Sull’importanza di un sonno ristoratore per il benessere psicofisico non ci sono discussioni di sorta a livello scientifico. Il sonno infatti è un bisogno biologico del quale l’organismo non può fare a meno ed è fondamentale sia per il corpo che per la mente.
Un sonno quantitativamente e qualitativamente insufficiente ha pesanti ripercussioni sia a livello fisico, sia a livello emotivo e cognitivo e ha quindi un impatto fortemente negativo sulla qualità della vita.
Sfortunatamente, sono molte le persone che accusano disturbi del sonno, in particolare l’insonnia, un problema che secondo le recenti rilevazioni dell’AIMS (Associazione Italiana Medicina del Sonno) interessa circa 13,4 milioni di italiani; peraltro, il 46% di essi non prende alcuna iniziativa al riguardo.
In alcuni casi, l’insonnia ha origini organiche, dipende cioè dalla presenza di condizioni croniche come per esempio apnee notturne, broncopneumopatia cronica, ipertiroidismo, dolori cronici, disturbi ormonali ecc., mentre in altri casi i problemi del sonno hanno una motivazione psicologica ed è in queste circostanze che rivolgersi a uno psicologo può essere una soluzione da prendere in debita considerazione per individuare le cause esatte del problema e intervenire in modo adeguato.
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Problemi del sonno: quando serve l’aiuto di uno psicologo?
Vi sono alcuni disturbi come l’ansia e la depressione, e anche problematiche come lo stress cronico, che tendono a influenzare in modo molto negativo il riposo notturno.
Chi soffre di questi disturbi può avere sia difficoltà ad addormentarsi, sia difficoltà a riposare per un tempo sufficiente.
Peraltro, la mancanza di sonno può a sua volta contribuire a peggiorare tali disturbi creando una sorta di “circolo vizioso” che è difficile interrompere senza l’aiuto di un professionista.
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Lo psicologo, parlando con il paziente e conoscendo la sua storia, può identificare i fattori psicologici, comportamentali e ambientali che causano i problemi del sonno come l’insonnia, ma non solo (in alcuni casi, per esempio, il soggetto tende al contrario a dormire più del necessario).
Insonnia: quando il problema diventa cronico
In alcuni casi i problemi del sonno sono legati a cause facilmente identificabili e hanno breve durata. In altre situazioni però il problema si cronicizza e le cause non sono del tutto chiare ed è proprio in queste circostanze che può essere opportuno richiedere una consulenza specialistica.
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I principali segnali di allarme sono la difficoltà a concentrarsi quando si studia o si lavora, irritabilità, nervosismo, sbalzi di umore ecc. Se queste situazioni perdurano per settimane o per mesi, il ricorso a uno psicologo è sicuramente consigliabile poiché più si ignora il disturbo, più questo tenderà a cronicizzarsi.
Come interviene lo psicologo?
Quando l’insonnia è cronica, il trattamento di prima linea è la Terapia Cognitivo-Comportamentale per l’Insonnia (CBT-I, acronimo dei termini inglesi Cognitive Behavioral Therapy for Insomnia).
La CBT-I è consigliata dalle linee guida internazionali, come per esempio quelle dell’American Academy of Sleep Medicine e dell’European Sleep Research Society; questo sia perché gli studi effettuati hanno dimostrato la sua efficacia, sia perché si tratta di un approccio non farmacologico e, come tale, non è gravato dai tipici effetti collaterali che caratterizzano i medicinali ed evita anche il rischio di dipendenza farmacologica.
La Terapia Cognitivo-Comportamentale per l’Insonnia prevede varie tecniche che lo specialista insegna al paziente e che consentono a quest’ultimo, in un arco di tempo di alcune settimane, di risolvere il problema dell’insonnia o comunque di migliorare in modo significativo la situazione.
In conclusione, quando il non riuscire a riposare bene tende a diventare un problema a medio-lungo termine, è fondamentale non sottovalutare la cosa: chiedere l’aiuto di uno psicologo può risultare decisivo per capire le cause del disturbo e trovare la strategia più idonea a risolverlo.
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