Storica vittoria per la giustizia climatica: la Cassazione apre la strada alle cause contro i colossi del fossile
Sentenza storica: la Cassazione apre alla giustizia climatica in Italia. Greenpeace e cittadini potranno processare ENI per i danni ambientali.
Con una sentenza storica pubblicata il 21 luglio 2025, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione italiana hanno riconosciuto la piena ammissibilità delle cause climatiche nel nostro Paese. Una decisione epocale che segna una svolta nella tutela dell’ambiente e dei diritti umani, rendendo l’Italia uno dei primi Stati europei a riconoscere esplicitamente la giurisdizione nazionale su contenziosi legati al cambiamento climatico.
La decisione arriva in risposta al ricorso presentato da Greenpeace Italia, ReCommon e dodici cittadine e cittadini italiani, promotori dell’iniziativa “La Giusta Causa” contro ENI, la Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF). L’obiettivo: chiedere conto dei danni ambientali e umani causati dalle politiche industriali dell’azienda energetica negli ultimi decenni.
Prima climate litigation in Italia, causa civile contro ENI
“Questa sentenza storica dice chiaramente che anche in Italia si può avere giustizia climatica”, hanno commentato Greenpeace Italia e ReCommon. “Nessuno, nemmeno un colosso come ENI, può più sottrarsi alle proprie responsabilità”.
Giustizia climatica in Italia: cosa significa davvero?
La sentenza chiarisce che i giudici italiani possono pronunciarsi su danni legati alla crisi climatica, anche quando questi derivano da attività svolte da aziende italiane all’estero. In altre parole, la responsabilità climatica non ha confini, se le decisioni strategiche che portano a emissioni inquinanti sono prese in Italia.
Prima causa per inazione climatica in Italia, lo Stato andrà in tribunale
Il verdetto sottolinea che la difesa dei diritti umani fondamentali – come salute, sicurezza e integrità del territorio – prevale sulle prerogative aziendali o politiche. Per la prima volta, viene sancito in modo chiaro che il cambiamento climatico può e deve essere oggetto di giudizio nei tribunali.
Perché è un precedente storico
La Corte di Cassazione si allinea così a un trend sempre più diffuso in Europa, dove giudici nazionali iniziano a riconoscere la responsabilità legale delle aziende inquinanti nel contribuire alla crisi climatica. È un passo decisivo per rafforzare la climate change litigation, lo strumento con cui cittadini e associazioni ambientaliste cercano di tutelare i diritti minacciati dai cambiamenti climatici.
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Ora il Tribunale di Roma potrà entrare nel merito della causa intentata contro ENI, CDP e MEF. Si tratta di un processo che potrebbe diventare un caso pilota, aprendo la strada a nuove azioni legali in difesa dell’ambiente in Italia.
A questo link la sentenza.
[Foto di copertina © Greenpeace]
