Goldman Environmental Prize 2025, ecco chi sono i sette attivisti ambientali premiati per il loro coraggio e impegno nella protezione del pianeta
Goldman Environmental Prize 2025, il più prestigioso riconoscimento mondiale per gli attivisti ambientali è stato assegnato a San Francisco il 21 aprile.

Durante la cerimonia sono stati premiati gli eroi ambientali di ciascuna delle sei regioni continentali abitate del mondo.
Il Premio Goldman per l’ambiente onora i risultati e la leadership degli attivisti ambientali, ispirando gli individui ad agire per proteggere il pianeta.
Il premio
Il premio è stato fondato nel 1989 a San Francisco dai filantropi Rhoda e Richard Goldman. In 36 anni, il premio ha avuto un grande impatto sul pianeta. Ad oggi, ha premiato 233 ambientalisti — tra cui 106 donne — provenienti da 98 nazioni. Molti sono diventati funzionari governativi, capi di Stato, leader di ONG e persino vincitori del Premio Nobel.
«È stato un anno difficile sia per le persone che per il pianeta», ha dichiarato Jennifer Goldman Wallis, vicepresidente della Goldman Environmental Foundation. «Ci sono tante cose che ci preoccupano, ci stressano, ci indignano e ci dividono. Ma per me, questi leader e insegnanti ambientali — e la comunità globale che li sostiene — sono l’antidoto. Se applichiamo la stessa passione e logica che usiamo per proteggere le nostre famiglie alle nostre comunità e agli ecosistemi, allora vinceremo. In questi tempi difficili per gli attivisti ambientali, queste sette persone ci ricordano con forza cosa sia possibile ottenere con determinazione, resilienza e speranza».
I vincitori 2025
Africa – Semia Gharbi – Tunisia
Semia Gharbi ha guidato una campagna contro un traffico illecito di rifiuti tra Italia e Tunisia, che ha portato al ritorno in Italia, nel febbraio 2022, di 6.000 tonnellate di rifiuti domestici esportati illegalmente. Oltre 40 funzionari corrotti e altri coinvolti nello scandalo sono stati arrestati. I suoi sforzi hanno portato a un cambiamento delle politiche nell’UE, che ora ha rafforzato le procedure e i regolamenti sulle esportazioni di rifiuti.
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Asia – Batmunkh Luvsandash – Mongolia
Deciso a proteggere la sua terra natale dalle attività minerarie, Batmunkh Luvsandash ha ottenuto nel 2022 l’istituzione di un’area protetta di 66.000 acri nella provincia di Dornogovi, accanto ad altre decine di migliaia di acri già protetti grazie a lui e ai suoi alleati. La zona ospita pecore Argali, il 75% della popolazione mondiale di asino selvatico asiatico in pericolo e molte piante endemiche.
Europa – Besjana Guri e Olsi Nika – Albania
La campagna di Besjana Guri e Olsi Nika per salvaguardare il fiume Vjosa dallo sviluppo di dighe idroelettriche ha portato alla storica designazione del Parco Nazionale del Fiume Selvaggio Vjosa nel marzo 2023. È il primo parco nazionale in Europa a proteggere un fiume selvaggio, lungo 167 miglia, comprese le sue affluenti incontaminate per un totale di 250 miglia. Il Vjosa è un rifugio per la biodiversità d’acqua dolce e habitat di numerose specie in pericolo.
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Isole e stati insulari – Carlos Mallo Molina – Isole Canarie
Carlos Mallo Molina ha guidato una campagna globale per fermare la costruzione del porto di Fonsalía a Tenerife, che avrebbe minacciato un’area marina protetta di 170.000 acri, habitat vitale per tartarughe marine, balene e squali. Il governo delle Canarie ha ufficialmente cancellato il progetto nell’ottobre 2021. Carlos ora sta realizzando un centro di conservazione e educazione marina, il primo del suo genere nelle Canarie.
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America settentrionale – Laurene Allen – Stati Uniti
Dopo la scoperta di una delle più gravi crisi ambientali del New England, Laurene Allen si è mobilitata per proteggere migliaia di famiglie dall’acqua potabile contaminata da sostanze chimiche tossiche. La sua campagna ha portato alla chiusura, annunciata nell’agosto 2023, dello stabilimento Saint-Gobain Performance Plastics. La chiusura effettiva nel maggio 2024 ha segnato la fine di oltre 20 anni di inquinamento dell’aria, del suolo e dell’acqua.
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America centrale e meridionale – Mari Luz Canaquiri Murayari – Perù
Nel marzo 2024, Mari Luz Canaquiri Murayari e l’Associazione delle Donne Huaynakana Kamatahuara Kana, di cui è presidente, hanno ottenuto una storica sentenza che ha riconosciuto al fiume Marañón la personalità giuridica. Per la prima volta in Perù, un fiume ha ottenuto il diritto a scorrere liberamente e senza contaminazione. La corte ha ordinato al governo di prevenire ulteriori sversamenti di petrolio, di redigere un piano di protezione dell’intero bacino e ha riconosciuto le donne Kukama come custodi del fiume.
