Gli SDG Action Awards saranno assegnati il 29 ottobre a Roma, ecco i finalisti della campagna per gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite
Il 29 ottobre a Roma scopriremo i vincitori degli SDG Action Awards, i premi assegnati ogni anno dalle Nazioni Unite a quelle persone ed iniziative che, in modo creativo ed innovativo, ci avvicinano ad un mondo più sostenibile, equo e pacifico.
“Abbiamo tutti un ruolo nel dare forma a un mondo che funzioni, dove giustizia e diritti prevalgano per le persone e il pianeta. La nostra immaginazione ha un grande potere. Ciò che possiamo immaginare, possiamo crearlo insieme. Gli UN SDG Action Awards sono una testimonianza dello straordinario lavoro svolto per trasformare queste speranze in realtà”, ha affermato Marina Ponti, Global Director della UN SDG Action Campaign.
Il premio
La campagna d’azione SDG delle Nazioni Unite è un’iniziativa speciale del Segretario generale ONU ospitata dall’Ufficio esecutivo del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP), con sede a Bonn. Il suo obiettivo è quello di “ripensare, ricalibrare e re-immaginare economie e società in modo che siano al servizio delle persone e del pianeta”.
L’Agenda Onu 203o, approvata nel 2015 da 193 Stati membri, ha fissato 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) e 169 sotto-obiettivi che mirano allo sviluppo sociale ed economico, alla lotta alle disuguaglianze ed a porre fine alla povertà.
L’impegno da parte di cittadini ed associazioni in tutto il mondo, quotidianamente trasformato in azioni concrete per realizzare un mondo più sostenibile ed equo, merita dunque un giusto riconoscimento. Ogni anno una giuria di alto livello ed un team di revisione tecnica esaminano oltre 5.000 candidature provenienti da 190 Paesi e territori, al fine di selezionare i finalisti e poi i vincitori degli SDG Action Awards.
Il premio è strutturato in tre differenti categorie: Creativity, Impact e Changemaker.
La prima seleziona quelle campagne straordinarie che, sfruttando appunto la creatività per realizzare gli SDG, cambiano la percezione pubblica, influenzano le politiche e spostano i budget verso società più sostenibili, eque e pacifiche. Negli anni passati il premio è andato ad esempio alla campagna “Fight Forever Chemicals”, vera pietra miliare per la legislazione ambientale.
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La categoria Impact premia invece quelle iniziative “che hanno avuto un impatto significativo e misurabile in ambito economico, socioculturale, istituzionale, ambientale e/o tecnologico nel migliorare la vita delle persone e accelerare i progressi verso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile”. Questo premio è stato assegnato, tra gli altri, a “The Masungi Story”, un progetto che ha bloccato la deforestazione nelle Filippine.
Infine ecco premiati i Changemaker, ovvero quegli individui che danno l’esempio nelle loro comunità, guidando i movimenti per l’uguaglianza, la giustizia ed i diritti umani. Tra di loro ci limitiamo a ricordare Srishti Bakshi, che ha girato l’India in lungo ed in largo, percorrendo ben 3.800 km per sensibilizzare sull’annoso problema della violenza sulle donne.
Il programma UN SDG Action Awards è reso possibile dal sostegno finanziario del Ministero italiano degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e di quello federale tedesco per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo.
La cerimonia di premiazione, che sarà trasmessa dalla Rai e pure su UN WebTV, vedrà la partecipazione di leader SDG ed artisti internazionali ed offrirà workshop e momenti di networking ai finalisti.
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I finalisti
Creativity
Tra i finalisti in questa categoria ecco la campagna “Assume that I can”, tesa a superare quegli stereotipi sulle persone affette da sindrome di Down, che ostacolano il loro inserimento nella società e nel mondo del lavoro.
Lanciata da CoorDown, questa iniziativa vede come protagonista l’attrice canadese Madison Tevlin e tramite video diretti ed efficaci scuote gli spettatori, invitandoli a riconsiderare le proprie convinzioni. Obiettivo: garantire inclusione e maggiori opportunità alle persone con sindrome di Down in tutto il mondo. In una settimana la campagna ha raggiunto oltre 150 milioni di visualizzazioni, originando un ampio dibattito che ha contribuito a cambiare la percezione del pubblico.
Il secondo finalista è “Keychange”, un movimento globale sorto nel 2017 per ricalibrare l’industria musicale, al fine di raggiungere la parità di genere. “Attraverso il Keychange Talent Development Programme, l’iniziativa supporta le donne e i partecipanti di genere diverso offrendo opportunità di networking e piattaforme per mostrare il loro lavoro a livello internazionale”. Al momento sono stati valorizzati 300 artisti e innovatori, con la partecipazione di talenti da ben 13 Paesi a numerosi festival. Il programma è un work in progress e sono già oltre 700 le case discografiche che hanno sottoscritto il Keychange Pledge.
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Altra finalista è l’iniziativa “True my voice”, promossa dal poeta nigeriano Alhanislam per guidare il cambiamento sociale in Africa grazie al potere della poesia. “L’iniziativa amplifica un’ampia gamma di campagne di advocacy, dotando i poeti di competenze digitali e promuovendo partnership di impatto. True My Voice ha guidato campagne influenti come ‘Sound of Unity’ e ha co-curato i 16 Days of Activism con Change.org, raggiungendo oltre 2 milioni di persone”.
Questa campagna, che ricorre al potere dell’arte per denunciare le ingiustizie sociali nel Continente nero, sta mobilitando centinaia di migliaia di persone su questioni rilevanti come la desertificazione o la violenza elettorale ed ha già ottenuto importanti risultati.
Impact
Tra i finalisti troviamo il progetto “Plant for the Planet”, che dal 2013 ha permesso la piantumazione di oltre 30 milioni di alberi in oltre 50 Paesi. “I tre trilioni di alberi del mondo sono seriamente minacciati dalla deforestazione e dal cambiamento climatico. Plant-for-the-Planet lavora per ripristinare gli ecosistemi forestali e affronta la crisi climatica e la perdita di biodiversità attraverso l’emancipazione dei giovani, l’istruzione, la ricerca sul ripristino e gli strumenti digitali”.
Questa importante iniziativa ha già avuto un impatto su oltre due milioni di persone: più di 300 progetti dei vari partner hanno infatti utilizzato la piattaforma per diffondere il loro operato e raccogliere fondi. Tale lavoro ha permesso il ripristino di oltre 90 milioni di alberi, dimostrandosi uno strumento prezioso per la lotta al cambiamento climatico.
Un appello alla responsabilità e all’azione è lanciato dal secondo finalista, “La storia della più grande fuoriuscita di petrolio in Perù”, che rimanda al disastro ambientale verificatosi nel gennaio 2022 lungo la costa intorno a Lima e Callao.
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Alle gravi conseguenze sociali ed ecologiche provocate da questo incidente, la “Peruvian Society for Environmental Law” (SPDA) ha risposto con una strategia a più livelli a favore della giustizia ambientale. “SPDA ha svolto un ruolo centrale nell’istituzione di quadri giuridici per la protezione delle aree naturali, l’ecoturismo, la pianificazione dell’uso del territorio e la conservazione degli ecosistemi. I loro sforzi hanno influenzato le agende pubbliche, con conseguente approvazione di una nuova legge sulla dichiarazione delle emergenze ambientali”.
Infine ecco “Gjenge Makers”, un’impresa sociale keniana con sede a Nairobi, che trasforma i rifiuti plastici industriali o di consumo in materiali edili sostenibili e convenienti, come piastrelle, blocchi per pavimentazione e tombini.
A Nairobi il problema dei rifiuti è di particolare gravità, perché il 95% di questi può essere riutilizzato ma solo il 5% viene in effetti riciclato. “Gjenge Makers ha riciclato oltre 200 tonnellate di rifiuti di plastica, creato oltre 600 posti di lavoro per donne e giovani e promosso una cultura del riciclo in Kenya. Il loro lavoro non solo riduce l’inquinamento, ma stimola anche la crescita socioeconomica e l’emancipazione della comunità”.
Changemaker
Tra gli innovatori destinati a cambiare in meglio la società troviamo Suvarna Ray, la para-atleta indiana che difende i diritti dei disabili, affrontando efficacemente tutte le varie problematiche che finiscono per influenzare negativamente le loro vite.
Ambasciatrice per l’Election Commission of India, che mira all’accessibilità alle elezioni, l’attivista indiana svolge una fervida attività di influenza politica ed ha sostenuto due provvedimenti legislativi (il Rights of Persons with Disabilities Act ed il Mental Health Bill) che forniscono protezione e servizi di supporto per le persone con disabilità.
Si batte invece contro i matrimoni infantili e la violenza basata sull’onore Payzee Mahmod, un’attivista per l’uguaglianza di genere cresciuta in una famiglia curda conservatrice nel sud di Londra e sfuggita ad un matrimonio forzato. Grazie alle sue battaglie condotte all’interno dell’Iranian & Kurdish Women’s Rights Organisation (IKWRO), in Inghilterra e Galles è stato emanato il Marriage and Civil Partnership (Minimum Age) Act, che impedisce finalmente i matrimoni dei minori con il consenso dei genitori o della famiglia. “Questa legislazione garantisce inoltre che le vittime ricevano un supporto essenziale, tra cui assistenza legale, consulenza e rifugi sicuri”.
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Infine ecco Nyaradzo Mashayamombe, attivista in lotta per l’uguaglianza di genere in Zimbabwe. Molti i suoi meriti: “Attraverso i Leadership Economic Mentorship Hub, ha dato potere a 6.500 ragazze e giovani donne per assumere ruoli nella comunità e nel pubblico, assicurandosi che le loro voci fossero ascoltate. Ha mobilitato più di 200 organizzazioni della società civile in Zimbabwe attraverso la campagna Every Child In School – ECIS che ha spinto per l’Education Amendment Act”. Tale provvedimento legislativo ha permesso di giungere ad un’istruzione più inclusiva ed equa per le ragazze, tutelando la loro salute sessuale e riproduttiva, impedendo l’espulsione da scuola delle giovani incinte e punendo gli abusi sessuali.
Appuntamento al 29 ottobre per scoprire i vincitori delle tre categorie.
[Credits foto: FAO/Giuseppe Carotenuto]