Uno studio sul fotovoltaico residenziale rivela che, entro il 2050, un uso intensivo dei tetti solari potrebbe ridurre le temperature globali. Potrebbe inoltre evitare fino a 41,2 miliardi di tonnellate di CO2, rallentando i tipping points climatici.
In un’epoca segnata dalla crisi climatica e dalla conseguente urgenza di ridurre le emissioni di gas serra, una nuova ricerca ha messo in luce il potenziale del fotovoltaico residenziale, o “fotovoltaico sui tetti” (rooftop photovoltaics, RPV). Secondo uno studio pubblicato sulla rivista “Nature Climate Change”, infatti, un uso intensivo dei tetti solari potrebbe ridurre le temperature globali di 0,05-0,13°C entro il 2050, contribuendo così alla mitigazione del surriscaldamento globale.
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Fotovoltaico residenziale, una mappatura globale
La ricerca rappresenta la prima mappatura globale del potenziale del fotovoltaico residenziale.
Lo studio ha utilizzato tecniche avanzate di geolocalizzazione e modelli climatici all’avanguardia per esplorare la capacità di sfruttamento dei tetti solari. Il modello tiene conto di variabili quali l’intensità delle risorse solari, la densità delle infrastrutture e l’intensità carbonica delle reti elettriche locali.
La mappatura ha rivelato che la superficie dei tetti disponibile per l’installazione di pannelli solari raggiunge circa 286.393 km² in tutto il mondo. Utilizzando dati conservativi, che considerano un fattore di disponibilità del 30% per le superfici, i ricercatori hanno calcolato che il potenziale tecnico globale del fotovoltaico residenziale potrebbe arrivare a 17.042 TWh/anno. Ovvero, il 58% della domanda elettrica mondiale del 2023.
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Tuttavia, il potenziale di sfruttamento non è omogeneo. Le risorse solari sono di fatto distribuite in modo irregolare, con l’Africa che detiene il 45% delle risorse solari globali, ma contribuisce solo per il 7% alla capacità installabile teorica. Al contrario, il Nord America, pur con un’irraggiamento inferiore del 30%, potrebbe raggiungere una capacità installata di 4.339 GW.
Impatto climatico: una riduzione della temperatura globale
Una delle scoperte più significative dello studio riguarda l’efficacia del fotovoltaico sui tetti nel ridurre le emissioni di CO2 e rallentare il riscaldamento globale. Utilizzando tecnologie avanzate di data mining e intelligenza artificiale, i ricercatori hanno calcolato che, a seconda degli scenari emissivi, l’adozione massiccia dei tetti solari potrebbe evitare tra 23,8 e 41,2 miliardi di tonnellate di CO2 entro il 2050. Questo implicherebbe una riduzione delle temperature globali di 0,05-0,13°C.
Un dato interessante è che l’effetto sul clima non è lineare: la mitigazione termica non aumenta in modo proporzionale all’espansione della copertura solare. Infatti, circa il 60% della mitigazione delle temperature si concentra quando si raggiunge una copertura solare del tetto tra il 30% e il 60%. Questo suggerisce che l’efficacia del fotovoltaico residenziale potrebbe essere massimizzata quando un numero significativo di tetti viene coperto con pannelli solari, ma non è necessario un riempimento completo di tutte le superfici.
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Rallentare i tipping points climatici
Accanto a tutto ciò, il fotovoltaico sui tetti potrebbe avere un impatto significativo nel ritardare l’innesco di alcuni dei punti di non ritorno climatici, ossia quei cambiamenti irreversibili che potrebbero scatenare effetti a cascata nel sistema climatico globale.
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Secondo le stime, l’adozione globale dei pannelli solari sui tetti potrebbe ritardare di 2,4 anni il processo di scioglimento della calotta groenlandese. Potrebbe, inoltre, posporre di 1,8 anni il blocco della corrente del Golfo, uno degli eventi più preoccupanti per il clima globale.
Questi risultati sono di fondamentale importanza per la pianificazione delle politiche climatiche a livello globale. Con un risvolto confortante, in grado di dimostrare che anche soluzioni relativamente “locali” come l’installazione di pannelli solari sui tetti possono avere effetti tangibili- e misurabili- nel rallentare gli effetti catastrofici della crisi climatica.
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Disparità regionali e approcci su misura
Lo studio evidenzia l’importanza di considerare le disparità regionali nel potenziale del fotovoltaico sui tetti. I tassi di mitigazione delle emissioni di gas serra variano notevolmente da Paese a Paese. Le cause? Sono molteplici, dall’intensità delle risorse solari locali, alla densità delle infrastrutture, all’intensità carbonica delle reti elettriche.
In alcune regioni, come l’India, il Pakistan e il Sudafrica, l’efficacia del fotovoltaico residenziale nel ridurre le emissioni è particolarmente elevata, con tassi di mitigazione superiori alla media globale.
Una variabilità che sottolinea l’importanza di adottare approcci su misura per ottimizzare l’installazione dei pannelli solari a partire dalle specifiche condizioni locali. I ricercatori suggeriscono che in alcune aree con alta radiazione solare o rapida urbanizzazione, le politiche di incentivazione dovrebbero essere più aggressive. Al contrario, in altre regioni si potrebbero adottare soluzioni più moderate.
Fotovoltaico residenziale, un’opportunità da cogliere
Sebbene venga spesso considerato un contributo di nicchia, il potenziale globale del fotovoltaico residenziale emerso dallo studio è dunque notevole.
A partire da tale rilevazione, le scelte politiche e gli investimenti in energie rinnovabili saranno cruciali per concretizzare l’opportunità di sfruttare appieno questo potenziale.
[Foto da Pexels]
