Generazione 4C, il progetto che coniuga inclusione sociale e tutela degli animali

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Generazione 4C, il progetto che coniuga inclusione sociale e tutela degli animali ultima modifica: 2024-09-30T05:38:31+02:00 da Marco Grilli
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Generazione 4C è il progetto della Fondazione Cave Canem che coniuga l’inclusione sociale e la tutela degli animali

Crescita, competenze, consapevolezza e cambiamento sono le quattro parole chiave del progetto Generazione 4C, promosso dalla Fondazione Cave Canem da ottobre 2023 al fine di valorizzare persone ed animali in difficoltà.

Generazione 4C
Un momento dell’evento del progetto | Credits foto: Fondazione Cave Canem

Obiettivi e numeri di Generazione 4C

La presidente della Fondazione Cave Canem, avv.ta Federica Faiella, spiega che questa iniziativa è nata “per offrire una fucina di opportunità professionalizzanti per giovani talentuosi con il desiderio di intraprendere una carriera al servizio di nobili cause: la tutela degli animali e l’inclusione sociale, grazie alla quale coniugare professionalità ed etica. Diamo spazio a giovani donne under 35, giovani provenienti da contesti non abbienti, giovani autori di reato, per offrire loro le medesime opportunità utili a costruirsi un percorso professionale e attivare una catena del valore che faccia bene due volte: agli animali e alle persone”.

Le 4C che indichiamo in maiuscolo significano quindi offrire un’opportunità di Crescita personale e professionale e di sviluppo delle Competenze alle giovani coinvolte, ovvero di quanto serve per inserirsi efficacemente nel mondo del lavoro, in particolare negli ambiti del Terzo Settore. Generazione C vuol dire anche “generare un impatto positivo sulla società, aumentando la Consapevolezza dei giovani sulle sfide ambientali e sociali”, aiutandoli affinché diventino “il Cambiamento di cui ha bisogno il mondo, a partire dal loro rapporto con le altre persone, gli animali non umani e l’ambiente”, chiarisce la Fondazione.

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Da ottobre 2023, questo progetto già realizzato a Napoli ed a Roma ha erogato cinque borse lavoro a favore di giovani donne under 35, attualmente attive nel team della Fondazione in qualità di educatrici cinofile, content creator, social media manager e project officer. Inoltre nelle attività laboratoriali sono state coinvolte 25 studentesse della scuola superiore, 15 persone detenute e cinque giovani autori di reato ammessi all’istituto della messa alla prova.

Abbiamo dato loro, al termine del percorso, l’opportunità eccezionale di realizzare una mostra interattiva che ha visto la partecipazione di 200 visitatori e ha ottenuto il patrocinio del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, del Ministero delle Imprese e del Made in Italy e l’accreditamento all’Ordine degli Avvocati di Napoli”, spiega ancora Faiella.

Nel complesso, i beneficiari di Generazione 4C hanno aiutato 440 cani ospiti del canile e 40 cani liberi accuditi.

Le attività

I giovani beneficiari di questo progetto hanno svolto un training intensivo e sono stati coinvolti in attività laboratoriali condotte da professionisti e formatori, riguardanti la comunicazione digitale integrata e l’educazione cinofila improntata anche al recupero comportamentale.

Più in dettaglio, il laboratorio di comunicazione e fundraising ha permesso ai giovani di acquisire competenze in vari ambiti quali la creazione di contenuti, la direzione creativa e la realizzazione di grafiche, con focus principale sulla produzione e post-produzione di materiali visuali funzionali allo storytelling.

Molto interessante si è rivelato anche il laboratorio di scrittura creativa e giornalismo. Per quanto riguarda il primo aspetto, i beneficiari hanno ancora lavorato efficacemente sullo storytelling, esplorando le varie tipologie di testo impiegate nel settore della comunicazione ed imparando ad adeguare il tono di voce ai diversi canali utilizzati. Nel laboratorio di giornalismo il focus è stato invece incentrato sull’acquisizione di competenze per la redazione, diffusione e recall di comunicati stampa.

Eccoci dunque al laboratorio di educazione cinofila, un’esperienza gratificante e dal forte impatto emotivo in cui i partecipanti – sapientemente affiancati  dagli educatori cinofili – hanno svolto attività di interazione con cani accuratamente selezionati per indole e predisposizione al contatto con le persone, imparando a rapportarsi positivamente con loro ed a comprenderne le caratteristiche etologiche ed il linguaggio.

L’evento finale

La ciliegina sulla torta di questo importante progetto è rappresentata dall’evento finale, itinerante, strutturato in varie attività e volto a mostrare i risultati raggiunti. In sintesi un format impostato sulla proiezione del video ufficiale, su un momento divulgativo ed informativo con la partecipazione delle rappresentanze dei soggetti protagonisti e le testimonianze di alcuni dei beneficiari, nonché sulla visita di una mostra fotografica e di fast art realizzata dagli stessi partecipanti a Generazione 4C.

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A Napoli l’evento si è tenuto nella “Galleria Portacarrese” di FOQUS Fondazione Quartieri Spagnoli, nel cuore della città, con la presenza dei 36 partecipanti al progetto e la presentazione della mostra interattiva “Dal buio alla luce”.

Attraverso i suggestivi scatti in bianco e nero ed a colori, realizzati dalla fotografa Chiara Muzzini, è stato raccontato efficacemente il vissuto di Generazione 4C, colto nell’esperienza professionalizzante di grande valore e nei musi altamente espressivi dei cani, che grazie a questo progetto sono usciti da una condizione di maltrattamento e poi isolamento in canile, fino a trovare una nuova famiglia grazie all’adozione, resa possibile da un proficuo percorso di ritrovato equilibrio.

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L’evento è stato inoltre impreziosito da due installazioni di “Arte interattiva”, tese a raccogliere le emozioni immediate e spontanee dei visitatori della mostra, trasformate così in una vera e propria opera d’arte. All’inaugurazione della mostra ha preso parte anche un panel di professionisti impegnati nella tutela degli animali e nell’educazione delle nuove generazioni.

Il significato autentico di questa importante progetto formativo è bene espresso nelle parole dei stessi beneficiari. “È stata una bella esperienza per chi vuole mettersi in gioco ma soprattutto è stata molto utile per incominciare ad affacciarsi al mondo del lavoro, che ad oggi è una realtà molto complicata. Inoltre è stato bello vedere come la gente abbia apprezzato i nostri lavori fatti con tanta dedizione”, racconta una di loro.

Collaborare per sensibilizzare sulle difficili condizioni in cui molti cani si trovano è stato gratificante non solo perché la gente ha apprezzato il nostro lavoro ma anche perché è stato un modo per contribuire a una causa che mi sta particolarmente a cuore”, un’altra testimonianza.

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La Fondazione Cave Canem

La Fondazione Cave Canem continua convintamente a lavorare per “costruire un futuro in cui l’amore e il rispetto per gli animali si intreccino con il cambiamento delle persone”. Una mission improntata all’inclusione sociale, in cui “vengono coinvolte persone che mettono a disposizione energia e impegno a favore di cani e gatti senza famiglia, traendone un beneficio in termini di crescita umana, formazione professionale, riscatto sociale e avvicinamento alle carriere legate al mondo degli animali (persone detenute, giovani a rischio, studenti universitari, anziani, professionisti e volontari)”.

Oltre all’attività di formazione di professionisti nell’ambito della tutela e dell’accudimento di cani senza famiglia, il lavoro svolto in questi anni dalla Fondazione ha permesso di istituire l’Accademia Cave Canem, un ente erogatore di corsi di formazione a carattere teorico pratico, training on the job, stage, tirocini, seminari, convegni, attività formative anche nell’ambito di percorsi trattamentali.

La Fondazione vanta numerose collaborazioni a tutti i livelli e dal 2019 ad oggi ha assegnato 44 incarichi professionali ed offerto lavoro a giovani detenuti che hanno beneficiato della semilibertà o superato la messa in prova. È stato calcolato in oltre 4 milioni e settecentomila euro il risparmio per i Comuni generato dalle adozioni dei cani senza famiglia facilitato dalle attività della Fondazione, che ha anche aiutato ben duemila nostri amici a quattro zampe costretti a vivere in canile grazie agli educatori cinofili e soccorso 1.307 animali vittime di calamità, pandemie e situazioni di conflitto, mediante l’attivazione del Fondo emergenze.

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Questi sono solo alcuni numeri di una Fondazione che è particolarmente attenta anche alla parità di genere (il 60% del team di ufficio è rappresentato da donne) e continua ad agire a supporto delle istituzioni e della collettività per il benessere di esseri umani ed animali.

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Laureato in Lettere moderne, giornalista pubblicista e ricercatore in storia contemporanea, è consigliere dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea. Nei suoi studi si è occupato di Resistenza, stragi nazifasciste e fascismi locali, tra le sue pubblicazioni il volume “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei martiri d’Istia”. Da sempre appassionato di tematiche ambientali, ha collaborato con varie testate online che trattano tali aspetti. Vegetariano, ama gli animali e la natura, si sposta rigorosamente in mountain bike, tra i suoi hobby la corsa (e lo sport in generale), il cinema, la lettura, andar per mostre e la musica rock.

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