01:00 da Silvia Musso
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Insegnare il rispetto per la natura con l’empatia ultima modifica: 2015-03-23T08:00:19+01:00 da Silvia Musso

Una laurea in Antropologia Culturale all'Università Ca' Foscari di Venezia, e un Master in Sviluppo Sostenibile e Promozione del Territorio. Alla guida di AICA (Associazione Internazionale Comunicazione Ambientale) ha portato in Italia la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, coordinandone le prime due edizioni. Giornalista, non solo in campo ambientale ma anche sociale, da quando è diventata mamma del piccolo Ettore è sempre più attenta alla sua impronta ecologica e anche a quella di tutta la famiglia. Convinta dal marito, si è trasferita a Tonco, un piccolo comune nelle colline del Monferrato, dove sta imparando a fare l'orto e ad allevare oche e galline. Per Econote.it cura la seguitissima rubrica “Mamme&Papà green” in cui parla di natura e di bimbi.

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