Case a 1 euro in Italia, dalle colline abruzzesi a Torre Annunziata, un’iniziativa che trasforma borghi storici e centri urbani in via di spopolamento in luoghi da vivere e riqualificare.
Il progetto delle case a 1 euro in Italia continua ad attirare interesse a livello internazionale. Studiato con l’obiettivo di contrastare lo spopolamento dei piccoli borghi italiani e recuperare un patrimonio edilizio spesso dimenticato, il meccanismo è piuttosto semplice. In breve, i Comuni mettono in vendita abitazioni in stato di abbandono al prezzo simbolico di un euro. In cambio, chiedono l’impegno a ristrutturare l’immobile entro un certo periodo e nel rispetto delle norme locali.
Case a 1 euro in Valle d’Aosta, cresce l’iniziativa per contrastare lo spopolamento
Il successo di Penne
A rendere questa iniziativa famosa in tutto il mondo sono stati i casi di successo, ma anche l’eco mediatica che li ha accompagnati.
L’ultimo esempio arriva dal borgo abruzzese di Penne (Pescara), che ha ricevuto oltre 1700 richieste da tutto il mondo in soli dieci giorni, dopo che la CNN ha rilanciato la notizia.
Il sindaco Gilberto Petrucci ha confermato l’interesse concreto di cittadini olandesi, polacchi e inglesi, che hanno visitato il borgo per valutare gli immobili.
Ollolai e il richiamo globale dopo un post virale
Un altro caso emblematico è quello di Ollolai, in Sardegna. Il piccolo centro del Nuorese ha attirato l’attenzione globale quando, dopo la rielezione di Trump a Presidente degli Stati Uniti, il sindaco Francesco Columbu lanciò un appello via web rivolto agli americani.
Il messaggio, ripreso dalla CNN, generò 30.000 richieste dagli USA in 24 ore. “È il momento di programmare la vostra fuga in Europa, nel paradiso della Sardegna”, recitava il messaggio, rivolto ai cittadini scontenti della rielezione del Tycoon alla Casa Bianca.
L’iniziativa è stata accompagnata anche da politiche regionali. Tra il 2022 e il 2025, infatti, la Sardegna ha stanziato 360 milioni di euro per incentivare l’insediamento nei comuni con meno di 3.000 abitanti, premiando l’apertura di attività con contributi fino a 20.000 euro.
Torre Annunziata: case a 1 euro anche nei centri più grandi
Non sono solo i borghi a puntare su questo modello. Anche Torre Annunziata (Napoli), città ai piedi del Vesuvio, ha approvato un regolamento per la cessione agevolata di immobili non abitati del centro storico.
Come dichiarato dall’amministrazione, l’obiettivo è duplice: recuperare edifici in rovina e rispondere alla crescente domanda abitativa, soprattutto da parte dei giovani.
Gli immobili coinvolti sono quelli in evidente stato di inagibilità o destinatari di ordinanze di messa in sicurezza. Chi acquista si impegna a renderli abitabili entro tre anni. Il provvedimento potrebbe avere un forte impatto sulla riqualificazione urbana, favorendo anche l’apertura di attività turistico-ricettive o commerciali.
Perché le case a 1 euro in Italia sono così attraenti?
Il fascino dell’Italia rurale, unito al sogno di una vita più lenta e autentica, conquista sempre più stranieri. Le case a 1 euro offrono l’occasione di diventare parte di una comunità, contribuendo alla rinascita di un territorio. Per i Comuni, è un’opportunità per ridare vita ai centri storici e rimettere in moto l’economia locale.
Trentino contro lo spopolamento, fino a 100mila euro per i nuovi residenti
Naturalmente, il prezzo simbolico è solo l’inizio: chi acquista deve affrontare spese di ristrutturazione anche importanti. Tuttavia, l’investimento può rivelarsi vantaggioso sul lungo periodo, soprattutto per chi intende trasferirsi, aprire un’attività o avviare un progetto di ospitalità.
Da Penne a Ollolai, fino a Torre Annunziata, ogni esperienza fornisce un punto di partenza per costruire un futuro nuovo a partire da edifici in disuso. E, chissà, forse proprio in uno di questi borghi qualcuno troverà la casa – e la vita – dei propri sogni.
[Immagine da Pixabay]
