Nuovo inventario Iba

Nuovo inventario Iba, 240 aree per la tutela dell’avifauna

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Nuovo inventario Iba, 240 aree per la tutela dell’avifauna ultima modifica: 2025-06-16T00:02:31+02:00 da Marco Grilli
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Il nuovo inventario delle Iba (Important and Biodiversity Area) è stato svelato dalla Lipu in occasione della Giornata della biodiversità

Il nuovo inventario delle Iba (Important and Biodiversity Area) stilato dalla Lega italiana protezione uccelli (Lipu), che individua le aree ornitologiche più importanti per la nidificazione, la sosta e la migrazione degli uccelli selvatici nel nostro Paese, è  stato reso noto in occasione della Giornata della biodiversità e presentato ufficialmente a Parma lo scorso 24 maggio, data del 60° compleanno dell’associazione.

Questo nuovo importante elenco, destinato ad esser inviato a breve al ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, include 240 aree (75% terrestri e 25% marine) per oltre 9,3 milioni di ettari (+50%). Rispetto all’inventario precedente, risalente al 2002, le nuove aree sono 113, mentre 81 sono state modificate riguardo i confini, l’habitat e i dati ornitologici raccolti. Sempre rispetto al 2002 gli ettari sono quasi raddoppiati (circa 4 milioni in più), incrementando così considerevolmente l’impronta geografica delle aree ritenute essenziali per la protezione degli uccelli e della biodiversità.

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Per la Lipu si tratta di “un passo avanti essenziale per individuare nuove aree protette ai sensi della Strategia sulla biodiversità”, ovvero dell’ambizioso piano europeo al 2030 che prevede di proteggere legalmente almeno il 30% della superficie terrestre ed il 30% di quella marina.

Aree e specie

Le Iba più estese si ritrovano nel Lazio (Maremma viterbese) ed in Sicilia (Castel di Judica, Lago Ogliastro, Monte Etna). Le regioni che invece hanno fatto segnare il maggior aumento di questi veri e propri paradisi per gli uccelli selvatici sono le Marche (+18 siti), la Sicilia (+16), la Sardegna (+15) e l’Emilia-Romagna (+13).

Più in generale, per valutare l’individuazione delle Iba sono prese in considerazione 116 specie, in primis quelle a più alto valore conservazionistico, quali: la gallina prataiola, una specie molto rara e presente solo in Sardegna, messa a rischio dalla restrizione delle principali aree di riproduzione; l’astore sardo, una sottospecie di rapace endemica della stessa isola; l’ortolano, presente nelle aree agricole marchigiane ma in forte declino, e l’albanella minore, un rapace minacciato dalle pratiche di mietitura anticipata dei campi di fieno dove tende a nidificare. Rilevanti ai fini delle decisioni finali sono pure la coturnice, la coturnice siciliana, la berta minore, il marangone minore, il gabbiano corso ed il lanario.

Una novità interessante nell’aggiornamento dell’inventario è il riconoscimento di nuovi habitat ritenuti fondamentali per la sopravvivenza di queste preziose specie, ad esempio le steppe e le zone collinari incolte.

Oggi, purtroppo, due terzi delle 250 specie nidificanti nel nostro Paese si trovano in uno stato di conservazione sfavorevole. Più nel dettaglio, il 30% è classificato in cattivo stato di conservazione, il 33% in uno stato inadeguato. Siamo dunque di fronte ad una situazione estremamente preoccupante, basti pensare che l’Italia ospita 16 specie minacciate globalmente.

Se da una parte siamo tenuti a segnalare l’ottimo lavoro della Lipu, che ha ottenuto risultati importanti grazie ad efficaci azioni di conservazione come quelle riguardanti l’aquila di bonelli, il pollo sultano, la cicogna bianca, gli aironi (su tutti spatola e airone bianco maggiore), l’albanella minore, il grillaio ed il falco cuculo, dall’altra lo studio condotto dalla stessa associazione, ovvero il Farmland Bird Index, ha rilevato purtroppo il forte declino dei passeriformi (allodola, calandro, ortolano, stiaccino, averla piccola) nelle aree agricole.

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Commenti e prospettive

“Celebrare i 60 anni della Lipu con la presentazione del nuovo inventario delle Iba è particolarmente significativo perché si tratta di un lavoro centrale rispetto alla missione che la Lipu porta avanti da 60 anni, ovvero la conservazione degli uccelli selvatici, e perché le nuove Iba sono uno strumento preziosissimo per agire, che le istituzioni devono utilizzare per il raggiungimento degli obiettivi della Strategia sulla biodiversità. Non solo: tutti noi dobbiamo impegnarci a garantire monitoraggio, vigilanza e tutela concreta, così da assicurare un presente e un futuro adeguati a quel patrimonio inestimabile che sono gli uccelli”, ha commentato Alessandro Polinori, presidente della Lipu.

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L’aggiornamento delle Iba arriva in un momento critico per gli obiettivi di biodiversità, sia a livello nazionale che in tutta l’Unione europea. Con oltre il 30% del territorio italiano ora coperto da queste preziose aree, la rete contribuisce direttamente all’obiettivo 30×30 dell’Ue, ovvero proteggere il 30% del territorio e del mare entro il 2030”, ribattono Claudio Celada e Marco Gustin, rispettivamente direttore Area Conservazione natura e responsabile Specie e ricerca della Lipu.

I due spiegano ancora che alcune delle Iba aggiornate si trovano già all’interno di aree protette esistenti, come parchi nazionali o siti Natura 2000, mentre altre sono ancora sprovviste di una protezione formale. “È dunque necessario tradurre i dati di queste aree in azioni politiche e in una reale conservazione sul territorio. In particolare, molti dei nuovi siti nelle Marche non sono ancora sottoposti ad alcun tipo di protezione ufficiale mentre invece, in Puglia e Sardegna, così come in altre regioni italiane, le nuove Iba sono state incluse nel contesto delle aree di maggior valore ornitologico nel progetto di mappatura delle zone sensibili per l’eolico onshore di BirdLife International”, chiariscono Celada e Gustin.

Il nuovo inventario delle Iba non è pensato dunque come un semplice aggiornamento, ma come un vero e proprio strumento per agire. Il monitoraggio dei siti  contribuisce infatti ad identificare le esigenze di ripristino, mantenendo un approccio olistico che tiene insieme conservazione, ripristino e coinvolgimento delle comunità. “Ciò può garantire che gli obiettivi di ripristino della natura siano raggiunti in modo strategico ed efficace, in linea con il livello di ambizione del Regolamento sul Ripristino della natura e l’obiettivo 2 del quadro globale sulla biodiversità. Nei prossimi mesi lavoreremo per valutare queste aree come aree chiave per la biodiversità, le Kba. Con un quadro più completo dei luoghi in cui prosperano gli uccelli e la biodiversità, potremo dare un contributo per garantirne la tutela e il futuro”concludono Celata e Gustin.

BirdLife Datazone

L’aggiornamento delle Iba è consultabile su BirdLife DataZone, il portale ricco di schede informative dettagliate e mappe interattive.

Da questo importante strumento apprendiamo che la biodiversità non è distribuita uniformemente sul nostro pianeta e che per tutelarla efficacemente occorre identificare e proteggere le aree ritenute veri e propri scrigni di biodiversità.  Le Iba, ad esempio, sono siti ritenuti di importanza globale per la conservazione degli uccelli e di altre specie di biodiversità, sulla base di una serie di criteri standardizzati e fondati sui dati. Concepite nel 1979 da BirdLife International, le Iba sia terrestri che marine sono state attualmente identificate in oltre 200 Paesi e territori in tutto il mondo ed hanno condotto alla creazione di migliaia di aree protette.

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I partner di BirdLife guidano in genere il processo di identificazione, monitoraggio e aggiornamento della rete Iba nei rispettivi Paesi. I dati raccolti localmente vengono analizzati a livello nazionale e valutati in base a quattro criteri standardizzati per identificare i siti di importanza globale. Oltre a ciò sono stati fissati pure dei criteri per identificare le Iba a livello regionale e subregionale (Europa compresa), con l’obiettivo di individuare i siti di importanza continentale. Molti di questi criteri regionali sono attualmente applicabili a livello globale.

Più in generale, come spiega BirdLife International, “il monitoraggio delle IBA è importante per individuare minacce emergenti, tracciare l’andamento delle pressioni e valutare l’efficacia delle azioni. Le IBA vengono monitorate utilizzando metodi standardizzati, semplici, flessibili e sufficientemente pratici da poter essere implementati efficacemente in un gran numero di siti. Il protocollo di monitoraggio delle IBA utilizza un modello ‘Pressione-Stato-Risposta’ per valutare le condizioni dei siti, in base alle specie e agli habitat chiave presenti, alle minacce che li colpiscono e alle misure di conservazione adottate”.

I dati di monitoraggio nazionale, riassumibili  a livello subregionale, regionale e globale, forniscono indici dello stato e delle tendenze della biodiversità, che possono essere utilizzati dai decisori politici a tutti i livelli per legiferare in modo appropriato in materia. Oltre alle Iba esistono pure le aree chiave per la biodiversità (Kba), ovvero i siti di importanza fondamentale per la persistenza globale della biodiversità. I criteri per le Kba sono più ampi di quelli per le Iba ma quasi tutte le Iba si qualificano anche come Kba. Di conseguenza, la stragrande maggioranza di quest’ultime è considerata di importanza fondamentale per gli uccelli. BirdLife International continua a sostenere entrambe le iniziative, visto che le Iba contribuiscono in modo significativo all’agenda globale per la conservazione delle Kba.

Il futuro della biodiversità passa pure da queste importanti azioni di identificazione, monitoraggio e conservazione.

[Credits foto: PavanPrasad_IND su Pixabay]

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Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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