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Nidificazione anticipata, così le tartarughe marine rispondono al clima più caldo

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Nidificazione anticipata, così le tartarughe marine rispondono al clima più caldo ultima modifica: 2025-04-03T00:06:12+02:00 da Valentina Tibaldi
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Le tartarughe marine contrastano il cambiamento climatico con la nidificazione anticipata: nuovi studi confermano l’adattamento delle specie.

Tartarughe marine e adattamento alla crisi climatica. Lo studio Phenological shift mitigates predicted impacts of climate change on sea turtle offspring, recentemente pubblicato sulla rivista “Endangered Species Research”, ha rivelato un fenomeno già osservato da molti volontari sulle spiagge: le tartarughe marine, in risposta alla crisi climatica, stanno anticipando la loro stagione di nidificazione. Condotta da un team di scienziati britannici e ciprioti, la ricerca ha dimostrato in particolare che le tartarughe verdi (Chelonia mydas) e le Caretta caretta a Cipro stanno modificando il loro comportamento con la nidificazione anticipata, per adattarsi all’aumento delle temperature ambientali.

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Tartarughe marine e temperature, una stretta relazione

Le tartarughe marine sono particolarmente sensibili alle temperature, posto che il sesso della loro prole dipende direttamente da esse. Temperature più elevate favoriscono, infatti, la nascita di femmine. Se il caldo è eccessivo, tuttavia, la percentuale di schiuse di successo diminuisce.

Tradizionalmente, queste specie mostrano una “filopatria natale”, ovvero tornano a nidificare nelle stesse zone in cui sono nate. I ricercatori dell’Università di Exeter e della Society for the Protection of Turtles di Cipro hanno osservato che, pur facendo ritorno nei luoghi prediletti, ogni anno le tartarughe arrivano nei loro tradizionali punti di nidificazione un po’ prima per contrastare gli effetti delle temperature in aumento.

Risultati e pronostici

Basandosi su 30 anni di dati, gli scienziati prevedono che, con il riscaldamento globale attuale, entro il 2100 le tartarughe caretta potrebbero non produrre più nuova prole. A meno che non anticipino ulteriormente la nidificazione.

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Per monitorare il fenomeno, i ricercatori hanno posizionato registratori di temperatura nei nidi. Hanno, inoltre, analizzato le schiuse, scoprendo che le tartarughe devono nidificare in media 0,5 giorni prima ogni anno per mantenere il rapporto di sessi ideale. E 0,7 giorni prima per evitare che le uova non si schiudano a causa delle alte temperature.

Ebbene, i risultati hanno rivelato che dal 1993, le femmine di tartaruga hanno anticipato la nidificazione di circa 0,78 giorni all’anno. Suggerendo che, almeno per ora, stanno facendo abbastanza per adattarsi alle nuove condizioni.

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Nidificazione anticipata, una risposta attiva al cambiamento climatico

Annette Broderick, una delle autrici dello studio e ricercatrice presso il Centre for Ecology and Conservation dell’Università di Exeter, ha affermato: «Si tratta di una buona notizia, poiché abbiamo dimostrato che queste tartarughe rispondono alle temperature elevate causate dal cambiamento climatico spostandosi verso mesi più freddi per nidificare. Non c’è alcuna garanzia che continuino a farlo, però. Dipende molto da quanto aumentano le temperature e anche da cosa mangiano. Se i tempi di produzione in termini di provenienza del cibo cambiano, allora potrebbero iniziare a essere scollegati ecologicamente tra dove si procurano il cibo e dove si riproducono».

Da un secondo studio un’ulteriore conferma

Gli stessi ricercatori hanno pubblicato un altro studio su Proceedings of the Royal Society, in cui hanno analizzato 31 anni di dati su 600 tartarughe verdi a Cipro.

L’analisi ha rivelato che ogni aumento di 1°C nella temperatura del mare porta le tartarughe a nidificare in media 6,47 giorni prima.

Mollie Rickwood, autrice principale dello studio, ha evidenziato l’importanza di comprendere gli effetti combinati dei cambiamenti ecologici, come la struttura per età della popolazione, e le risposte individuali delle tartarughe. Con un obiettivo specifico: predire se gli anticipi potranno continuare in futuro, e a quali ritmi.

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La dottoressa Damla Beton, della Society for Protection of Turtles (SPOT), ha affermato: «Sebbene le nostre tartarughe sembrino riuscire a far fronte alle attuali temperature in aumento, non è chiaro per quanto tempo riusciranno a farlo prima che le condizioni a Cipro non siano più adatte. Ma potrebbero trovare luoghi più freschi nel Mediterraneo dove nidificare».

Sembra, infatti, che alcune tartarughe stiano già cercando nuovi luoghi. Italia, Francia, Spagna: da qualche anno, le Caretta caretta stanno riparando sulle spiagge del Mediterraneo nord-occidentale. Indicando una possibile migrazione verso aree più fresche nelle quali, precedentemente, l’osservazione di nidi era nulla, oppure sporadica.

[Foto da Pexels]

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Lettrice accanita e scrittrice compulsiva, trova in campo ambientale il giusto habitat per dare libero sfogo alla sua ingombrante vena idealista. Sulla carta è laureata in Lingue e specializzata in Comunicazione per la Sostenibilità, nella vita quotidiana è una rompiscatole universalmente riconosciuta in materia di buone pratiche ed etica ambientale. Ha un sogno nel cassetto e nella valigia, già pronta sull’uscio per ogni evenienza: vivere di scrittura guardando il mare.

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