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Climate stripes, strisce climatiche ora disponibili anche a livello regionale e provinciale

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Climate stripes, strisce climatiche ora disponibili anche a livello regionale e provinciale ultima modifica: 2025-02-24T00:06:37+01:00 da Marco Grilli
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Le climate stripes, ovvero le strisce che rappresentano il riscaldamento globale, sono ora disponibili pure a livello regionale e provinciale grazie a Dataclime

Visualizzare i cambiamenti di temperatura di tutte le regioni e province italiane, con dati ad altissima risoluzione, è finalmente possibile grazie alle climate stripes, rese ora disponibili dal Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici (CMCC) sulla piattaforma Dataclime.

Questo strumento innovativo si basa su dati ad altissima risoluzione spaziale (circa 2,2 km), che per dettaglio e completezza risultano innovativi ed unici nel loro genere.  D’altronde, le climate stripes – ideate  dal climatologo Ed Hawkins nel 2018 – sono  ormai ampiamente utilizzate anche dai non esperti del settore (ad esempio amministratori, giornalisti, studenti ecc.), al fine di rappresentare il riscaldamento globale e di conseguenza sensibilizzare su quei cambiamenti climatici che tanto affliggono la nostra epoca.

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Fino ad oggi queste strisce in varie gradazioni di colore erano disponibili solo a livello globale e nazionale, con Dataclime sarà invece possibile fornire analisi anche su scala locale, dove è fondamentale mettere in campo strategie di adattamento climatico, tramite azioni mirate che rispondano alle esigenze specifiche di ogni singolo territorio.

Il commento del CMCC

Questo passaggio a livello locale rappresenta un importante passo avanti nell’informazione e sensibilizzazione sui cambiamenti climatici, poiché consente di visualizzare gli impatti in modo chiaro e preciso nel contesto di ogni territorio. Le climate stripes che abbiamo sviluppato sono pensate per dare una rappresentazione visiva delle variazioni di temperatura nelle realtà locali, comunicando queste informazioni in una maniera che possa essere facilmente compresa e recepita dal pubblico. In questo modo, vogliamo contribuire a favorire la comprensione dei cambiamenti climatici che interessano specifici contesti, e fornire dati e informazioni affidabili e dettagliate a tutti gli attori della società, inclusi portatori di interesse e amministrazioni, per supportare azioni di adattamento a livello locale. L’iniziativa ha già suscitato grande interesse tra diverse aziende, ONG e amministrazioni, confermando le climate stripes come un efficace mezzo di comunicazione e sensibilizzazione della società”, ha commentato Paola Mercogliano, ricercatrice del CMCC e coordinatrice di Dataclime.

Le climate stripes

Le strisce climatiche sono state create nel 2018 dal climatologo e docente dell’Università di Reading (UK) Ed Hawkins. Si contraddistinguono per la loro chiarezza e semplicità e non fanno uso di parole o numeri, ma solamente di barre verticali disposte in ordine cronologico, che con la loro gradazione di colore mostrano in un’unica ed eloquente immagine il progressivo riscaldamento del pianeta Terra.

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Le immagini Stripes, disponibili per oltre 200 Paesi, sono scaricabili gratuitamente dal  sito web showyourstripes.info.

“Più di un milione di persone hanno scaricato la grafica dal sito entro una settimana dal suo lancio nel 2019. Presentatori meteorologici televisivi, scienziati e attivisti di tutto il mondo scelgono di indossare e condividere le strisce sui social media, utilizzando l’hashtag #showyourstripes. Le strisce sono state adottate da organizzazioni e comunità per mostrare la loro preoccupazione e il loro impegno nell’affrontare il cambiamento climatico. Molte di queste si uniscono in occasione dello ‘Show Your Stripes Day’, il nostro appello annuale a tutti di condividere le strisce e inviare un messaggio potente sul nostro clima in cambiamento”, comunica l’Università di Reading.

Il funzionamento delle strisce climatiche è molto semplice ed è spiegato dallo stesso ateneo sul suo sito grazie ad un semplice grafico, visibile nell’immagine di questo articolo. “Ogni striscia rappresenta la temperatura media di un singolo anno, in relazione alla temperatura media nel periodo dal 1961 al 2010. Le tonalità di blu indicano anni più freddi della media, mentre il rosso indica anni più caldi della media. La netta fascia di strisce rosso scuro sul lato destro del grafico mostra il rapido riscaldamento del nostro pianeta negli ultimi decenni”.

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Sul sito showyourstripes.info troviamo grafici a “strisce riscaldanti”, quali  rappresentazioni visive del cambiamento di temperatura misurato in ogni Paese, regione o città negli ultimi 100 o più anni.  Ogni striscia (o barra) rappresenta la temperatura media di quel Paese o regione o città in un anno. Nel grafico relativo all’intero globo, nell’arco temporale 1850-2024, assistiamo al passaggio dalle barre blu a quelle rosse sempre più scure sul lato destro, a testimonianza di una crescita delle temperature medie globali di oltre 1,2°C.

La piattaforma Dataclime

“L’obiettivo di Dataclime è trasformare i dati climatici in informazioni pratiche e immediatamente fruibili per tutti, per supportare l’adattamento ai cambiamenti climatici. Grazie a funzionalità avanzate, permette di personalizzare e analizzare i dati in base alle necessità specifiche, supportando decisori pubblici e privati a tutti i livelli, dalla scala locale a quella nazionale”, spiega il CMCC.

Non solo climate stripes, perché la piattaforma offre pure mappe dettagliate sugli scenari climatici attesi, con informazioni su temperature, precipitazioni intense e ondate di calore. Questo importante lavoro, che mira ad una gestione informata dei cambiamenti climatici, è in continuo sviluppo grazie a progetti di ricerca internazionali ed attività di co-design con enti pubblici e privati.

La nuova funzionalità delle climate stripes su scala locale è solo l’ultima aggiunta a questa importante  piattaforma, che è stata sviluppata dalla Fondazione CMCC ed è già in utilizzo da parte di oltre 500 utenti, tra cui amministrazioni locali, enti di ricerca e aziende.

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Le climate stripes disponibili su Dataclime per le regioni e province italiane descrivono l’aumento delle temperature sul nostro territorio negli anni dal 1981 al 2023. Anche in questo caso, si tratta di una rappresentazione visiva delle variazioni della temperatura media, minima e massima, mediante una gamma cromatica che va dal blu al rosso. Ogni striscia riflette l’anomalia della temperatura rispetto alla media del periodo di riferimento, con il blu che indica le temperature sotto la media trentennale, mentre il rosso quelle sopra.

“Questo strumento consente all’utente di visualizzare le tendenze delle temperature in modo semplice e intuitivo, mostrando chiaramente come le diverse aree italiane stiano già vivendo il cambiamento climatico, evidenziano un trend crescente delle temperature medie in Italia, con strisce sempre più rosse negli anni recenti”, commenta il CMCC.

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Le strisce relative alla provincia o regione d’interesse sono consultabili in modo interattivo e pure scaricabili gratuitamente. I dati, provenienti dal CMCC Data Delivery System – una piattaforma avanzata per la consultazione e la condivisione di dati climatici – sono prodotti e pubblicati dal CMCC e già ampiamente utilizzati dalla comunità scientifica italiana, al fine di condurre studi di impatto ed adattamento ai cambiamenti climatici.

La lotta al cambiamento climatico ha dunque un’arma in più.

[Credits foto: Università di Reading, reading.ac.uk]

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Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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