Solstizio d’estate 2025, quando la scienza incontra riti antichi, tradizioni culturali e feste popolari
Il solstizio d’estate 2025 cadrà alle ore 4:42 del mattino del 21 giugno (ora italiana). In quel momento il Sole raggiungerà il punto più alto rispetto all’equatore celeste, segnando l’inizio dell’estate astronomica nell’emisfero nord e dando vita al giorno più lungo dell’anno. Nell’emisfero sud, si verificherà il 21 dicembre 2025.
Mentre per molti sarà solo l’avvio ufficiale della stagione del mare e delle ferie, in diverse parti del mondo il solstizio continua a rappresentare un momento carico di simbolismo, spiritualità e celebrazione collettiva.
Cosa accade al solstizio d’estate
Dal punto di vista astronomico, il solstizio avviene quando l’asse terrestre è inclinato al massimo verso il Sole. Il nostro pianeta, infatti, ruota intorno ad un asse, che non è perpendicolare al piano orbitale della Terra, ma ha un’inclinazione di circa 23,5°: ciò significa che il 21 giugno i raggi solari colpiscono perpendicolarmente il Tropico del Cancro, regalando oltre 15 ore di luce in molte città italiane.
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Il Midsommar svedese: tra fiori, danze e… horror
In molte culture europee, il solstizio d’estate era tradizionalmente associato al periodo tra il 23 e il 24 giugno, poi assorbito dalla liturgia cristiana come la Notte di San Giovanni. In Svezia, però, la festa ha mantenuto un’anima profondamente pagana e rurale, legata ai ritmi della natura e ai cicli della terra.
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Nel 2025 il Midsommar si è celebrato il 20 giugno, come sempre di venerdì. Il cuore della festività è il majstång, un palo ricoperto di foglie e fiori che viene issato al centro di prati e piazze. Intorno ad esso, si canta e si danza seguendo coreografie tradizionali, spesso vestiti con corone di fiori.
In passato, si decoravano le case con rami e foglie, per assicurarsi prosperità e salute per sé e per il bestiame; si cammina a piedi nudi nella rugiada del mattino per proteggersi dalle malattie, e, prima di andare a dormire, si raccolgono tipi diversi di fiori selvatici, da nascondere sotto il cuscino per sognare – secondo la leggenda – l’anima gemella.
Midsommar, la festa svedese di mezza estate momento di connessione con la natura
A completare il quadro: picnic nei prati, abbondanti pasti a base di aringhe, patate novelle e fragole, e qualche bicchierino di aquavit, il liquore tradizionale servito tra un canto popolare e l’altro. E, per i più temerari, un tuffo notturno nel lago, spesso nudi, a chiudere la giornata più lunga dell’anno.
Questa atmosfera idilliaca è stata anche il punto di partenza per uno dei film horror più discussi degli ultimi anni: Midsommar, diretto da Ari Aster nel 2019. Ambientato in un fittizio villaggio svedese, il film racconta la storia di un gruppo di giovani americani invitati a partecipare a un’inquietante versione del Midsommar.
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Attraverso un’estetica solare e psichedelica, il regista trasforma le tradizioni nordiche in un teatro di orrore rituale: il palo di mezza estate diventa un simbolo sinistro, le corone di fiori assumono un valore sacrale e opprimente, e le danze si intrecciano con sacrifici umani.
Il film ha acceso i riflettori sul vero Midsommar, suscitando curiosità e fascino per una celebrazione che resta, nella realtà, una delle più poetiche espressioni del rapporto tra uomo e natura.
[Cover Image @eleonora anello]
