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PigLand, in Umbria la collina dei maiali salvati dagli allevamenti

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PigLand, in Umbria la collina dei maiali salvati dagli allevamenti ultima modifica: 2025-06-30T00:02:42+02:00 da Marco Grilli
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PigLand, sito nelle colline umbre ad Alviano (Tr), è il rifugio di cinque ettari che ha dato la libertà a 122 maiali salvati dagli allevamenti

Tra i rifugi per animali della Lega Anti Vivisezione (Lav) ve ne è uno dedicato ai maiali, PigLand, che sorge nelle verdi colline umbre – più precisamente nel territorio del Comune di Alviano (Tr) – e regala una vita di libertà a 122 capi salvati dagli allevamenti.

Gli ospiti di PigLand sono maiali considerati ‘da reddito’ selezionati geneticamente dall’industria per ingrassare in modo rapidissimo ed essere ‘pronti’ per il macello dopo 6 mesi: hanno bisogno di cure e attenzioni speciali, che offriamo loro con tutto l’affetto di chi vede in loro la realizzazione del sogno di un mondo diverso, dove non esiste sfruttamento degli animali, precisa Lav

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L’ultimo trasferimento ad Alviano è stato eseguito lo scorso aprile. Sono quindi saliti a 122 gli animali finalmente liberi di rotolarsi, grufolare, correre e trascorrere una vita sana e tranquilla in compagnia dei loro simili in quella che è stata ribattezzata la “collina dei maiali”.

Tutto ha avuto inizio però dall’inferno della vita negli allevamenti, tra costrizioni, spazi angusti ed inutili sofferenze, nel caso specifico dall’allevamento abusivo sito nella periferia del Comune di Cilavegna (Pv), dove si praticava anche la macellazione clandestina con stoccaggio non a norma delle carni.

Il sequestro dell’allevamento abusivo

Questa struttura illegale del pavese, priva di codice azienda, mai censita a livello sanitario e  segnalata più volte dai cittadini all’amministrazione comunale già dal 2017, fu scoperta nell’agosto 2021 in seguito ad un intervento congiunto dei Carabinieri e dei Nas di Cremona, dopo una denuncia presentata dalla Lav.

Nell’area furono rinvenuti non solo 61 maiali, un asino, quattro bovini ed alcuni avicoli e conigli  detenuti in condizioni di sporcizia e degrado, ma anche notevoli quantitativi di prodotti alimentari deteriorati – quali carni, salumi e formaggi destinati alla rivendita illegale – alcuni container per la macellazione clandestina e perfino rifiuti speciali pericolosi.

Il proprietario dell’allevamento fu quindi arrestato e la Lav si prese subito cura degli animali grazie al lavoro dei volontari delle sedi di Voghera ed Oltrepò pavese, poiché i conviventi dell’arrestato a cui erano stati affidati si erano dimostrati inadempienti. Le prescrizioni fornite dalla Procura e dall’Agenzia di tutela della salute (Ats) di Pavia – girate dal Comune di Cilavegna ai conviventi dell’arrestato – erano state infatti disattese, creando una situazione di forte disagio che si protrasse per tre mesi, poiché la stessa Procura non aveva disposto il sequestro della struttura e non vi era l’assenso allo spostamento degli animali.

Dopo la denuncia della Lav, il 1° dicembre 2021 la Procura di Pavia pose finalmente sotto sequestro l’intera area compresi gli animali lì confinati, affidandone la custodia temporanea al sindaco di Cilavegna. Le attività di accudimento degli animali da parte dei volontari Lav e di altre associazioni continuarono però a trovare notevoli ostacoli di tipo logistico, dovuti anche all’insufficiente vigilanza sulle condizioni di detenzione, salute e benessere degli animali sequestrati.  Nel corso del tempo la situazione si rese sempre più complicata anche per l’ostilità manifestata dai detentori della struttura nei confronti delle associazioni, tanto che ai volontari fu precluso indebitamente più volte l’accesso in loco.

Lav e Vitadacani ODV chiesero perfino l’autorizzazione dalla Procura per entrare con un loro veterinario nell’area e controllare le condizioni di salute degli animali. Riuscirono così a far ricoverare tre suinetti colpiti dalla rogna ed un verro che necessitava di cure salvavita presso due strutture veterinarie specializzate. In generale, Lav denunciò il fatto che gli animali fossero stati lasciati liberi di riprodursi senza controllo, tanto da rendere sempre più difficile il lavoro delle associazioni. La tempestiva presa in carico della castrazione degli animali fertili avrebbe invece consentito di ridurre le spese necessarie al loro mantenimento e favorito le adozioni e la ricollocazione degli stessi in tempi molto più brevi.

La vera e definitiva svolta di questa complessa vicenda si verificò nel luglio 2022, quando Lav ottenne finalmente l’affido in custodia giudiziaria di parte degli animali (61 suini), dando il via alle operazioni di trasferimento in una struttura temporanea reperita dalla sede Lav Oltrepò pavese.

Nel corso dello stesso anno l’organizzazione animalista iniziò a cercare uno spazio adeguato, fino all’individuazione di un terreno nel Comune di Alviano, dove iniziarono subito i lavori di sistemazione per renderlo adatto ad ospitare i suini. Nell’aprile 2023 furono completati i lavori in una parte di terreno che permisero il trasferimento dei primi 36 maiali. Contemporaneamente continuò l’opera di sistemazione della restante porzione di terreno, che ha consentito lo scorso aprile di completare i trasferimenti previsti, portando a 122 il numero degli ospiti del rifugio.

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Il rifugio

“Circa 5 ettari tra alberi di ulivo, cespugli, arbusti, tipologie diverse di terra rendono l’area ricca di stimoli naturali per gli animali, che possono esprimersi pienamente. Casette per ripararsi dal sole o dalla pioggia e dormire sulla paglia, cibo specifico e acqua, usata spesso per creare piscine naturali in cui rotolarsi felici, sono sempre a disposizione. Femmine e maschi vivono separati in due gruppi dove i legami si sono stabiliti e fortificati”. 

Con queste parole Lav descrive il suo sogno diventato realtà, la ribattezzata “collina dei maiali” che ha donato una seconda vita a questi animali così intelligenti, empatici e giocherelloni, finalmente lontani dall’orrore degli allevamenti intensivi e da quella vita ridotta perlopiù alla permanenza in gabbia, che provoca stress, sofferenze, comportamenti stereotipati e spesso autolesionisti.

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“Ermy, Ciliegia, Ear-Pit, Chet e gli altri maiali di Alviano rappresentano una speranza per un mondo diverso, dove non esiste sfruttamento. Solo in Italia, ogni anno vengono uccisi 10 milioni di maiali allevati per diventare pezzi di carne e di prosciutto. I maiali allevati per diventare cibo conoscono solo crudeltà”, ribatte Lav.

Anche in questa situazione, divenuta paradisiaca per gli animali ospiti del rifugio, non mancano però problematiche con l’avanzamento dell’età, dovute in primis a problemi di salute conseguenti alla manipolazioni genetiche subite per le esigenze della filiera della carne. Spesso sono dunque necessarie diagnosi e cure veterinarie complesse, come nel caso di Ermy, la cui storia per Lav “è la testimonianza di come si possa e si debba fare qualcosa, per interrompere la dolorosa catena mortale dell’allevamento”.

Ermy proviene dall’allevamento abusivo già citato. Affidata fin da piccola alla Lav, ha subito iniziato a ricevere cure ed attenzioni, ma purtroppo quel passato seppur breve di privazioni e sofferenze è tornato a presentare il conto. All’età di tre anni Ermy ha infatti mostrato le prime difficoltà di movimento, fino a non riuscire più a camminare.

Ecco dunque le complicazioni per riuscire a sottoporla alle cure adeguate, come spiega la stessa Lav. “Abbiamo cercato in tutta Italia la possibilità di farle esami diagnostici approfonditi, operazione molto difficile perché i maiali allevati non hanno il privilegio di essere curati in modo adeguato. Mancano proprio le strumentazioni e la casistica medica letteratura per la cura di soggetti che potenzialmente potrebbero vivere oltre 10 anni ma ne vivono meno di uno. Siamo riusciti a trovare una clinica che potesse accogliere Ermy e farle una TAC. Con questo esame è stato diagnosticato un problema alla colonna vertebrale, che stiamo trattando con le terapie indicate e una gestione scrupolosa e attenta. Speriamo che possa tornare a camminare, ci sono alcuni segnali positivi di movimento delle zampe posteriori e riesce a fare alcuni piccoli passi. Faremo di tutto per assicurarle una vita dignitosa e rispettosa della sua personalità molto sensibile e anche delle sue fragilità, circondata di cura e attenzione e tanta verdura e frutta buone che apprezza molto”. 

PigLand non è l’unico rifugio per animali gestito dalla Lav.

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Vi sono infatti pure: la Casa degli Animali Lav, ovvero il centro di recupero più grande d’Italia (85 ettari) sito sulle sponde del lago Trasimeno in Umbria; il Centro di recupero Animanatura Wild Sanctuary di Semproniano (Gr), nella Maremma Toscana, che ospita più di 60 animali salvati da allevamenti, circhi, traffico illegale e vivisezione, ed infine Gorgona, l’Isola dei Diritti, che dal 2020 sorge su quell’isola-carcere dove ogni anno venivano allevati e macellati centinaia di animali, a testimonianza di come un luogo storico possa finalmente diventare un laboratorio di umanità, non violenza e rispetto per tutti, animali compresi.

[Credits foto: Lega Anti Vivisezione]

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Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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