La Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese è un percorso cicloturistico ed escursionistico che segue il tracciato delle condotte storiche.

Obiettivo 500 km, fino all’estremo Sud dello Stivale. La Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese si sviluppa lungo uno dei più grandi e complessi sistemi idrici d’Europa, seguendo due storiche condotte: il Canale Principale, realizzato tra il 1906 e il 1915 per portare l’acqua a Bari, e il Grande Sifone Leccese, che estende il percorso fino a Santa Maria di Leuca. Lungo i suoi circa 500 km, l’itinerario attraverserà l’Alta Irpinia, il Salento, passando per il Vulture. E poi l’Alta Murgia, la Valle d’Itria e la Terra d’Arneo.
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Lungo tre regioni (Campania, Basilicata e Puglia), tra paesaggi rurali, archeologia industriale e sostenibilità, la ciclovia mira così a rappresentare un modello virtuoso di turismo lento nel Mezzogiorno.
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Greenway e archeologia industriale
Attualmente, il percorso esistente si estende tra Cisternino, Ceglie Messapica e Martina Franca, rappresentando il primo segmento di un itinerario più ampio che, una volta completato, collegherà Caposele in Campania a Santa Maria di Leuca in Puglia, per un totale di circa 500 chilometri. Tuttavia, con circa 230 km di strade di servizio già esistenti e quasi interamente percorribili, il tratto necessita più che altro di un progetto intelligente di restauro e fruizione, che possa mantenere il più possibile il paesaggio naturale. In questo senso, la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese è una grande opportunità di recupero e valorizzazione delle opere di uno degli acquedotti più grandi e complessi del mondo. In particolare, il progetto prevede l’implementazione dell’itinerario ciclabile su oltre 190 chilometri entro il 2026, con lavori in corso su quattro nuovi tratti finanziati attraverso il PNRR e fondi regionali.

Oltre che una via verde, la ciclovia è già oggi un vero e proprio percorso di archeologia industriale. Ponti canale, case cantoniere, sorgenti, fontane storiche, gallerie, serbatoi e centrali idroelettriche scandiscono, infatti, il cammino.
Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, il ruolo del Coordinamento dal Basso
Dal marzo 2015, un importante impulso alla realizzazione della ciclovia è arrivato dal basso. Si è infatti costituito il Coordinamento dal Basso per la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, una rete che oggi conta oltre 90 tra associazioni, enti e imprese di Campania, Basilicata e Puglia.

Il coordinamento ha l’obiettivo di promuovere, monitorare e accompagnare la realizzazione dell’intero tracciato, da Caposele a Santa Maria di Leuca.
La sua azione ha rappresentato un cambio di paradigma. Per la prima volta un’infrastruttura complessa come questa è stata di fatto richiesta, sostenuta e progettata a partire dalle istanze delle comunità locali. In un’ottica di partecipazione e tutela attiva del territorio.
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Una visione condivisa e sostenibile
La ciclovia è inclusa nel Sistema Nazionale delle Ciclovie Turistiche (SNCT) e nel Piano Regionale dei Trasporti. Inoltre, è sostenuta dalla normativa regionale sulla mobilità ciclistica (L.R. 1/2013) e sull’archeologia industriale (L.R. 16/2015).

La Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese è un simbolo di rigenerazione e memoria. Una dorsale verde che mira ad attraversare il Sud, raccontando storie di acqua, ingegno e comunità.
Supportato da istituzioni e cittadini, il progetto ha di fatto il pregio di restituire valore a un’opera pubblica strategica, trasformandola in esperienza culturale, ambientale e turistica. Un invito a riscoprire lentamente, in sella a una bici, il “fiume nascosto” della Puglia e del Mezzogiorno.
[Foto di Roberto Guido, autore della guida Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese ]

la ciclovia dell’acquedotto pugliese è un progetto della Regione Puglia nato nel 2008 a seguito di un accordo con l’Acquedotto Pugliese. Le informazioni riportate nell’articolo non sono completamente corrette. Sarebbe stato meglio sentire la Regione. Non sembra sia stato fatto. La “guida Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese” non è stata autiorizzata nè dalla Regione, nè dall’Acquedotto Pugliese