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Convivenza tra uomo e orso bruno, Legambiente propone 10 azioni

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Convivenza tra uomo e orso bruno, Legambiente propone 10 azioni ultima modifica: 2024-12-08T00:08:57+01:00 da Valentina Tibaldi
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Referendum in Trentino: oltre il 98% dei votanti considera orsi e lupi un grave pericolo. Legambiente propone 10 azioni per favorire la convivenza tra uomo e orso

Dopo il risultato del referendum su orsi e lupi in Val di sole – con oltre il 98% dei votanti che esprime preoccupazione in merito alla presenza di questi animali- Legambiente propone di aggiornare il Piano di conservazione dell’orso bruno con dieci azioni preventive. L’obiettivo è mettere in campo un approccio scientifico, capace di favorire la convivenza tra uomo e orso.

Il risultato emerso dal referendum è frutto di un clima di paura e odio cresciuto negli ultimi anni e alimentato da politica e istituzioni miopi.  Sul fronte coesistenza uomo-animali selvatici, è evidente che le comunità locali in questi anni si sono sentite abbandonate e lasciate sole”. Il commento di Legambiente ai risultati del recente referendum in Val di Sole (Trentino) sottolinea la necessità di fare fronte comune per approcciare il problema senza estremismi, nell’ottica di una consapevole convivenza tra uomo e orso. “Bisogna recuperare il tempo perso e fare rete: l’unica strada da percorrere è quella della convivenza tra uomo e animali selvatici attraverso un approccio scientifico.  Prima pietra migliorare e aggiornare il PACOBACE [Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali, NdR]con dieci azioni preventive”.

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Il risultato del referendum

Nella consultazione popolare di domenica 27 ottobre, in Val di Sole (Trentino), i cittadini sono stati chiamati a rispondere alla domanda: “Ritieni che la presenza di grandi carnivori quali orsi e lupi, in zone densamente antropizzate come le Valli di Sole, Peio e Rabbi, sia un grave pericolo per la sicurezza pubblica ed un danno per l’economia e la salvaguardia di usi, costumi e tradizioni locali?”.

Il 98% dei votanti ha risposto di sì, esprimendo la propria preoccupazione. Nei 13 Comuni coinvolti, hanno votato 7.842 persone, con un’affluenza del 63,16%.

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Il quesito è stato formulato dal Comitato “Insieme per Andrea Papi”, creato dopo la morte del 26enne ucciso nell’incontro con l’orsa JJ4, lo scorso 5 aprile 2023. Il referendum era solo di carattere consultivo, posto che le regole per la gestione dei grandi carnivori sono suddivise tra Trento, Roma e Bruxelles.

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Nel 1999, per salvare il piccolo nucleo di orsi sopravvissuti dall’estinzione, il Parco Adamello Brenta con la Provincia Autonoma di Trento e l’Istituto Nazionale della Fauna Selvatica, usufruendo di un finanziamento dell’Unione Europea, ha dato avvio al progetto Life Ursus.

L’iniziativa era finalizzata alla ricostituzione di un nucleo di orsi nelle Alpi Centrali tramite il rilascio di alcuni individui provenienti dalla Slovenia. Così, tra il 1999 e il 2002 sono stati liberati 10 orsi, nati in libertà in Slovenia meridionale. Tra il 2015 e il 2021, poi, il numero di esemplari è aumentato del 10%, giungendo a un numero stimato di circa 100 esemplari.

Convivenza tra uomo e orso bruno, 10 azioni preventive

Secondo Legambiente, serve un piano nazionale che parta dall’aggiornamento e dal rafforzamento del PACOBACE, il Piano d’azione interregionale per la tutela dell’orso bruno sulle alpi centro-orientali, attraverso dieci azioni preventive, sintetizzate nel report “Biodiversità a rischio”.

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In particolare, l’organizzazione ambientalista richiede:

  1. La rimozione delle fonti di cibo di natura antropica e il controllo dell’accesso alle stesse da parte degli animali.
  2. Azioni di dissuasione verso gli animali confidenti (deterrenti, barriere fisiche…).
  3. Campagne di informazione e sensibilizzazione tra le comunità locali.
  4. Un incremento delle attività di monitoraggio dell’orso.
  5. Una comunicazione trasparente sui casi problematici.
  6. Il coinvolgimento della comunità locale nella gestione dei conflitti, suddividendo correttamente le responsabilità.
  7. La revisione e il monitoraggio dei piani di gestione dei conflitti.
  8. Il coinvolgimento dei tecnici e degli esperti della specie nella gestione delle situazioni critiche e nelle decisioni politiche.
  9. Il coinvolgimento delle istituzioni, delle aree protette e delle associazioni ambientaliste di tutto il territorio alpino nella governance e nelle strategie per la conservazione dell’Orso. La resa operativa del Tavolo Tecnico promosso dal MASE, in coerenza di quanto prevede il PACOBACE.
  10. Il finanziamento e la realizzazione di corridoi faunistici per mitigare la concentrazione degli orsi nel piccolo territorio trentino.

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Nella strategia proposta, tutti sono chiamati a svolgere un ruolo importante: le popolazioni locali, che devono adattare il loro comportamento alla presenza degli animali e la politica locale che, per rendere possibile la convivenza, dovrebbe lavorare per coinvolgere e informare le comunità, anziché alimentare divisioni.

I prossimi passi

Dopo la Val di Sole, anche la Comunità della Valle di Non, sempre in Trentino, sarà chiamata a esprimersi sulla presenza di orsi e lupi sul proprio territorio, in una consultazione popolare che si terrà tra il 25 novembre e l’8 dicembre 2024. La speranza è che i risultati emersi diventino la base di una seria volontà di affrontare il problema, lasciando da parte le questioni prettamente politiche per trovare una strategia condivisa, attenta alle esigenze di entrambe le specie: uomini da un lato, grandi carnivori dall’altro.

[Foto Pixabay]

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Lettrice accanita e scrittrice compulsiva, trova in campo ambientale il giusto habitat per dare libero sfogo alla sua ingombrante vena idealista. Sulla carta è laureata in Lingue e specializzata in Comunicazione per la Sostenibilità, nella vita quotidiana è una rompiscatole universalmente riconosciuta in materia di buone pratiche ed etica ambientale. Ha un sogno nel cassetto e nella valigia, già pronta sull’uscio per ogni evenienza: vivere di scrittura guardando il mare.

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