Tra i nuovi autobus urbani dell’Unione europea quelli a zero emissioni sono stati la metà del totale nel 2024, se proseguirà questo trend potrebbero salire al 100% nel 2027
Il Green Deal europeo può registrare un primo successo: la metà dei nuovi autobus venduti nell’Unione europea risultano a zero emissioni (ZE). È quanto emerge dall’analisi effettuata da Transport & Environment (T&E), che aveva già previsto una crescita esponenziale di queste vetture ecologiche, ma i risultati hanno fortunatamente superato pure le proiezioni presentate dalla stessa organizzazione ambientalista lo scorso anno.
I risultati
Scomponendo il dato, la parte del leone è giocata ancora dall’elettrico a batteria, visto che il 46% dei nuovi autobus circolanti nel 2024 nell’Ue adotta questa tecnologia. Va comunque segnalata la crescita più rapida del previsto degli autobus a celle a combustibile a idrogeno (3%), che sfruttando l’energia prodotta in quest’ultima mentre il mezzo è in movimento grazie alla reazione elettrochimica tra l’idrogeno e l’ossigeno nell’aria circostante, riescono a garantire un’autonomia più ampia rispetto ai comuni bus elettrici a batteria emettendo solo vapore e calore, senza alcun gas nocivo.
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“Questo successo è dovuto sia alla nuova normativa europea dell’anno scorso che ha inviato un chiaro segnale di mercato che i giorni degli autobus diesel sono contati, sia alle politiche a livello cittadino come le zone a zero emissioni e gli obiettivi di flotta. Di conseguenza, il mercato degli autobus urbani si sta spostando molto più rapidamente verso le emissioni zero rispetto a quanto richiesto dalla direttiva sui veicoli puliti dell’UE e dagli standard di CO2 per camion e autobus”, ha commentato Max Molliere, l’analista dati e-mobilità Bruxelles (Ue) che ha redatto l’analisi.
La buona notizia è che se questa tendenza si confermasse il 100% della vendita di nuovi autobus sarebbe a zero emissioni entro il 2027 nell’Ue, con vantaggi notevoli in termini di qualità dell’aria, rumore, salute e vivibilità per le nostre città, ancora oggi troppo inquinate, congestionate e rumorose.
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Il confortante successo di questa branca della mobilità sostenibile nasconde però notevoli differenze tra i vari Paesi membri Ue. La maggior parte di questi, infatti, sta procedendo speditamente nel verso giusto e si dimostra addirittura in anticipo rispetto agli obiettivi attuali e futuri, mentre una manciata di Stati presenta ritardi significativi, a ulteriore dimostrazione di quanto siano importanti le politiche e gli obiettivi a livello nazionale.
Non mancano le soluzioni disponibili, “i nuovi criteri di appalto pubblico possono promuovere l’adozione di autobus urbani ZE made in Europe. Le gare d’appalto dovrebbero concentrarsi su autobus elettrici a batteria e a celle a combustibile, allontanandosi dalle tecnologie a gas e ibride; e su veicoli prodotti in Europa, per garantire che il denaro pubblico venga speso per sostenere posti di lavoro e produzione in Europa”, si legge nell’analisi.
La classifica
I tre Paesi più virtuosi nel mercato europeo sono Paesi Bassi, Finlandia ed Islanda, che nel 2024 hanno fatto registrare vendite al 100% di autobus urbani elettrici. Tra i mercati principali – ovvero quelli con oltre mille nuove vendite di autobus urbani all’anno – la leadership è della Spagna, con una quota ZE del 57%, davanti al Regno Unito (56%) ed all’Italia (44%), che purtroppo si mantiene però al di sotto della media Ue del 49%. Si tratta comunque di un risultato migliore rispetto a Francia e Germania, con la prima che presenta il 33% di autobus elettrici, la seconda il 25% più un significativo 9% di bus a celle a combustile a idrogeno.
Più in generale, il mercato degli autobus urbani è ancora abbastanza piccolo se consideriamo che ogni anno ne vengono venduti poche centinaia o migliaia in ogni Paese europeo. La classificazione dei vari Paesi in base alle quote cumulative dal 2021 aiuta comunque a confrontare le loro prestazioni complessive, pur celando il loro trend evolutivo.
Da questi dati ricaviamo che i Paesi Bassi guidano la transizione – con meno dell’1% degli autobus a diesel dal 2021 ed il restante 99% a zero emissioni – seguiti da alcuni Paesi del nord Europea, ovvero Finlandia, Norvegia, Danimarca ed Islanda, con rispettivamente il 97, 95, 93 e 82% di autobus elettrici, e dal Lussemburgo (81%) e da due Paesi dell’Europa sud-orientale quali Bulgaria (67%) e Romania (64%). L’Italia si ferma al 31% (30% elettrici a batteria, 1% a celle a combustibile a idrogeno), di poco al di sotto della media Ue del 33%.
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“Sei paesi sono stati notevolmente più lenti a passare agli autobus urbani ZE rispetto al resto d’Europa: Austria, Repubblica Ceca, Ungheria, Estonia, Slovacchia e Croazia. Tutti tranne l’Ungheria erano già stati identificati come in ritardo in un blog del 2022. Tuttavia, la maggior parte mostra (a volte timidi) segnali di miglioramento negli ultimi anni. Se, come prevediamo, il 2025 segna il punto di svolta in cui più della metà dei nuovi autobus urbani saranno a zero emissioni, dovremmo vedere la transizione accelerare di conseguenza nei paesi in coda”, puntualizza l’analisi.
Progressi nel 2024
Proprio uno dei Paesi sopra citati, noti per le loro scarse performance, mostra cosa sia possibile fare in un relativo scorcio di tempo. È il caso dell’Estonia, che nel 2023 non aveva immatricolato alcun autobus urbano ZE, piazzandosi all’ultimo posto nella classifica di T&E, prima di registrare un clamoroso balzo in avanti nel 2024, a partire dal mese di aprile, che ha proiettato il Paese baltico al nono posto con un incredibile 84% di autobus elettrici a batteria.
L’anno scorso è stato positivo pure per gli autobus a celle a combustibile a idrogeno, che hanno raddoppiato la loro quota di mercato attestandosi al 3% delle nuove vendite. Una crescita che si è materializzata soprattutto nei mercati principali, in controtendenza rispetto agli anni precedenti, quando i migliori progressi avevano riguardato i mercati più piccoli. Nei Paesi Bassi, ad esempio, i nuovi autobus urbani a celle a combustibile a idrogeno erano ad una quota del 20% nel 2021, scesa al 13% nel 2022, al 5% nel 2023 ed allo 0% nel 2024.
“Contrariamente ai propulsori ZE, le quote di vendita di altri propulsori alternativi sono rimaste stabili a livelli relativamente bassi. Gli autobus urbani ibridi, solitamente circa un quinto delle nuove vendite UE, hanno rappresentato solo il 16% delle nuove vendite nel 2024. Analogamente, la quota di autobus urbani a gas è rimasta stagnante al suo livello storicamente basso del 14%”, specifica l’analisi.
[Credits foto: Mampu su Pixabay]
