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Rapporto rifiuti urbani 2022, cresce la produzione e va potenziato il riciclo

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Rapporto rifiuti urbani 2022, cresce la produzione e va potenziato il riciclo ultima modifica: 2023-01-09T07:11:40+01:00 da Marco Grilli
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Pubblicato il Rapporto rifiuti urbani 2022 dell’Ispra, aumenta la produzione nel 2021, urgente il potenziamento del riciclo e il dimezzamento del conferimento in discarica

La ripresa dell’economia dopo la crisi pandemica è all’origine della crescita dei rifiuti urbani in Italia nel 2021. La produzione nazionale si è attestata a 29,6 milioni di tonnellate, in aumento del 2,3% rispetto all’anno precedente: cifre rivelate dal Rapporto rifiuti urbani 2022 dell’Ispra, che indica le cause principali di tale aspetto nella ripresa del pendolarismo e nel ritorno del turismo in Italia. Più in generale questo studio sottolinea l’aumento della raccolta differenziata quasi ovunque, con un buon 64% di media nazionale, segnalando però le necessità di potenziare il riciclo e di dimezzare il conferimento in discarica.

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I dati sulla produzione di rifiuti urbani

L’aumento della produzione di rifiuti urbani si riscontra in tutte le macroaree geografiche, con incremento più sostenuto nelle Regioni del Sud (+2,9%), seguite da quelle del Centro (+2,5%) e del Nord (+1,9%). Ogni cittadino italiano produce 502 chilogrammi di rifiuti all’anno, un dato in linea con i valori pre-pandemia.

L’Emilia Romagna segna la produzione pro-capite più elevata (641 kg), mentre altre sette Regioni registrano un pro-capite superiore a quello medio nazionale. Il Trentino-Alto Adige realizza il maggior incremento (+5,9%), seguit0 da Sardegna (+5%) e Calabria (+4,8%).

A livello provinciale i più alti valori di produzione pro-capite riguardano tre capoluoghi dell’Emilia Romagna, nell’ordine Reggio Emilia (763 kg), Ravenna (735 kg) e Piacenza (720 kg), mentre i valori più bassi si riscontrano nel Sud con Potenza (337 kg), Enna (347 kg), Benevento e Isernia (370 kg).

Se poi spostiamo l’analisi alle principali città, il Rapporto dei rifiuti urbani 2022 fa notare che l’incremento più alto (+2,8%) rispetto alla media nazionale si verifica soprattutto nei 16 Comuni con popolazione al di sopra dei 200mila abitanti, un dato collegato alla ripresa del pendolarismo e dei flussi turistici post pandemia. Catania e Palermo segnano gli incrementi più alti, mentre i cali riguardano solo Trieste, Bari e Bologna.

La raccolta differenziata

Cresce di un punto percentuale rispetto al 2020 la raccolta differenziata, che raggiunge il 64% della produzione nazionale, con percentuale più alta al Nord (71), rispetto al Centro (60,4) e al Sud (55,7). Veneto (76,2%)  e Sardegna (74,9%)  si dimostrano le Regioni più virtuose, nove di queste superano l’obiettivo fissato dalla normativa del 65%, mentre la Basilicata realizza il miglioramento più significativo con un aumento di sei punti percentuali (62,7%). Progressi importanti anche per la Sicilia (+4.7%), che resta però al di sotto del 50%.

A livello provinciale si conferma invece il podio del 2020, con Treviso (88.6%), Mantova (86,4%) e Belluno (83,8%). Le maglie nere, viste le percentuali purtroppo  inferiori al 40, spettano a Palermo, Crotone e Reggio Calabria. La migliore città metropolitana è Cagliari con il 74,4%, ma una speciale menzione va pure ai capoluoghi più virtuosi, ovvero Como (91,9%), Treviso (87,5%) e Ferrara (87,3%).

Soffermandoci sulla materia differenziata, l’organico resta la frazione più raccolta (39% del totale), seguita da carta e cartone (19,1%), vetro (11,9) e plastica (8,8).  Sono quasi 1,7 le tonnellate di rifiuti plastici differenziati, con una crescita di 6,4 punti percentuali rispetto al 2020.

Gestione dei rifiuti, riciclaggio e discariche

Aumento del riciclaggio e dimezzamento del conferimento in discarica sono le parole d’ordine del Rapporto Ispra. Il riciclaggio dei rifiuti urbani si attesta al 48,1%  ma gli obiettivi da realizzare a breve sono molto più ambiziosi, ovvero 55% nel 2025, 60% nel 2030 e 65% nel 2035.

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La crescita della differenziata nel corso degli anni è all’origine di una crescente richiesta di nuovi impianti di trattamento, specialmente per l’organico, ma non tutte le Regioni sono dotate di strutture adatte a soddisfare i maggiori conferimenti. Nel 2021 la frazione organica destinata alla differenziata è cresciuta del 2,9% per una cifra complessiva di circa 6,8 milioni di tonnellate, che rappresentano l’81,6% del totale trattato. Oltre la metà degli impianti destinati al trattamento (657 in tutta Italia) è chiamata quindi ad occuparsi di questa tipologia di rifiuti.

Passando alle discariche, nell’ultimo decennio il ricorso a queste strutture si è più che dimezzato ma riguarda ancora il 19% dei rifiuti urbani prodotti, per un totale di 5,6 milioni di tonnellate. Il Rapporto Ispra evidenzia dunque l’assoluta necessità di dimezzare in tempi rapidi questa forma di smaltimento.

Imballaggi e rifiuti di imballaggio

La normativa europea prevede ambiziosi obiettivi di riciclaggio al 2025 e al 2030 per i rifiuti di imballaggio, che rappresentano uno dei principali flussi monitorati. Applicando le nuove metodologie di calcolo, gli obiettivi per il 2025 paiono già raggiunti per tutte le frazioni di imballaggio, ad eccezione della plastica. Per quest’ultima il riciclaggio deve salire dall’attuale 47 al 50%, serve dunque un intervento con nuove tecnologie di trattamentosoprattutto per quelle tipologie di rifiuti che sono ad oggi difficilmente recuperabili mediante processi di tipo meccanico”. Fondamentale sarà poi la riduzione dei gap esistenti a livello territoriale.

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Import/export, costi di gestione e Pnrr

Nel 2021 le esportazioni italiane di rifiuti (659mila tonnellate) sono state il triplo delle importazioni (219mila tonnellate). Campania e Lazio sono le Regioni che esportano di più, Austria, Portogallo e Spagna i principali Paesi di destinazione. Se ne vanno principalmente i rifiuti prodotti dal trattamento meccanico seguiti dal combustibile solido secondario, mentre gli impianti italiani importano soprattutto vetro (29,3%), oli e grassi commestibili (14,8%), abbigliamento (14,3%), metallo (14%) e plastica (13%).

Aumenta invece di quasi nove euro ad abitante il costo medio annuo pro capite di gestione dei rifiuti urbani, che si attesta a 194,5 euro/abitante, con valori più alti al Centro (230,7) rispetto al Sud (202,3) ed al Nord (174,6). Il maggior costo si segnala a Venezia (389,8), il minore a Catanzaro (160,3).

Il 2021 è stato anche l’anno della prima attuazione del Pnrr, con gli obiettivi di dotare tutto il Paese di una rete omogenea di impianti di trattamento e riciclo dei rifiuti, colmare i divari territoriali e ridurre i conferimenti in discarica. 2,1 miliardi di euro son stati destinati alle attività di gestione dei rifiuti ed ai progetti innovativi di economia circolare, dove l’Ispra è impegnata nell’attività di selezione.

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Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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