Per il ripristino degli ecosistemi agricoli europei servono pratiche agricole rispettose della biodiversità, il briefing dell’EEA spiega quali sono
“Soluzioni per il ripristino degli ecosistemi agricoli in Europa” è il nuovo briefing dell’Agenzia europea dell’ambiente (EEA) che individua le pratiche a disposizione degli agricoltori all’insegna della biodiversità, per supportare la sostenibilità, la resilienza e la produttività agricola. Tale pubblicazione si inserisce appieno nel contesto di due provvedimenti normativi dell’Unione europea, la politica agricola comune (PAC) ed il regolamento sul ripristino della natura (NRR), di recente adozione.
Oggi due terzi degli habitat agricoli dell’Ue si ritrovano in un cattivo stato di conservazione: migliorare le condizioni degli habitat seminaturali; (ri)stabilire paesaggi agricoli multifunzionali e ricchi di biodiversità e ridurre le pressioni su quest’ultima gestendo in modo sostenibile il suolo e l’acqua, sono le tre azioni individuate dal briefing, che dovrebbero essere integrate nelle pratiche agricole per ripristinare gli ecosistemi e garantire una maggiore resilienza.
Il settore agricolo è chiamato oggi ad incrementare la produttività ed a fronteggiare le sempre più gravi conseguenze del cambiamento climatico, quali gli eventi meteo estremi, la siccità e le inondazioni. Tali soluzioni comportano vantaggi sia per gli agricoltori che per la natura locale, rafforzando la resilienza contro gli impatti del cambiamento climatico e rivelandosi utili agli impollinatori, alle specie ed ai loro habitat.
I piani strategici della PAC degli Stati membri dell’Ue già contengono misure politiche per pratiche rispettose della biodiversità a vari livelli. Secondo l’EEA, però, per il ripristino efficiente degli agrosistemi sono necessari incentivi politici rafforzati e coerenti, combinati con finanziamenti adeguati. Solo così avremo comunità rurali forti.
Il contesto
La biodiversità è alla base della resilienza dell’agricoltura e della sicurezza alimentare, mentre gli ecosistemi sani si rivelano fondamentali per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici. Oggi, però, l’agricoltura è diventata fortemente dipendente dall’utilizzo di pesticidi chimici e fertilizzanti minerali e dall’irrigazione su larga scala. Tali pratiche hanno degradato ecosistemi, biodiversità e suoli ed inquinato i bacini di acqua dolce, fino all’eutrofizzazione di almeno un quarto degli ecosistemi marini europei. La sicurezza alimentare è inoltre messa a rischio dal declino della diversità genetica delle colture.
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“I rischi economici e finanziari derivanti dal degrado della natura stanno guadagnando attenzione e le istituzioni finanziarie stanno sviluppando strategie per affrontarli. L’agricoltura e gli agricoltori sono significativamente esposti a rischi legati alla natura, come la perdita di rendimento e reddito dovuta all’erosione del suolo e al calo dell’impollinazione. Incorporare il ripristino degli ecosistemi agricoli nelle pratiche agricole ha il potenziale per invertire queste tendenze. Migliorerebbe la biodiversità e la resilienza nella produzione alimentare sullo sfondo della triplice crisi planetaria del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità e dell’inquinamento”, si legge nel briefing.
Strumenti quali il Green Deal europeo e l’ottavo programma d’azione per l’ambiente riconoscono l’importanza della produzione alimentare agricola per la sicurezza alimentare e la mitigazione dei cambiamenti climatici. Nell’ambito della legge sul clima dell’Ue, il ripristino degli ecosistemi e l’implementazione di pratiche agricole sostenibili sono in grado di aumentare lo stoccaggio oltre che la rimozione del carbonio dall’atmosfera, supportando così l’adattamento al cambiamento climatico.
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Nel quadro della PAC 2023-2027 – che comprende quasi un terzo del bilancio Ue pari a 386,6 miliardi di euro – il raggiungimento dell’obiettivo della biodiversità mitigherebbe i crescenti rischi economici ed i danni causati dal cambiamento climatico. “Tuttavia, affinché ciò accada, la PAC e la sua attuazione politica a livello nazionale devono migliorare contribuendo in modo economicamente conveniente a invertire la perdita di biodiversità mantenendo al contempo la redditività economica dell’agricoltura”, conferma l’EEA.
Le soluzioni
La strategia per ripristinare con successo la natura sui terreni agricoli, mantenendo una produzione alimentare efficiente e resiliente, “deve identificare e applicare pratiche agricole che supportino più efficacemente la biodiversità in diversi sistemi agricoli in diverse regioni d’Europa. La conversione a pratiche agricole rispettose della biodiversità deve essere parte di una trasformazione sistemica, che implica l’allontanamento dal ‘business as usual’ e il ripensamento delle relazioni tra sistemi alimentari, benessere umano e natura”, specifica il briefing.
La riduzione delle pressioni sulla biodiversità e la gestione sostenibile del suolo e dell’acqua è il primo dei tre approcci consigliati per la conservazione ed il ripristino degli ecosistemi. Arrestare l’inquinamento e altre pressioni aumenta infatti la capacità della natura di contribuire alla resilienza di un’agricoltura sostenibile e rispettosa della biodiversità.
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La seconda misura riguarda il (ri)stabilire paesaggi agricoli multifunzionali e ricchi di biodiversità, compresi habitat seminaturali e caratteristiche paesaggistiche quali linee di alberi, siepi e margini erbosi. Tale buona pratica migliora la salute del suolo ed i servizi ecosistemici utili alla produzione agricola, oltre a fornire habitat e risorse aggiuntive per le specie, aumentando anche la connettività degli habitat (semi-)naturali circostanti.
Infine, la terza soluzione, ovvero il mantenimento ed il ripristino degli habitat semi-naturali – quali praterie, brughiere, pascoli alberati, sistemi agroforestali tradizionali e frutteti -risulta fondamentale per tutelare specie e habitat che dipendono da una gestione agricola adeguata.
“Combinare i tre approcci per conservare e ripristinare gli agroecosistemi aiuta a massimizzare i benefici del ripristino. Sistemi integrati come l’agroecologia incorporano questi approcci in modo coerente”, chiarisce l’EEA.
Le pratiche
Le pratiche agricole rispettose della biodiversità elencate nel briefing (individuando per ognuna il contributo al ripristino della natura, i co-benefici e le sfide/ostacoli), devono essere adattate alle condizioni socio-ecologiche locali o regionali, alle strutture paesaggistiche ed agli obiettivi di biodiversità.
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Le pratiche individuate sono: il mantenimento e ripristino di praterie seminaturali mediante pascolo ed altre pratiche di gestione; l’agroforestazione; la ri-umidificazione dei suoli organici, il ripristino delle condizioni idrologiche, la riduzione del drenaggio e l’applicazione della paludicoltura; il mantenimento delle caratteristiche del paesaggio; i terreni incolti; la rotazione delle colture ed infine la copertura del suolo con residui colturali lasciati sul terreno.
Ognuna di queste può contribuire a ridurre l’uso ed il rischio di fertilizzanti e pesticidi, con co-benefici per la mitigazione del cambiamento climatico. Per i benefici climatici le pratiche migliori sono quelle che includono cambiamenti nei sistemi agricoli, come la ri-umidificazione delle torbiere, la paludicoltura e l’istituzione di sistemi agroforestali.
Se la rotazione e diversificazione delle colture contribuisce a migliorare la salute e fertilità del suolo riducendo così il ricorso a fertilizzanti e pesticidi, il mantenimento o ripristino di praterie semi-naturali e habitat semi-naturali attraverso pratiche agricole è invece particolarmente importante per la biodiversità, mentre la copertura con residui colturali lasciati sul terreno è una pratica facilmente implementabile, che aumenta la qualità e biodiversità del suolo, aumentando la resa agricola e limitando l’erosione oltre che l’uso di acqua e fertilizzanti.
La PAC
La PAC svolge un ruolo cruciale per l’adozione volontaria di pratiche agricole altamente benefiche per la biodiversità, il clima e la riduzione dell’inquinamento. Al fine di incentivarle, fornisce un quadro di interventi politici, la cui efficacia è però spesso limitata “da un’ambizione ambientale troppo bassa o non abbastanza attraente per gli agricoltori. In molti casi, il budget complessivo o i pagamenti mirati sono troppo bassi. Ciò è aggravato da una contraddizione negli strumenti politici della PAC: mentre una serie di incentivi fornisce pagamenti per pratiche rispettose della biodiversità, altri pagamenti della PAC supportano obiettivi economici a scapito della biodiversità”, comunica l’EEA. La coerenza della PAC con gli obiettivi NRR sarà dunque cruciale per un efficace ripristino della natura.
Nel briefing l’EEA elenca alcuni esempi di schemi innovativi di politica agricola con un sostegno mirato alla biodiversità nei piani strategici nazionali della PAC. Si tratta del supporto all’impegno ambientale e climatico per la promozione e la gestione sostenibile dei pascoli in Spagna e Francia, oltre che degli schemi agro-ambientali per la riumidificazione delle torbiere in Germania e per la gestione estensiva dei pascoli in Polonia, tesi entrambi a rafforzare i benefici collaterali per la biodiversità e la mitigazione e l’adattamento climatico.
“Il raggiungimento di una produzione agricola sostenibile e l’inversione della perdita di biodiversità possono essere conseguiti ripristinando gli ecosistemi e il loro funzionamento, riducendo le pressioni agricole sulla biodiversità e migliorando la salute del suolo e la gestione delle acque. Queste azioni possono aiutare la natura a prosperare, il che a sua volta favorisce la resilienza agricola attraverso servizi ecosistemici migliorati”, si legge nel brefing.
Per un’implementazione politica di successo serve dunque uno sforzo collettivo, fondato non solo su strategie coerenti e strumenti finanziari adeguati, ma anche su una maggiore consapevolezza e partecipazione cooperativa da parte degli agricoltori, dei gestori del territorio, dei consumatori e di tutti gli attori lungo la filiera alimentare.
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