Greenery Scanner

Greenery Scanner, l’occhio elettronico per migliorare il verde urbano

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Greenery Scanner, l’occhio elettronico per migliorare il verde urbano ultima modifica: 2024-11-27T00:12:31+01:00 da Marco Grilli
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Il Greenery Scanner è un sensore in fase di test montato su alcune auto dei Carabinieri che consente il monitoraggio del verde urbano

Un importante programma italiano per il monitoraggio innovativo delle foreste tramite le nuove tecnologie – denominato “Smart Forest Monitoring” e frutto della collaborazione tra l’Istituto di metodologie per l’analisi ambientale del Cnr (Cnr-Imaa), il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea), i Carabinieri forestali e l’autorevole Massachusetts institute of technology (Mit) di Boston – ha avuto importanti sviluppi.

Nel corso della manifestazione “Maker Faire Rome”, tenutasi lo scorso ottobre presso il Gazometro Ostiense, è stato presentato il Greenery Scanner, l’innovativo prototipo di sensore sviluppato dalla bergamasca FAE Technology e dal Senseable City Lab del Mit, montato in fase di test su alcune jeep dei Carabinieri forestali per creare dataset scalabili a livello globale sulla salute del verde urbano. Si tratta di un vero e proprio occhio elettronico dotato di telecamere multispettrali a basso costo – simile ad un comignolo ed ancorato magneticamente sul tetto delle vetture – che fa ricorso all’intelligenza artificiale per svolgere il suo prezioso ruolo in difesa dell’ambiente.

Il monitoraggio del verde urbano

Gli spazi verdi nelle aree cittadine svolgono un ruolo fondamentale perché favoriscono la biodiversità, contrastano la crisi climatica, riducono l’inquinamento e migliorano la salute psico-fisica delle persone.

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“L’analisi e il monitoraggio delle infrastrutture verdi e blu nei contesti sempre più urbanizzati del nostro Paese, fornisce un’importante base conoscitiva per approntare politiche di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, limitare la perdita di aree permeabili e potenziare la rete ecologica locale a tutto beneficio della qualità dell’ambiente e della salute dei cittadini. Fornisce inoltre indicazioni utili per orientare le trasformazioni del territorio verso modelli di sviluppo urbani resilienti, arrestando ulteriore consumo di suolo e favorendo invece il recupero e la rigenerazione urbana sostenibile”, comunica il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa).

Nell’era del cambiamento climatico, le nostre città sempre più industrializzate e congestionate dal traffico stradale si ritrovano a fronteggiare varie problematiche, quali: l’inquinamento atmosferico ed acustico, le isole di calore, la perdita di biodiversità ed il dissesto idrogeologico. Le aree verdi urbane e periurbane rappresentano la migliore arma per contrastare e mitigare tali fenomeni, fornendo un’ampia gamma di servizi ecosistemici sia ambientali che socio-culturali.

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Per quanto riguarda i primi pensiamo solo alla capacità delle infrastrutture verdi di: migliorare la qualità dell’aria riducendo i livelli delle polveri sottili; contrastare i cambiamenti climatici grazie alla mitigazione dell’isola di calore ed all’assorbimento della CO2; prevenire il dissesto idrogeologico per il loro contributo alla permeabilità del suolo ed alla regolazione dei flussi idrici; garantire la biodiversità perché le reti ecologiche favoriscono la presenza di specie animali e vegetali.

In merito ai servizi socio-culturali, le aree verdi urbane si configurano come importanti luoghi di incontro, socialità, svago e attività sportive. “Presenza e accessibilità degli spazi verdi sono requisiti fondamentali per città sane, sostenibili ed inclusive. Vivere vicino a spazi verdi riduce i problemi di salute e migliora lo stato fisico e psichico. Uno studio approfondito condotto negli Stati Uniti ha dimostrato come la presenza di verde intorno all’abitazione possa essere associata in modo significativo a una maggiore capacità dei residenti di sostenere situazioni di stress e povertà: l’accesso e la facilità di accesso ad aree verdi, la disponibilità di percorsi sicuri per passeggiare e andare in bicicletta e di aree gioco, si associano a una maggiore propensione a fare attività fisica e quindi a limitare il rischio di obesità”, comunica l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra).

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Per avere città sane, resilienti e sostenibili c’è però ancora molto lavoro da fare. Il rapporto “Ecosistema urbano 2024”, realizzato da Legambiente, sottolinea che la rivoluzione ecologica nelle città italiane è in atto ma è troppo lenta. Analizzando le performance ambientali dei centri urbani del Belpaese si rileva infatti che pesano ancora i ritardi su rigenerazione urbana, efficienza energetica, mobilità sostenibile e contrasto alla crisi climatica, mentre permangono problemi cronici irrisolti (smog, inquinamento, consumo di suolo) e preoccupa sempre di più l’impatto negativo dell’overtourism.

Il progetto

Il progetto “Smart Urban Forest Monitoring” si pone l’obiettivo di migliorare il monitoraggio e la manutenzione del verde urbano, mediante il ricorso alle tecnologie innovative di intelligenza artificiale (AI) ed all’Internet of Things (IoT).

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Tutto è partito dal primo seminario “Smart Forests in Smart Cities” (Boston, 4-5 dicembre 2023), organizzato dal Senseable City Lab del Mit e dal Cnr-Imaa, con il supporto del Crea e dei Carabinieri del Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari (Cufaa). A questo primo importante evento ne è seguito un altro (Smart Forest Monitoring), tenutosi lo scorso 18 marzo a Roma presso la sede centrale del Cnr.

Il primo workshop ha consolidato la collaborazione tecnico-scientifica forestale tra l’Italia e gli Stati Uniti, già avviata nel 2018 con la partecipazione del Cufaa al 13° United States–Italy Joint commission meeting (Jcm) on science and technology, poi proseguita con gli scambi informativi e la condivisione dei programmi con alcune agenzie federali e soprattutto con il Mit di Boston, una delle università più importanti al mondo. Tale accordo coniuga le esigenze di monitoraggio e controllo delle foreste, spettanti per legge al Cufaa, con le attività di ricerca, studio, analisi e sperimentazione del prestigioso Mit.

Attualmente il progetto “Smart Urban Forest Monitoring” è in fase di sperimentazione a Roma, dove sta monitorando le infestazioni da cocciniglia tartaruga (Toumeyella parvicornis), un piccolo insetto molto pericoloso che mette a repentaglio la salute di pini, pinete e viali alberati della capitale. Il recente “Maker Faire Rome – The European Edition” – promosso dalla Camera di Commercio di Roma per rendere accessibile e fruibile l’innovazione tecnologica – è stato poi l’occasione per la presentazione del Greenery Scanner, il dispositivo dotato di una batteria agli ioni di litio abbinata ad un piccolo pannello fotovoltaico (quindi completamente autonomo dal punto di vista energetico), che aiuterà a monitorare lo stato del verde urbano della capitale.

“La sperimentazione in corso a Roma è fondamentale per la salvaguardia dei polmoni verdi delle città, aree chiave fondamentali per il benessere di persone e spazi, che possono mitigare gli effetti dell’inquinamento e dell’incremento delle temperature, nonché regolare il microclima e favorire la biodiversità. Smart Urban Forest Monitoring è un progetto importante perché permette di intraprendere azioni preventive per migliorare il verde urbano e offre, nel contempo, agli scienziati la possibilità di studiare il ruolo degli alberi nella mitigazione del calore urbano, del rumore e dell’inquinamento atmosferico”, il commento dei Carabinieri forestali.

La precisa mappatura fornita consente interventi preventivi e mirati, ottimizzando risorse e costi e riducendo di misura i rischi. Il progetto mira infatti a predisporre un ambiente intelligente predittivo (predictive smart environment), che oltre a monitorare e proteggere l’ambiente riesca a prevenire incidenti o rischi di danni. Proprio per questo ultimo aspetto Roma si dimostra un luogo molto indicato per tale sperimentazione, poiché dispone di molte aree verdi ed agricole e presenta quel mix potenzialmente pericoloso, costituito dalla presenza di alberi di alto fusto e da episodici eventi meteo estremi.

Con il progetto “Smart Urban Forest Monitoring” l’innovazione tecnologica si pone al servizio dell’ambiente.

[Credits foto: FAE Technology, makerfairerome.eu]

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Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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