I rifiuti tessili devono essere differenziati

Raccolta differenziata dei rifiuti tessili, nel 2022 scatta l’obbligo

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Raccolta differenziata dei rifiuti tessili, nel 2022 scatta l’obbligo ultima modifica: 2022-01-11T06:22:32+01:00 da Fabiana Re
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Dal 1° gennaio è entrato in vigore l’obbligo di raccogliere in modo differenziato i rifiuti tessili: ma l’Italia è pronta?

Il 1° gennaio 2022 il sistema nazionale di raccolta dei rifiuti ha affrontato un importante cambiamento. O almeno, in teoria. A inizio anno è infatti entrato in vigore l’obbligo di raccogliere in modo differenziato i rifiuti tessili. Tuttavia, in assenza di linee guida e obiettivi a integrare tale disposizione, c’è il serio rischio che la norma rimanga sulla lista dei “buoni propositi per il 2022” senza diventare effettiva.

Rifiuti tessili, la richiesta dell’Europa

Nel 2020 il decreto legislativo 116 ha disposto l’obbligo di effettuare la raccolta differenziata dei rifiuti tessili a partire dal 2022. Una decisione per mantenersi nel solco tracciato dal “Pacchetto di direttive sull’economia circolare” adottato dall’Unione Europea. Questo ha fissato degli ambiziosi obiettivi per ridurre la produzione dei rifiuti e, parallelamente, aumentarne la percentuale di riciclo. In particolare prescrive di ampliare il numero di materiali conferiti nella raccolta differenziata e includervi anche i rifiuti tessili entro il 2025.

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Insomma, l’Italia ha voluto comportarsi da prima della classe, anticipando l’obiettivo europeo di ben tre anni. L’intenzione è ottima, ma da mesi gli operatori del settore avvertono che il passaggio alla raccolta differenziata dei rifiuti tessili è alquanto complesso. In vari Comuni italiani possiamo già trovare degli appositi punti di conferimento, come cassonetti o campane: spesso però questi non sono sufficienti o ben distribuiti sul territorio urbano. Molti Comuni ne sono invece del tutto sprovvisti e non sono pronti al salto previsto dal decreto. Per legge sono ora obbligati ad avviare un sistema di raccolta del tessile, ma il Ministero della Transizione Ecologica non ha fornito linee guida. L’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) aveva per questo proposto di posticipare di almeno un anno tale obbligo, senza aver successo.

La raccolta differenziata in Italia

Aumentare la frazione di rifiuti tessili differenziati e riciclati è senz’altro un’urgenza. Secondo i dati dell’Ispra, nel 2020 solo lo 0,8% del totale dei rifiuti differenziati è costituito da rifiuti tessili: appena le briciole. E infatti nel 2019 i tessili costituivano il 5,7% dei rifiuti indifferenziati, destinati alla discarica o all’inceneritore.

È inoltre notevole il divario tra le regioni nella raccolta differenziata dei rifiuti tessili. A fronte di una media nazionale di 2,6 kg per abitante all’anno, in Veneto, Emilia-Romagna, Toscana e Marche si superano i 3 kg, mentre Valle d’Aosta e Basilicata si avvicinano ai 4 kg. All’opposto, Umbria e Sicilia raccolgono in modo differenziato meno di 1 kg per abitante. Un dato così basso può significare solo due cose: o i loro abitanti non producono rifiuti tessili (in tal caso, ottimo lavoro) oppure qui molti Comuni non hanno un sistema di raccolta per questi rifiuti.

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L’obbligo non basta, occorre un sistema

Calare dall’alto un’imposizione senza creare un sistema in grado di supportarla non è mai una buona tattica. L’obbligo di fare la raccolta differenziata dei rifiuti tessili a partire dal 2022 rischia di trasformarsi in una corsa disordinata, una sequenza di passaggi male organizzati. Inoltre non basta raccogliere i rifiuti, bisogna sapere cosa farne: occorre quindi potenziare gli impianti di riciclo. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede infatti di finanziare la creazione di nuovi textile hubs, dei distretti di riciclo del tessile.

Per massimizzare il recupero dei rifiuti tessili, la strategia europea prevede anche un altro strumento: applicare il sistema della Responsabilità estesa del produttore (EPR) anche al comparto moda e tessile. In questo modo i produttori diventerebbero responsabili dell’interno ciclo di vita dei loro beni, e quindi anche del loro smaltimento. Se messo in pratica, tale sistema avrebbe un forte impatto sui brand della fast fashion, responsabili della produzione di capi dalla vita breve che, dopo un breve soggiorno nell’armadio, vanno ad affollare le discariche.

Raccolta differenziata dei rifiuti tessili, nel 2022 scatta l’obbligo ultima modifica: 2022-01-11T06:22:32+01:00 da Fabiana Re

Studentessa torinese di Economia dell’Ambiente, della Cultura e del Territorio, trascorre il suo tempo a districarsi tra molteplici passioni e a rincorrere mille sogni. Tra lettura, disegno, scrittura creativa ed esperimenti di cucina vegana di alterno successo, i giorni di sole 24 ore finiscono sempre troppo in fretta.

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