Glifosato, condanna record per Bayer: 2,1 miliardi di dollari a un cittadino malato di tumore. Il caso riaccende il dibattito su salute, pesticidi e sostenibilità ambientale.
Un nuovo colpo giudiziario colpisce la Bayer, il colosso farmaceutico e agrochimico tedesco. La multinazionale dovrà versare un risarcimento record da 2,1 miliardi di dollari a un cittadino statunitense che sostiene di essersi ammalato a causa dell’esposizione al glifosato, principio attivo dell’erbicida Roundup. La sentenza di condanna per il glifosato, emessa da un tribunale della Georgia lo scorso marzo, rappresenta una delle misure più pesanti inflitte finora nell’ambito delle numerose cause intentate contro l’azienda.
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Glifosato, condanna da 2,1 miliardi di dollari per Bayer
La multinazionale tedesca Bayer è stata condannata da un tribunale statunitense a pagare un risarcimento record a un cittadino che ha attribuito la propria malattia – un linfoma – all’uso del Roundup, uno degli erbicidi più diffusi al mondo.
Il principio attivo del prodotto, il glifosato, è da anni al centro di controversie scientifiche e legali. La somma stabilita dalla corte include 65 milioni per danni effettivi. Comprende, inoltre, 2 miliardi di danni punitivi, che mirano a sanzionare comportamenti ritenuti particolarmente gravi.
Dal lato suo, Bayer ha annunciato il ricorso. Secondo il colosso, la decisione di fatto “contraddice le prove scientifiche e le valutazioni delle autorità di regolamentazione di tutto il mondo”.
Glifosato sotto accusa: cosa dice la scienza
Il glifosato è l’erbicida più utilizzato a livello globale, introdotto sul mercato da Monsanto negli anni ’70 e oggi impiegato in oltre 160 Paesi.
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La storia che lo riguarda è costellata da polemiche. Nel 2015, infatti, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), organismo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha classificato il glifosato come “probabilmente cancerogeno per l’uomo” (gruppo 2A).
Tuttavia, altre agenzie – come l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e l’Agenzia statunitense per la protezione ambientale (EPA) – hanno ritenuto di non avere prove sufficienti per confermare il rischio cancerogeno. Questa divergenza ha alimentato polemiche e confusione tra l’opinione pubblica.
Il nodo europeo e la sfida della sostenibilità agricola
Nel 2018 Bayer ha acquisito Monsanto per 63 miliardi di dollari. Insieme all’azienda, ha ereditato migliaia di cause legali da parte di agricoltori e cittadini che attribuiscono al Roundup l’insorgenza di malattie tumorali.
Eppure, nel 2023, contro ogni principio di precauzione, la Commissione Europea ha rinnovato l’autorizzazione del glifosato fino al 2033.
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Com’era prevedibile, la decisione ha scatenato preoccupazioni e proteste. Numerose associazioni ambientaliste, istituti indipendenti e rappresentanti dell’agricoltura biologica sono infatti tornati a denunciare i possibili effetti negativi sulla biodiversità e sulla salute umana.
In particolare, all’inizio del 2025, un gruppo di ONG riunite sotto la rete Pesticide action network ha annunciato il ricorso alla Corte di Giustizia Europea “per tutelare la salute di cittadini e cittadine”.
Ora, secondo gli ambientalisti, il caso americano riporta al centro dell’attenzione la necessità di una regolamentazione più trasparente, basata su studi indipendenti. Che comprenda, parallelamente, un ripensamento ad ampio raggio dell’uso di sostanze chimiche in agricoltura.
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