Claudia Carotenuto e Daniele Giustozzi protagonisti di un road movie alla scoperta di criticità e problemi delle acque dolci e marine del nostro Paese
Trenta giorni di viaggio, 6009 km e decine di incontri costituiscono le tessere del puzzle con cui Claudia Carotenuto e Daniele Giustozzi hanno costruito il documentario Controcorrente. Lo stato dell’acqua che potrete vedere a CinemAmbiente venerdì 31 maggio, alle ore 17, al Cinema Massimo di Torino.
Il documentario, inserito nel Concorso Documentari Italiani, è un viaggio che inizia e finisce a Torino e, seguendo il corso del Po e muovendosi fra Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna, Toscana e Liguria, va alla scoperta di quelle che sono le principali criticità idriche del nostro Paese.
A causa dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento dei corsi d’acqua e delle falde, le risorse idriche sono un bene sempre più scarso. I governi nazionali e le amministrazioni locali che si sono succeduti dall’inizio di questo secolo hanno fatto ben poco per tutelare un elemento fondamentale per la salute umana, anzi molte società partecipate hanno provato ripetutamente a disattendere l’esito del referendum del 2011.
Il viaggio di Claudia e Daniele inizia con un volo sui ghiacciai delle Alpi Cozie che si stanno riducendo progressivamente a causa dei cambiamenti climatici e che, secondo le previsioni, dovrebbero sparire sul territorio piemontese alla fine di questo secolo. Nel parmense i due registi scoprono le barriere che stoppano le plastiche prima che finiscano in mare, a Venezia si trovano di fronte alle inequivocabili tracce dell’innalzamento delle acque e nel vicentino incontrano una mamma no Pfas.
Giunti al Delta del Po, Carotenuto e Giustozzi si dirigono a Sud per compiere una lenta risalita dello Stivale. Al Porto di Santo Spirito situato a nord di Bari l’incontro con i pescatori diventa l’occasione per riflettere sulla progressiva perdita di biodiversità dell’Adriatico. Successivamente, a Torre Guaceto, assistono al salvataggio di una tartaruga marina.
Dal leccese, il road movie si sposta a Matera, alla scoperta delle antiche cisterne che rifornivano di acqua gli abitanti dei Sassi. La scarsità idrica è un problema molto sentito in Calabria dove, nonostante il progetto ormai ultradecennale di una grande diga, alcune località montane continuano a fare i conti con la mancanza d’acqua. Nel documentario si parla anche del business dell’acqua in bottiglia, un affare che più che sulla “materia prima” è imperniato su trasporto e packaging.
Il reportage prende poi la via del mare per raggiungere la Sicilia (dove alcuni corsi d’acqua vengono inquinati con sversamenti illegali) e la Sardegna (colpita da piogge estive sempre più violente e devastanti). Il viaggio non è ancora finito: le spiagge bianche di Rosignano Solvay e il monitoraggio dei cetacei al largo della Liguria sono le ultime tappe di questo lungo road movie.
Coerentemente con la filosofia del documentario, lo scorso 23 marzo i registi hanno piantato 200 alberi per compensare le emissioni rilasciate durante la produzione del film e rendere il doc a impatto zero.