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Incendi boschivi in Italia nel 2024, in calo secondo le stime Ispra

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Incendi boschivi in Italia nel 2024, in calo secondo le stime Ispra ultima modifica: 2025-07-07T00:27:29+02:00 da Marco Grilli
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Gli incendi boschivi in Italia nel 2024 calano rispetto alla media dell’ultimo quinquennio ma hanno comunque riguardato una superficie di ben 514 km²

Se chiudete gli occhi e immaginate la metà della superficie del Comune di Roma Capitale quel che avrete impressa nella mente è la superficie totale colpita dagli incendi boschivi in Italia nel 2024, pari a ben 514 km².

Il paradosso è che c’è perfino da “rallegrarsi”, perché “gli incendi avvenuti in Italia nel 2024 sono risultati meno gravi per estensione delle aree colpite rispetto agli anni precedenti; l’estensione complessiva delle aree percorse da incendio nel 2024 risulta infatti pari a circa 2/3 del valore medio calcolato nel periodo 2018-2023. La superficie complessivamente bruciata in Italia nel 2024 risulta superiore solo a quanto bruciato nel 2018 e nel 2019, ma decisamente inferiore a tutti gli anni tra il 2020 ed il 2023. I numeri risultano nettamente inferiori rispetto al 2023 sia per le superfici totali bruciate (-52%), che per le superfici forestali bruciate (-34%)”, commenta l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), che ha fornito questi dati consultabili sul sito dello stesso istituto nella sezioneEcosistemi ed incendi boschivi in Italia”.

Il metodo

Ogni anno, le attività Ispra di osservazione e monitoraggio degli impatti dei grandi incendi boschivi sugli ecosistemi mirano a fornire un dettaglio informativo a supporto delle politiche per il ripristino e la conservazione degli ecosistemi terrestri, a scala nazionale e locale. I dati relativi alla perimetrazione delle aree bruciate – forniti dall’European Forest Fires Information System (EFIS) del programma europeo Copernicus Emergency – sono stati elaborati dall’Ispra con applicazioni di machine learning per il riconoscimento degli ecosistemi coinvolti negli incendi.

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Le serie ISPRA sono basate su analisi di osservazioni satellitare ad alta risoluzione e risultano omogenee e statisticamente rappresentative a livello nazionale, regionale e provinciale. Possono però  differire, seppur in modo non sostanziale, rispetto a dati ottenuti con metodi di analisi non omogenee, basati interamente o parzialmente su osservazioni in loco.

La stima 

Se consideriamo l’intero territorio nazionale nel periodo dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024, gli ettari di superficie boschiva complessivamente percorsi da incendio risultano 10.314.

Fortunatamente la maggior parte degli incendi hanno interessato superfici abbastanza contenute, comprese tra uno e 50 ettari. In generale, infatti, sul totale di 907 eventi con almeno un ettaro corrispondente a superfici forestali bruciate, quelli riguardanti superfici superiori ai 100 ettari risultano relativamente pochi (13).

“La categoria forestale più colpita risulta essere la classe ECM-F4 latifoglie sempreverdi (T2) (principalmente rappresentata da leccete e macchia mediterranea) con 4.694 ha, la classe ECM-F4 latifoglie decidue (T1) (querceti, faggete e boschi misti) con 3.795 ha percorsi da incendio e la classe ECM-F4 aghifoglie sempreverdi (T3) (pinete costiere e abetaie naturali e artificiali) con 1.403 ha. I restanti 422 ha rientrano nella classe di bosco non classificato secondo le categorie EUNIS (TNC). Inoltre, nel 2024 non risultano superfici di classe ECM-F4 aghifoglie decidue (T34) (larici) percorse da incendio. Infine, il 31% degli ecosistemi forestali percorsi da incendio si trova all’interno di aree protette”, comunica Ispra

Il 33% dell’area totale colpita dagli incendi, pari a 51.424 ettari, corrisponde a copertura di terreni agricoli, mentre le aree protette sopra citate rientrano prevalentemente nei siti della Rete Natura 2000.

Tramite grafici, l’Ispra ha pure confrontato l’andamento cumulato delle superfici colpite da incendio nel 2024 con l’andamento medio annuale ed il range massimo-minimo della serie storica del 2006-2023. Ebbene, nella prima metà dell’anno il 2024 ha un andamento all’incirca pari al valore medio della cumulata della serie storica, con valori che si identificano a volte con quelli minimi ma mai con i massimi. “Questo andamento si riscontra anche durante il pieno della stagione estiva mentre dalla fine di agosto fino alla fine dell’anno il valore cumulato rimane costante e al di sotto del valore medio della serie storica 2006-2023”, precisa Ispra.

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Le aree colpite dagli incendi

Nel 2024 i grandi incendi boschivi hanno interessato ben 16 regioni su 20. Il maggior numero di eventi si è verificato tra i primi giorni di luglio e la prima metà di agosto, con un andamento all’incirca pari a quello del valore medio della serie storica (2006-2023).

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Più in dettaglio, Ispra comunica che “le sole regioni Sicilia, Calabria e Sardegna insieme hanno contribuito a più del 66% del totale di superficie forestale italiana colpita da grandi incendi boschivi. Le regioni che non presentano grandi superfici bruciate sono la Valle D’Aosta, la Lombardia, Il Trentino-Alto Adige e il Veneto. La provincia che ha maggiormente sofferto gli incendi è quella di Reggio Calabria con 10,3 km², che da sola rappresenta il 41% del totale forestale bruciato in Calabria e il 10% del totale forestale nazionale percorso da incendio. Anche nella provincia di Cosenza e in quella di Nuoro sono bruciati rispettivamente 9,4 km² e 8 km² di superficie boschiva”.

La Sicilia risulta dunque la regione più colpita, con una superficie complessiva percorsa da incendio pari a ben 17.540 ettari. Seguono Calabria (10.241 ettari) e Sardegna (5.524 ettari). Di conseguenza anche la maggior parte delle aree bruciate forestali sono concentrate in queste tre regioni, con la Sicilia ancora in testa (2.588 ettari), davanti alla Calabria (2.494 ettari) ed alla più distanziata Sardegna (1.734 ettari). “Nelle altre regioni risultano percorsi da incendio 1.175 ha di bosco in Campania, 864 ha nel Lazio e 573 ha in Basilicata. Nel nord Italia vanno menzionati i 220 ha di superficie boschiva bruciata in Friuli-Venezia Giulia”, precisa Ispra.

La classe forestale ECM-F4 latifoglie sempreverdi (T2) – corrispondente a foreste di leccio e macchia mediterranea, tipiche delle zone costiere e dell’Italia meridionale – è quella che risulta più colpita in Sicilia ed in Calabria, mentre in Sardegna domina la classe ECM-F4 latifoglie decidue (T1), corrispondente in questa regione a quercete e bosco misto.

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Infine, per concludere l’analisi regionale, il confronto con l’anno precedente in merito alla superficie percorsa da incendio mostra un trend in sensibile calo in Sicilia, stabile od in aumento in Sardegna e nelle altre regioni del nord ed in diminuzione in quelle del centro.

Ragionando invece in chiave provinciale, nel 2024 sono 56 le province interessate da incendi che hanno colpito porzioni rilevanti di ecosistemi boschivi. Tra queste, precisa l’Ispra, otto hanno una superficie forestale percorsa da incendio inferiore a 10 ettari, 16 tra 10 e 50 ettari, quattro tra 50 e 100 ettari, 27 tra 100 e 1.000 ettari ed una sola superiore a 1.000 ettari. “Le prime dieci province per ordine di superficie forestale percorsa da grandi incendi boschivi (maggiore di 280 ha) sono nell’Italia meridionale. Le due province più colpite risultano quella di Reggio Calabria (1.034 ha) e quella di Cosenza (940 ha), entrambe in Calabria. Le uniche province dell’Italia centrale con superfici forestali colpite da incendi sono quelle di Latina, Frosinone, Roma, Viterbo e Perugia. L’unica provincia del nord Italia è quella di Udine (220 ha)”, precisa Ispra

Lo stesso istituto ha analizzato anche le aree protette terrestri. All’interno di queste, le superfici totali percorse da incendio risultano pari a 15.105 ettari, di cui il 21% è rappresentato da ecosistemi forestali, la stessa percentuale del 2023 sebbene con superfici totali colpite da incendio inferiori. Nelle aree Rete Natura 2000 gli incendi hanno interessato ben 3.282 ettari. “Di questi, le categorie forestali maggiormente colpite sono la classe ECM-F4 latifoglie decidue (T1) e la classe ECM-F4 latifoglie sempreverdi (T2)”, chiarisce Ispra

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Le tipologie di aree protette più colpite da incendi negli ecosistemi forestali sono rispettivamente: le Zone speciali di conservazione (ZPC, con 4.811 ettari bruciati), le Zone di protezione speciale (ZPS, 2.941 ettari) e le Riserve naturali regionali (RNR, 1.380 ettari). “Un’altra lettura dei risultati riguarda la distribuzione delle aree bruciate forestali nelle tre regioni biogeografiche [NdA Mediterranea, Alpina e Continentale] presenti in Italia ai sensi della Direttiva Habitat. La maggioranza delle aree bruciate protette ricade nella regione biogeografica mediterranea in termini di aree bruciate forestali (95.5%). Trattandosi della regione biogeografica più diffusa in Italia, il risultato non stupisce ma conferma i risultati ottenuti, che vedono le latifoglie sempreverdi la categoria forestale più impattata, in quanto proprio la più rappresentativa di questa regione bioclimatica”, commenta Ispra.

Primi dati 2025

Da inizio anno al 9 giugno 2025 la superficie totale colpita da incendi è pari a 34 km², ovvero un’area che corrisponde quasi a quella del Parco nazionale delle Cinque Terre. Rispetto al totale del bruciato, 10 km² riguardano boschi e foreste e quasi il 70% delle aree forestali interessate sono site nella regione Calabria. Al momento la seconda regione più colpita è il Trentino Alto Adige (1km²).

Il nostro auspicio è che l’estate appena iniziata non porti brutte notizie.

[Credits foto: Ylvers su Pixabay]

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Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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