Combattere in tempo reale la deforestazione illegale delle foreste pluviali: non è fantascienza, ma una reale possibilità grazie al brillante progetto Rainforest Connection ideato da Topher White, giovane ingegnere americano amante della natura.
Dopo un viaggio di piacere nel 2011, proprio nelle foreste pluviali del Borneo, White si è reso conto di quanto fosse diffuso il bracconaggio di alberi e, soprattutto, di quanto fosse difficile, per chi doveva custodire queste aree, intervenire in maniera efficace. Infatti, la foresta pluviale è un luogo meraviglioso in cui i suoni della natura sono così intensi, da nascondere il rumore delle motoseghe impedendo alle guardie di individuare e bloccare con rapidità i malintenzionati.
Deciso a difendere questa meraviglia della natura, White ha ideato un sistema low-tech semplice ed economico che fa della comunicazione rapida l’arma vincente: “Sugli alberi sono stati installati un cellulare riciclato dotato di un software in grado di registrare i suoni e alcuni pannelli solari per garantirne il funzionamento. Nel momento in cui il software registra il suono di una motosega, è lanciato un allarme che permette, agli addetti ai lavori, di intervenire rapidamente. Così si impedisce ai bracconieri di agire indisturbati, evitando che vengano abbattute piante secolari e distrutti gli habitat di moltissimi animali.”
Un progetto interessante che coniuga tecnologia e riciclo (i cellulari vecchi non diventano rifiuti, ma hanno una nuova utilissima funzione) e, inoltre, è applicato in un ambiente naturale senza danneggiarlo, anzi contribuendo a proteggerlo.
La deforestazione è un problema grave che affligge molte aree del pianeta, non solo perché sono a rischio ecosistemi, animali e persone ma, soprattutto. perché abbattere alberi è tra i fattori che maggiormente incidono sul cambiamento climatico, esattamente è la seconda causa. Considerando che la maggior parte del disboscamento è illegale, attraverso questo sistema RFCX si potrebbe contrastare in modo economico e relativamente rapido il mutamento climatico. Infatti, non abbattendo più alberi si diminuirebbero del 17% le immissioni di gas serra nell’atmosfera. Dati sorprendenti che vanno tenuti in considerazione per elaborare strategie future per la lotta contro i cambiamenti climatici.
Speriamo che lo studio di White possa essere l’esempio per elaborare progetti a basso costo, ma allo stesso tempo molto efficaci che per contrastare le azioni e le scelte che danneggiano l’ambiente e, più in generale, il pianeta