I parchi solari possono diventare un rifugio per la biodiversità, se gestiti correttamente. Uno studio dimostra che favoriscono la presenza di specie di uccelli in pericolo
Uno studio condotto dalla Royal Society for the Protection of Birds (RSPB) e dal Centre for Landscape Regeneration dell’Università di Cambridge ha dimostrato che i parchi solari, se gestiti correttamente, possono rappresentare un habitat favorevole per numerose specie di uccelli.
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Secondo la ricerca, pubblicata il 12 febbraio 2025 sulla rivista Bird Study, gli impianti situati nell’Inghilterra orientale ospitano un numero significativamente maggiore di specie e di esemplari per ettaro rispetto ai terreni agricoli circostanti.
Energia pulita e tutela della natura: una coesistenza possibile
La Gran Bretagna ha l’obiettivo di raggiungere zero emissioni nette entro il 2050. La transizione dai combustibili fossili alle energie rinnovabili rappresenta quindi una necessità. La crescente diffusione di impianti solari ha però sollevato preoccupazioni sul possibile impatto ambientale.
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La ricerca condotta dagli esperti di Cambridge ha dimostrato che in realtà, se sono posizionati in modo strategico e gestiti in modo sostenibile, i parchi solari sono in grado di favorire la biodiversità, contribuendo alla conservazione di specie di uccelli in declino a causa dell’agricoltura intensiva.
Habitat diversificati: la chiave per il successo
I ricercatori hanno analizzato due tipi di parchi solari: quelli con un mix di habitat e quelli con habitat semplificato. I primi, caratterizzati da siepi lungo i confini e assenza di pascolo ovino, hanno favorito una maggiore varietà di piante da fiore e, di conseguenza, una presenza più elevata di specie di uccelli, inclusi alcune in pericolo.
Gli impianti con habitat meno variegati, gestiti in modo intensivo, ospitano invece un numero di esemplari inferiore.
Un contributo alla protezione della fauna selvatica
Tra le specie avvantaggiate da una gestione ecocompatibile dei parchi solari figurano lo strillozzo (Emberiza calandra), il fanello (Linaria cannabina) e lo zigolo giallo (Emberiza citrinella), il cui numero è in calo drastico a causa dell’intensificazione agricola. “Trovare strategie per aiutare queste specie è fondamentale per la loro sopravvivenza a lungo termine”, ha affermato Joshua Copping, scienziato della RSPB e co-autore principale dello studio.
Agricoltura e parchi solari: un equilibrio possibile
Gli esperti sottolineano che i parchi solari non rappresentano una minaccia per la sicurezza alimentare se costruiti su terreni agricoli di bassa o media qualità. Le politiche britanniche attuali scoraggiano la costruzione di impianti su suoli di alta qualità, garantendo un equilibrio tra produzione energetica e agricola.
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Una pianificazione attenta può anche garantire che i parchi solari non vengano collocati in aree ecologicamente sensibili, contribuendo così alla salvaguardia degli habitat naturali.
Doppio vantaggio: energia pulita e tutela della biodiversità
“Il nostro studio dimostra che, se gestiti correttamente, i parchi solari possono fornire non solo energia rinnovabile, ma anche un rifugio per molte specie in difficoltà“, ha dichiarato Catherine Waite, ricercatrice dell’Università di Cambridge e co-autrice dello studio.
Questi risultati confermano quanto già evidenziato da un recente report del WWF Italia, da cui si evince che una gestione attenta degli impianti fotovoltaici può apportare benefici concreti alla biodiversità e, indirettamente, anche agli esseri umani.
L’adozione di pratiche sostenibili nei parchi solari potrebbe dunque rappresentare un passo fondamentale per bilanciare le esigenze energetiche e la tutela dell’ambiente, rendendo l’energia fornita dalla nostra stella madre una vera alleata della salvaguardia planetaria.
