Mark Baumer è morto travolto da un suv. Mark è stato un uomo che ha dedicato la sua vita cercando di sensibilizzare le persone sulle questioni ambientali, soprattutto sull’inquinamento e sui cambiamenti del clima, e lo ha fatto camminando. A ottobre del 2016, infatti, aveva iniziato una sorta di pellegrinaggio a piedi nudi che dal Rhode Island, dove viveva a Providence, l’avrebbe portato in California.
Il suo obiettivo, come lui stesso ha scritto, era quello di “salvare il pianeta”. Voleva raccogliere diecimila dollari da donare all’associazione Fang Collective, promotrice della resistenza non violenta e pacifica contro l’industria del gas naturale.
Lo faceva attraverso il sito di crowdfunding youcaring.com, dove, appena si è diffusa la notizia dell’incidente e poi della sua tragica morte, le donazioni hanno raggiunto quasi i venticinquemila dollari.
Ed ecco i suoi pensieri e le sue motivazioni affidati al web e scritti proprio all’inizio del suo viaggio: “I cambiamenti climatici sono la più grande minaccia per l’umanità. Le aziende continuano ogni giorno a trarre profitto dalla distruzione della Terra. Ho deciso di attraversare l’America a piedi nudi nell’intento di salvare il pianeta. So che è un obiettivo ambizioso, ma spero di contribuire con il mio cammino ad aumentare la consapevolezza sui cambiamenti climatici”.
Chi era Mark Baumer
Mark Baumer aveva 33 anni, era vegano e amava moltissimo il nostro pianeta. Nel 2010 aveva già intrapreso un viaggio a piedi – indossando però un paio di scarpe – attraverso l’America, conclusosi dopo 81 giorni e documentandolo fedelmente, tanto che dalle sue memorie è nato un libro, dal titolo I am the road.
Lavorava in una biblioteca di Providence come Web Content Specialist ma il suo sogno era quello di “Ridurre il traffico fino a liberare le strade in America. Un giorno tutti saranno in grado di camminare lungo il centro della strada libera da tutte le violenze che questa società ha costruito”.
Baumer aggiornava costantemente le sue memorie di viaggio attraverso i social network e il blog, Barefoot Across America, su cui si legge: “Sono sicuro che un sacco di gente non crede che posso percorrere tutta l’America a piedi nudi e probabilmente ancora meno crede alla mia idea di sconfiggere il cambiamento climatico con questo viaggio. Ma qualcosa dentro di me mi dice di fare così, farò del mio meglio per ascoltare questa voce dentro di me e ignorare tutte le voci che non credono nel mio viaggio”.
La dinamica dell’incidente
Intervistato più volte durante il suo cammino, Baumer ha raccontato di camminare sempre sulla linea bianca che delimita la carreggiata perché più liscia, quindi meno dolorosa per i suoi piedi nudi.
Inoltre, ha detto di indossare sempre un giubbotto arancione catarifrangente, così da essere visto anche a distanza dai veicoli in movimento.
Purtroppo, questo non è bastato: un suv l’ha travolto e ucciso sul colpo sulla Highway 90 nella Contea di Walton, in Florida. Aveva percorso 101 giorni di cammino. Alla guida del fuoristrada c’era Sonja Siglar di Westville, una cittadina dell’Indiana, la quale ha raccontato sconvolta di aver perso il controllo del mezzo e di aver investito l’uomo mentre camminava.
L’eredità di Mark Baumer
Mark ci ha lasciato una eredità immensa: non solo gli oltre ventimila dollari all’associazione che andranno ai movimenti che lottano contro le lobby del gas, ma anche e soprattutto la consapevolezza di essere nudi di fronte alla Natura e che, guardando il mondo da un’automobile, è inevitabile percepirlo deformato e storpiato.
Per vedere il mondo per quello che è, per vedere davvero la Terra, la Natura, l’uomo, bisogna camminare e guardare dritto davanti a sé, col vento che ti scompiglia i capelli e ti fa sentire profondamente vivo. Riposa in pace Mark!