Il solstizio d’inverno segna il giorno più corto dell’anno e l’inizio astronomico della stagione fredda per eccellenza. Tradizionalmente simbolo di rinascita, è celebrato in varie culture. Anche su altri pianeti, il solstizio segna cambiamenti stagionali.
Il solstizio d’inverno è da sempre un simbolo potente di rinascita, rinnovamento e vittoria della luce sulle tenebre, e il solstizio d’inverno 2024 non fa eccezione. Se è vero, infatti, che in questo giorno il Sole raggiunge il punto più basso nel cielo dell’emisfero settentrionale- dando origine alla notte più lunga dell’anno– è altrettanto vero che, dopo il momento di massimo buio, la luce comincia a crescere nuovamente, riprendendosi la sua rivincita.
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Cresce così il fascino di un fenomeno che nel corso della storia, ha ispirato numerose tradizioni, miti e credenze legate alla lotta tra le forze della luce e quelle delle tenebre.
In quest’ottica, il solstizio d’inverno non è solo un evento astronomico: è anche un simbolo del ciclo della vita e della natura. In agricoltura, il solstizio segna il momento in cui la terra è in riposo ma, con il ritorno della luce, la vita comincia a prepararsi per il risveglio primaverile.
Solstizio d’inverno 2024
Il solstizio (dal latino solstitium, parola che comprende a sua volta derivata il termine sol, “sole”, e il verbo sistere, nel senso di “stare” o “fermarsi”), indica il momento in cui la Terra, nel suo moto di rivoluzione intorno al Sole, presenta un angolo massimo o minimo tra il proprio asse di rotazione e il piano orbitale terrestre, apparendo come statico.
Breve periodo in cui l’equatore della Terra è alla massima distanza dal Sole, si verifica due volte l’anno, intorno al 21 giugno (solstizio d’estate) e al 21 dicembre (solstizio d’inverno). Da un punto di vista scientifico, in questo giorno l’asse della Terra raggiunge la sua massima inclinazione e il Polo Nord si trova nel punto più lontano dal Sole.
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Il solstizio d’inverno 2024 cade il 21 dicembre alle ore 10:21 (ora dell’Europa centrale).
Il ritorno della luce nelle varie tradizioni
Molte culture in tutto il mondo hanno associato il solstizio d’inverno alla luce che trionfa sul buio, celebrando riti e festività per segnare questo rinnovamento.
- Yule: il festival norreno. Tra le tradizioni più antiche legate al solstizio c’è il Yule, il festival norreno che celebrava il ritorno del Sole. Nella mitologia scandinava, il Solstizio era il giorno in cui il dio del Sole, Baldr, risorgeva dalle tenebre, dando inizio a un nuovo ciclo di vita. Le popolazioni nordiche accendevano enormi falò per simboleggiare la luce che vince l’oscurità.
- Solstizio e Cristianesimo. Nella tradizione cristiana, la nascita di Gesù Cristo coincide con il periodo del solstizio d’inverno, sebbene la data non corrisponda perfettamente. Tuttavia, il significato simbolico del Natale come la nascita di Cristo è profondamente legato alla vittoria della luce sulle tenebre. Le candele e le luci natalizie sono, ad esempio, chiari riferimenti a questa connessione.
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- Hanukkah: la festa delle luci. Anche la festa ebraica di Hanukkah si celebra vicino al solstizio d’inverno, sebbene la sua data vari ogni anno in base al calendario ebraico. Hanukkah ricorda il miracolo del “vaso d’olio” che durò otto giorni, quando gli ebrei riuscirono a mantenere accese le luci del tempio nonostante la scarsità di olio. In linea con la tradizione, accendere le candele della menorah simboleggia la vittoria della luce sull’oscurità.
- Le tradizioni celtiche. I Celti celebravano il solstizio con il festival di Midwinter, dedicato alla rinascita del Sole. Questo evento segnava la fine del periodo di oscurità e la speranza di un nuovo ciclo di crescita.
Curiosità: il solstizio sugli altri pianeti
Nel sistema solare, anche gli altri pianeti sperimentano cicli di “giorni” e “notti”, seppure con caratteristiche molto diverse a causa delle loro inclinazioni assiali, delle dimensioni e delle velocità orbitali. Di conseguenza, anche il solstizio non è un fenomeno prettamente terrestre.
Ad esempio, su Marte– dove le stagioni sono più lunghe rispetto alla Terra- il solstizio d’inverno si verifica ogni 687 giorni terrestri.
Su Giove, non esiste un solstizio d’inverno come lo conosciamo sulla Terra. La sua inclinazione assiale, infatti, è così piccola che la variazione dell’inclinazione rispetto al Sole è minima.
Un anno saturniano dura circa 29,5 anni terrestri, quindi ogni stagione dura circa 7,5 anni terrestri. Così, su Saturno, il solstizio d’inverno ricorre ogni circa 7,5 anni terrestri.
Su Urano, il solstizio d’inverno è particolarmente significativo, poiché un emisfero intero del pianeta può essere completamente esposto al Sole per circa 21 anni, mentre l’altro emisfero rimane in un’oscurità quasi totale per lo stesso periodo. Grazie a un’inclinazione assiale di 98°, i solstizi uraniani sono quindi molto estremi rispetto agli altri pianeti.
Celebrare il solstizio per riconnettersi con la natura
Come e perché celebrare il solstizio d’inverno? Con la sua carica altamente simbolica, la ricorrenza diventa un’ottima opportunità per concedersi un momento di introspezione.
Che si decida di dedicare qualche minuto alla riflessione, che si opti per una passeggiata in natura, che si crei un rituale luminoso accendendo o donando una candela, onorare il solstizio permette di rallentare, riconnettersi con i cicli naturali, raccogliere le energie per affrontare al meglio l’inverno, e iniziare a prepararsi alla primavera che seguirà.
[Foto da Pixabay]